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Björn Larsson, ospite d’eccezione alla libreria Il Mare

di Emanuela D’Alessio

cover_ilmareEvento d’eccezione il 3 novembre a Roma. Per festeggiare i suoi quarant’anni di attività la libreria Il Mare di Via del Vantaggio ha invitato Björn Larsson, lo scrittore svedese di fama internazionale noto al pubblico italiano per le sue storie di mare e pirati e non solo.
Da pochi mesi è uscito il suo ultimo libro, Raccontare il mare (Iperborea, 2015), una sorta di rilettura critica dei classici (pochi in realtà) della letteratura marinaresca.

Chi è Björn Larsson?
Björn Larsson ha 63 anni, vive in barca e in un piccolo monolocale in Svezia, trascorre una settimana al mese anche a Milano, è docente universitario di letteratura francese a tempo parziale, «per anni sono andato avanti facendo due lavori, il docente e lo scrittore; ora ho avuto l’opportunità di scegliere questa sorta di pre-pensione, e l’ho colta», ha una figlia di vent’anni.
Quando era piccolo voleva fare il geologo seguendo l’esempio paterno, poi si appassionò alle immersioni subacquee, quindi decise di diventare scrittore e andò a Parigi, infine ha scoperto la vela e non l’ha più abbandonata. «Per me il mare è un modo di vivere, mai uno sport o una sfida».
Conosce l’inglese, il francese e lo spagnolo e parla italiano così bene da poter intrattenere con me una conversazione fluida e rilassata.

Bjorn Larsson e Marco Firrao

Bjorn Larsson e Marco Firrao

Perché studiare l’italiano?
Larsson ha deciso di studiare l’italiano per fronteggiare la popolarità dei suoi libri nel nostro Paese.
«Ho cominciato a ricevere molti inviti a festival, presentazioni, eventi in Italia e all’inizio pensavo che conoscendo l’inglese, il francese e lo spagnolo non avrei avuto difficoltà a comunicare e invece no, dovevo sempre ricorrere all’interprete. Allora ho deciso di imparare, anche perché mi piace conoscere una nuova lingua, per poter leggere un giornale, entrare in una libreria e comunicare liberamente, insomma per entrare in contatto con le persone».
Mi vengono in mente i casi di Amara Lakhous e Jhumpa Lahiri che dopo aver imparato a parlare l’italiano hanno deciso di scrivere libri nella nostra lingua. Ma Larsson non sembra avere questa intenzione.
«No, non è possibile per me. Quando vivevo in Francia, dove sono rimasto cinque anni, parlavo e scrivevo in francese. Arrivò però un momento in cui avrei dovuto scegliere tra il francese e lo svedese, ma non ero pronto ad abbandonare la mia lingua di origine».

Come è nato il rapporto con Iperborea?
Se Larsson è così conosciuto e apprezzato in Italia lo si deve innanzitutto alla scelta lungimirante di Emilia Lodigiani che ventotto anni fa ha fondato Iperborea, la casa editrice milanese specializzata nella letteratura del Nord Europa. Nel 1998 ha pubblicato La vera storia del pirata Long John Silver. Un legame esclusivo tra autore ed editore che Larsson racconta così.
«Il contatto è nato un po’ per caso. All’epoca nessuno in Italia e in Europa si interessava alla letteratura nordica. Fu con il libro Il senso di Smilla per la neve, del danese Peter Hoeg (pubblicato da Mondadori nel 1994), che si ruppe un po’ il ghiaccio. La mia agente mi disse che una casa editrice italiana sembrava interessata a pubblicare La vera storia del pirata Long John Silver.  Spedì il libro a Emilia Lodigiani. Al salone di Francoforte di quell’anno la storia di Long Silver diventò un caso editoriale, si scatenarono tutti con offerte stratosferiche per acquistare i diritti. La mia agente mi chiamò di nuovo per chiedermi se dovevamo mantenere la promessa o prendere i soldi. Io risposi di mantenere la promessa, e ho fatto bene».

Il perché della scrittura
Qualcuno ha detto, credo Alessandro Baricco, che: «Per scrivere ci vuole follia, arroganza, direi perfino megalomania, perché se non hai un’alta idea di te stesso non cominci a scrivere un romanzo». Quali sono o dovrebbero essere gli ingredienti indispensabili per diventare uno scrittore?
«Arroganza forse è una parola troppo negativa. Però ha ragione in un certo senso, perché ci vuole presunzione per pensare di avere qualcosa da raccontare agli altri. Invece si deve essere molto testardi e determinati, perché ci vogliono almeno due anni per scrivere un libro. Circa la follia, dipende. Certamente si è folli se si scrive pensando di diventare ricchi».
Quindi, perché scrive Björn Larsson?
«Per avere un’opportunità di entrare in un mondo dove non sono mai stato, per esplorare altri modi di pensare, altre emozioni. In una parola, scrivo per cambiare il mondo. E l’unico modo di cambiare il mondo è cambiare gli atteggiamenti, per offrire alle persone libertà, nuove occasioni per riflettere ed emozionarsi».

LarssonIl mare come mito, il mare come luogo di solitudine
Il mito positivo e romantico del mare come simbolo di libertà, avventura e cambiamento viene contraddetto dalla realtà di chi nel mare trova la morte, l’estrema solitudine, la noia, la limitazione ai propri desideri. Quindi si può parlare anche di mare crudele o semplicemente indifferente, luogo desolato e immobile. Nel libro Raccontare il mare Larsson mette in evidenza proprio questa contraddizione.
«In realtà il mito romantico del mare esiste per chi vive a terra. Conrad, nel suo Lo specchio del mare, afferma senza remore che i marinai non amano il mare, amano le barche. I marinai non sanno nuotare. Per un pescatore norvegese, ad esempio, saper nuotare non serve a niente, perché nelle acque gelide del nord si resiste al massimo cinque minuti prima di morire. Ma io non voglio smontare un mito, né potrei farlo scrivendo un libro. In  Raccontare il mare ho voluto invece raccontare un mondo che non è stato raccontato. Interrogare questa assenza, portare l’attenzione su un’altra realtà, quella delle 100 mila navi che navigano ogni giorno, dei milioni di marinai, di quello che succede nei porti».
Nel libro di Johsua Slocum Solo, intorno al mondo uno dei temi centrali è la solitudine estrema con cui si è chiamati ogni giorno a confrontarsi, soprattutto se si naviga in solitaria come fece lui. Un altro scrittore, assai distante dalle tematiche marinare, Teju Cole, parla di solitudine intensa in mezzo a migliaia di sconosciuti nei sotterranei della metropolitana. Insomma, della solitudine esistono infinite declinazioni.
«La solitudine è una scelta, soprattutto in barca. Io non ho navigato molto in solitaria, anche se vivo da solo sulla barca. Ma penso che la solitudine in una città provochi maggiore sofferenza, perché c’è il rimpianto di un’occasione perduta. Sulla barca questo non accade, perché non ci sono aspettative. Quando si scende dalla barca poi, e questo è molto importante, si viene accolti con gioia, come un ospite, quindi non ci si sente affatto soli».

La crisi del libro
In Italia si pubblicano più o meno 60.000 titoli l’anno. Un numero che fa impressione soprattutto in relazione alla percentuale assai limitata di lettori. Si parla da anni di crisi del settore. In Svezia che cosa succede?
«Io non penso che ci sia una vera e propria crisi. Ci sono molti libri pubblicati e molti libri venduti. C’è piuttosto un fenomeno di moda. Quando Stieg Larsson vende 20 milioni di copie significa che non sono venduti 15 milioni di copie di un altro bravo scrittore. Non penso che si debba leggere di più, ma dovremmo chiederci che cosa si legge. In una libreria in Svezia il 50% dei romanzi sono gialli, questo perché i giallisti hanno occupato uno spazio vuoto che altri romanzieri non hanno utilizzato. Ma la rappresentazione della società svedese attraverso la criminalità non è realistica».

libreriaLe librerie in Svezia
«In Svezia ci sono poche librerie indipendenti, mentre il 70% del mercato è occupato da una sola catena di librerie con un’offerta omologata. Inoltre in Svezia il prezzo dei libri è totalmente libero e questo provoca distorsioni. Ad esempio, si applicano forti sconti su un best seller e non su un poeta sconosciuto che quindi resterà tale, senza alcuna agevolazione al suo acquisto».

Che cosa legge Björn Larsson?
«Io leggo di tutto. Quando scrivo su un tema, leggo tutto quello che c’è su quell’argomento. Quando sono tornato dagli Stati Uniti, dove ero andato a 15 anni, ho letto tutta la letteratura americana, Ernest Hemingway, Samuel Bellow. Poi ho letto per lavoro tutta la letteratura francese e ora sto scoprendo i classici moderni italiani come Italo Calvino, Dino Buzzati e altri.
Ho appena finito di leggere un libro di interviste di Herta Müller, in valigia ho anche la Divina Commedia, ma ancora non riesco a capire nulla. Poi ho acquistato per caso un libro di Dacia Maraini, che è anche mia amica, su Chiara d’Assisi».

Oltre al best seller La vera storia del pirata Long John Silver, Larsson ha scritto romanzi di mare,  tra gli altri Il cerchio celtico e Il porto dei sogni incrociati, filosofico-scientifici come Otto personaggi in cerca (con autore), un’autobiografia in due tappe (La saggezza del mare e Bisogno di libertà), thriller atipici come I poeti morti non scrivono gialli, tutti pubblicati da Iperborea.

Patrizio Zurru, libraio sospeso in fermento

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

di Emanuela D’Alessio

Ad agosto Patrizio Zurru ha chiuso la sua libreria Officina dei Libri di Cagliari perché non stava più nelle spese. Ma librai si rimane per sempre e lui non ha smesso di pensare e lavorare con i libri.
La sua ultima idea, concepita e lanciata nei mesi scorsi con i librai di Ticonzero Libri Barbara Salsetta e Maurizio Zicoschi e il fondatore di Miraggi edizioni Fabio Mendolicchio, si chiama Satellite Libri, una nuova piattaforma gratuita per librai, editori e lettori. Un’opportunità innovativa a disposizione di tutti coloro che hanno a cuore il libro e la sua filiera.

Patrizio, cinquantenne sardo, ha iniziato trent’anni fa a fare il libraio in giro per la sua isola, a bordo di un furgone, poi ha proseguito in una libreria di Cagliari, la Libreria degli editori, che ha lasciato dieci anni dopo quando diventò una libreria Mondadori. Dopo un’esperienza come editor presso 3B+Z edizioni, una delle prime case editrici indipendenti sarde, è diventato responsabile della catena di librerie indipendenti sarde, Le librerie della costa. Sette anni fa ha aperto con sua moglie la libreria Piazza Repubblica Libri, poi diventata Officine dei libri e nel 2012 hanno ricevuto (lui e sua moglie) il Premio Montescudaio Pisa Book Festival come migliori librai d’Italia. Il resto è storia, ora si pensa al futuro.

Nei giorni scorsi Patrizio è venuto a Roma. Lo abbiamo intercettato per farci spiegare di quale futuro si tratta.

Patrizio Zurru, libraio sospeso? Ad agosto la tua libreria Officina dei Libri ha chiuso. A rischio di risultare inopportuna o ingenua, mi spieghi il perché?
Andando per punti direi che sì, sono un libraio sospeso, nel senso che ho momentaneamente chiuso l’attività, ma proseguo gli incontri con i colleghi di diverse città col progetto #LibraIntercity che offre l’opportunità di stare a stretto contatto con altre realtà e quindi di imparare e migliorarsi.
La libreria è stata chiusa perché non si stava più nelle spese.

libreria chiusa

Forse hai smesso di essere un libraio, ma non hai smesso di lavorare con i libri. È così?
Non ho smesso di fare il libraio perché librai si rimane per sempre. Continuo a ricevere richieste di consigli dai clienti e li indirizzo verso le librerie dove possono trovare determinati libri.

Facciamo un passo indietro. La chiusura di una libreria è sempre un evento triste (un po’ come tagliare un albero o lasciare crollare un monumento). Ma una libreria che chiude in Sardegna, la regione con un indice di lettura superiore alla media nazionale, con iniziative come Liberos, con una “classe di scrittori” solida e variegata fa più effetto. Com’è la situazione in realtà?
L’indice di lettura è alto, ma è alta anche la posizione della Sardegna nella classifica dei libri acquistati online. Poi, magari si va a festival, rassegne, si ascolta e si vede l’evento ma il libro rimane perlopiù sul banchetto.

Di che cosa hanno bisogno i librai in Sardegna?
Non te lo so dire, in realtà. Forse di frequentatori di librerie.

Sei sbarcato a Roma a metà ottobre per avviare Satellite Libri, la nuova piattaforma al servizio dei librai.  Di che cosa si tratta, chi sono gli attori coinvolti, quali gli obiettivi e le aspettative?
Satellite Libri è una piattaforma gratuita per i librai che si possono interfacciare con gli editori. Il progetto è già in una fase più avanzata, dopo gli incontri dei giorni scorsi, con l’apertura del blog che seguirò io, la newsletter curata da Barbara Salsetta (libraia di Ticonzero Libri), la programmazione informatica di Maurizio Zicoschi (libraio di TiconzeroLibri) e la grafica e parte creativa di Fabio Mendolicchio (fondatore di Miraggi edizioni). Il nostro obiettivo è cercare di risolvere le problematiche che esistono fra librai e il resto della filiera, mettendo appunto a loro disposizione una piattaforma che serva anche per lo scambio di opinioni e suggerimenti per il futuro delle librerie.

L’iscrizione alla piattaforma è gratuita, ma quali sono i guadagni e i costi per ciascuna categoria di utente (libraio, editore, e lettore)?
L’editore ci guadagna in termini di visibilità, il messaggio lanciato da Satellite raggiunge i librai ma anche i blogger che possono avere uno spazio all’interno della piattaforma (a proposito, siete invitati anche voi). I librai hanno la possibilità di tenere in libreria i libri che l’editore vorrà affidargli (la scelta è reciproca e consensuale) e di rivenderli anche a colleghi della zona che magari hanno bisogno di alcuni volumi, sempre con uno sconto interessante per gli uni e per gli altri. I lettori troverebbero in libreria titoli altrimenti difficilmente recuperabili, e in tempi brevi.

È previsto anche l’acquisto online dei libri?
Su questo come su altri progetti stiamo ancora lavorando e ne parleremo quanto prima.

Quali sono i librai coinvolti fino a oggi e gli editori che si sono già dichiarati interessati?
Di librai ce ne sono già molti, e tanti altri se ne stanno aggiungendo ogni giorno. Sul sito è possibile visualizzarli regione per regione. SatelliteLibri ha già partecipato ad alcune fiere dell’editoria indipendente, creando un unico stand che raggruppava gli editori iscritti (attualmente sono cinquantasei) con evidente riduzione dei costi di gestione dello spazio fieristico a favore dell’editore partecipante. Il lancio su web è già partito e se tutto andrà per il verso giusto presto ci sarà una vera e propria festa mobile con un Satellite che girerà per l’Italia.

Di associazioni di librai se ne conoscono veramente poche, a livello nazionale e locale. Mi viene in mente la LIM a Milano, a Roma (dove esistono poco più di cento librerie indipendenti) l’unica associazione che conosciamo è Pagine romane, quella che riunisce una decina di librerie dell’usato (e nemmeno tutte di Roma). Il mio elenco finisce qui. Perché è così difficile fare rete tra i librai indipendenti?
Esistono in realtà parecchie reti, non istituzionalizzate, noi librai ci sentiamo quotidianamente. Esiste la rete dei librai Lettidinotte, che si incrocia con quella dei librai Sur e le tante altre che in un modo o nell’altro stiamo cercando di far confluire in Satellite Libri. Abbiamo notato che quando ci sono contenuti e progetti la rete si crea spontaneamente e Satellite Libri mira a fare da collante fra tutti i librai.

Ci spieghi meglio che cos’è Lettidinotte?
È un’idea nata nel marzo di quattro anni fa nella mia libreria a Cagliari. A maggio ne parlai con Marco Zapparoli e Claudia Tarolo (gli editori di Marcos y Marcos) e insieme decidemmo di proporla a un gruppo di editori e librai. Il primo anno parteciparono una dozzina di editori e circa quaranta librerie. Anno dopo anno il numero dei partecipanti è cresciuto e ora mi pare che siano coinvolte circa 220 librerie in Italia ed Europa e circa settanta editori. Tutti uniti dallo spirito della creatività legato alla notte del solstizio d’estate, anche se siamo diventati più elastici prevedendo eventi che iniziano settimane prima e in alcuni casi si svolgono anche nei mesi successivi. L’associazione che segue i progetti si chiama Letteratura Rinnovabile e grazie alla professionalità dei suoi fondatori tutto questo è stato possibile.

Marco Zapparoli, Claudia Tarolo e Patrizio Zurru

Marco Zapparoli, Claudia Tarolo e Patrizio Zurru

Manca un vero e proprio sindacato di categoria, comunque un referente unico che svolga un ruolo di interlocuzione nei confronti delle istituzioni per sensibilizzare, promuovere e sollecitare interventi legislativi. La famosa legge Levi sembra essere l’unica nel settore dell’editoria e sulla quale si stenta a trovare (tra i librai indipendenti) una posizione unanime. Qual è la tua opinione al riguardo?
Crediamo che ci sia un problema generale di sfiducia nei confronti di qualsivoglia istituzione, specie nel nostro caso quando si nota che di fronte alle esigenze di categoria le stesse istituzioni non hanno tenuto in debito conto le voci e gli appelli di aiuto che arrivavano da più componenti della filiera. Facciamo un esempio. Per quanto riguarda la legge Levi, bisognerebbe riscriverla totalmente, non solo migliorarla, prendendo esempio da altri paesi europei, non ultimo il Portogallo. Quindi, abolizione degli sconti se non dal diciottesimo mese di pubblicazione, lavorare tutti ad armi pari. Questo porterebbe secondo noi alla riduzione del prezzo del libro, e quindi si arriverebbe alla soddisfazione dell’ultimo fruitore della filiera del libro, il lettore.

Sembrerebbe, messa in questi termimi, che la crisi delle librerie indipendenti dipenda solo da una politica sbagliata degli sconti. Il problema forse andrebbe affrontato con un approccio più ampio che tenga conto dell’intera filiera?
Io non parlo solo della crisi delle indipendenti, anche le librerie di catena soffrono nonostante gli sconti. Proprio per questo la nostra proposta porterebbe, come è avvenuto altrove, a un ribasso del prezzo di copertina e a una maggiore affluenza in libreria, alla possibilità da parte delle biblioteche di acquistare più volumi e rendere visibile un numero maggiore di titoli.

Come dovrebbe essere il rapporto tra libraio e territorio?
Il rapporto fra libraio e territorio migliorerebbe se si potesse lavorare tutti ad armi (libri) pari. Non ci sarebbe la necessità di fare chilometri per uno sconto o un ordine online. Il libraio tornerebbe a diventare un consulente e un amico della popolazione che lo circonda.

Abbiamo appena finito di scandalizzarci per la nascita del “mostro” editoriale Mondadori-Rizzoli. Si temono, forse a ragione, ripercussioni negative per la piccola editoria indipendente. Per le librerie indipendenti invece quali potrebbero essere le conseguenze?
È una situazione ancora in pieno sviluppo, lo scenario non è chiaro al loro interno, figuriamoci per i librai e per i lettori, cui poco importa da dove arrivi un libro, l’importante è che arrivi.

Come dovrebbe essere il rapporto tra libraio ed editore?
Il rapporto dovrebbe essere come sta diventando, diretto, nel senso di una comunicazione continua, con il racconto delle uscite e del catalogo, delle iniziative e dei progetti. Finalmente questo “porta a porta” sta producendo questi risultati.

Italia paese di marinai, poeti e… scrittori. Perché invece non siamo anche un paese di lettori?
Sono troppe le cause, inutile cercare un o più colpevoli.

Tu che tipo di lettore sei e che cosa c’è da leggere in questo momento sul tuo comodino?
Ora sto leggendo il libro di Francesco Forlani, Manifesto del comunista dandy, di Miraggi edizioni; C’è vita sulla terra? di Juan Villoro, Sur edizioni, e una serie di inediti per l’agenzia letteraria www.stradescritte.it. Anzi, a proposito, a Roma faremo una lettura delle trame e di alcuni inediti, nascondendo il nome dell’autore, per testare le reazioni del pubblico già prima della proposta agli editori.

Ancora una domanda. Libraio che diventa agente letterario. Perché un editore dovrebbe affidarsi a un libraio per scegliere e pubblicare i suoi nuovi autori?
Sono agente letterario da dieci anni, salvo una breve pausa. Gli editori che mi conoscono sanno che sono abbastanza selettivo già come libraio; che lavoro in libreria da circa trent’anni e che quindi ho “visivamente” in testa in quale scaffale il collega potrebbe collocare il libro inviato. In più ci avvaliamo di una buona squadra di lettori, editor e professionisti del settore. In questo momento di iperproduzione non sempre è facile scegliere, se c’è un filtro, un intermediario, anche il lavoro dell’editor viene agevolato.

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Consiglio di lettura di Marco Guerra – Libreria Pagina 348

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Marco Guerra – Libreria Pagina 348
Viale Cesare Pavese, 348  (Eur-Ferratella)– Roma
tel. 06-5013604
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Marco Guerra consiglia il libro di Giampaolo Simi, Cosa resta di noi (Sellerio, 2015), e se non siete convinti, provate direttamente con l’autore, che sarà in libreria mercoledì 15 luglio alle 19.

Tre storie in una per un brillante romanzo firmato da Giampaolo Simi. Sull’impianto di un buon romanzo italiano contemporaneo (Edo è il protagonista maschio, sulla cinquantina, in una provincia angusta con nostalgie in ordine sparso) si innesta una vera storia d’amore (Giulia è la figlia del suo capo, inquieta e diversissima da Edo) che al momento giusto cede il passo a un noir assai ben ritmato e mai gratuito.

simi-cosa-resta-di-noiLa miglior dote di Giampaolo Simi è quella di interpretare al meglio i tre registri della storia. L’autore dipinge benissimo la malinconia della cittadina di mare che per tre mesi è il centro del mondo e per altri nove è una specie di cimitero, scava in profondità nei sentimenti di un uomo e una donna assai diversi e destinati a una cupa infelicità, e manovra con perizia le leve della trama e degli incastri per rivelare non solo il finale della storia, ma anche per mostrare un bel pezzo della natura umana in un momento come quello che stiamo vivendo.

Giampaolo Simi, nato a Viareggio nel 1965, ha pubblicato Il corpo dell’inglese (2004) e Rosa elettrica (2007). I suoi libri hanno ricevuto vari premi e sono stati tradotti in Francia (nella «Série noire» di Gallimard e presso Sonatine) e in Germania (Bertelsmann). Ha collaborato come soggettista e sceneggiatore alle fiction «RIS» e «RIS Roma». Nel 2012 è uscito il suo ultimo romanzo La notte alle mie spalle.

Consigli di lettura di Chiara Condò – Libreria Il Pensiero Meridiano

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Il Pensiero Meridiano
Via Indipendenza, 12 – Tropea (Vibo Valentia)
0963 62096
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Chiara Condò, la giovane libraia di Tropea, consiglia:

libro-estateIl libro dell’estate, Tove Jansson (trad. di C. Giorgetti Cima), Iperborea (€9,50)
Nonna e nipote in una piccola isola del golfo della Finlandia, molte domande a cui rispondere, un’estate nordica tenue e delicata, ben distante dalle nostre stagioni crudeli. Il libro dell’estate è il racconto di una bambina che cresce e di una donna che ritorna piccola raccontato da una delle penne più felici della letteratura scandinava. Tove Jansson, resa famosa dai suoi piccoli “Moomin”, descrive non solo l’incanto di una coscienza che si trasforma, ma il modo in cui questa scoperta vada di pari passo con la natura che la circonda. L’isola del romanzo è luminosa e piena di vita, e l’estate di cui leggiamo è quella nordica, breve e luminosissima, che si vive di corsa prima dell’inverno.

2856937-9788845274480L’utilità dell’inutile, Nuccio Ordine, Bompiani (€9,00)
Non un saggio, ma piuttosto un elogio delle cose effimere, belle, inutili; questo piccolo volumetto del calabrese Nuccio Ordine è una difesa della bellezza più indifesa: quella che non produce nessun profitto, ma che esiste solo per se stessa. Il tratto è appassionato, la scrittura elegante e credo sia fondamentale per tutti quegli appassionati che hanno fatto degli studi umanistici (i più bistrattati e giudicati, per l’appunto, inutili) il loro lavoro. Il saggio è completato inoltre da uno scritto dello scienziato americano Abraham Flexner. Imperdibile.

INDILIBR(A)I – La libreria Il Pensiero Meridiano – Intervista a Chiara Condò

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Il Pensiero Meridiano
Via Indipendenza, 12 – Tropea (Vibo Valentia)
0963 62096
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di Emanuela D’Alessio

Per la prima volta da quando abbiamo avviato la rubrica INDILIBR(A)I un libraio, anzi una libraia, ci ha chiesto con gentilezza e umiltà di essere intervistata, perché siamo stati guida involontaria nelle sue peregrinazioni romane, perché «aprire nella profonda Calabria dove non si incontrano librerie per chilometri e fare rete è difficilissimo», e quindi ricevere un po’ di attenzione è importante.
Ed eccoci qui, felici di contribuire, per quanto possibile, all’interesse per Il Pensiero Meridiano.

Il pensiero meridiano_logoChiara Condò è giovanissima ma con le idee molto chiare e una passione “prorompente” per i libri. Libraia per passione e vocazione, ma anche per necessità, «perché Tropea non poteva restare orfana della sua libreria». Dal 21 marzo 2015 a Tropea c’è Il Pensiero Meridiano, dove si può trovare anche quello che non si stava cercando. La gestisce Chiara con Alessandro Montagner (il suo fidanzato di Treviso).
Il bestseller della libreria in questi primi tre mesi è Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov (Voland), testo su cui Chiara ha scritto la sua tesi di laurea.

Di Chiara Condò sappiamo solo che è una giovane e coraggiosa libraia calabrese. Che cosa vuoi aggiungere?
Che sono nata a Roma nel 1989, laureata in Letterature europee per l’editoria a Pisa e poi diplomata presso la Scuola Librai Italiani di Roma. Sono stata inoltre stagista per la Marsilio durante il Salone del Libro 2014, per la libreria Canova di Treviso e Galla1880 di Vicenza, divertendomi e imparando moltissimo

La tua libreria ha aperto i battenti il 21 marzo di questanno. Sicuramente è troppo presto per trarre un bilancio, però puoi senzaltro spiegarci il perché di questa decisione.
Ho lavorato per molti anni nella storica libreria di Tropea La libreria. Proprio poche settimane prima del mio esame finale alla SLI, la proprietaria è venuta a mancare, lasciando Tropea orfana della sua libreria. Era sua volontà che continuassi il mestiere che mi aveva insegnato, e allora sono tornata a casa.

Hai frequentato con lode la Scuola Librai, hai sempre lavorato in una libreria. Insomma hai alle spalle una consolidata esperienza teorica e pratica. Basta questo per buttarsi nella mischia?
Se le tempistiche fossero state diverse avrei voluto prolungare il mio stage, specialmente alla libreria Canova, dove il direttore Franco Casonato mi ha insegnato moltissimo. Formazione ed esperienza sono fondamentali, ma altrettanto lo sono quelle capacità trasversali necessarie per avere a che fare con il pubblico. Fare il libraio significa essere sempre in prima linea, avere pazienza, nervi saldi e una passione prorompente, con cui avvolgere i lettori.

Parlaci del nome della libreria, perché lhai chiamata Il Pensiero Meridiano?
Il pensiero meridiano è il titolo di un saggio di Franco Cassano, uscito nel 1996 per Laterza. È un saggio sull’esigenza del sud di pensarsi autonomamente, non per definizioni altre e, in generale, sulla necessità di “pensare a piedi”, di andare lentamente. Ho un rapporto ombelicale con questo testo, e volevo che lo spirito della libreria ne richiamasse il contenuto.

Che cosa significa essere una libraia, e soprattutto che cosa significa esserlo in Calabria?
Significa, in primo luogo, avere la possibilità di condividere una passione che per anni ho tenuto per me sola, e renderla finalmente un lavoro. Esserlo in Calabria significa sentirsi, a volte, ai confini dell’impero: non tutti gli autori arrivano, non sempre la distribuzione ci raggiunge, gli editori non investono sul territorio.  E allora cerchiamo di sopperire con la nostra creatività. Un esempio: per la giornata mondiale del libro molte librerie ospitavano autori; noi abbiamo organizzato un flashmob con i lettori.

11026211_802040343197583_1277859725291986058_nCome deve essere una libreria, com’è la tua libreria?
Una libreria deve essere un compromesso tra il libraio e i lettori: credo nel dare ciò che un cliente cerca, ma credo anche nell’educazione e nella crescita degli stessi.

Se tu fossi solo una lettrice, che cosa ti piacerebbe trovare in una libreria?
Un libraio competente e gentile, percorsi tematici, attività che mi facciano sentire parte della libreria.

E che cosa trovano i lettori da Il Pensiero Meridiano?
Spero che trovino non solo quello che stavano cercando! La mia è una libreria generalista, spazia dalla saggistica estrema ai romanzi da spiaggia. In un piccolo paese le librerie devono essere come empori, in cui le persone possano trovare un po’ di tutto.

Come scegli i libri che popolano la tua libreria?
La mia libreria è molto piccola, per questa ragione devo fare una selezione rigorosa. L’assortimento si crea ascoltando le richieste dei clienti, capendoli a fondo, anticipando i loro desideri.

Chi sono i tuoi clienti?
Mi piace chiamarli in un modo particolare: sono tutti “lettori meridiani”. E sono molto diversi tra loro, ma li accomuna la ricerca di buone letture. Nei primi tre mesi di vita della libreria ho venduto pochissima letteratura commerciale, e tanti editori di qualità.

Leggiamo sempre più spesso di librerie che si trasformano in circoli letterari, luoghi di aggregazione intorno ai libri e non solo. Che cosa succede nella tua libreria?
Siamo nati a ridosso dell’estate, mese di via vai per alcuni, di lavoro per tutti gli altri. Abbiamo organizzato dei pomeriggi con una prima elementare, alcuni incontri con autori, un concerto con un giovanissimo cantautore calabrese, e molto altro abbiamo in programma per l’estate. Ma è il lungo inverno tropeano che dobbiamo movimentare: a ottobre chiude l’80% delle attività commerciali, e i ragazzi non sanno cosa fare. Per questo ho intenzione di organizzare gruppi di lettura e attività in collaborazione con le scuole.

Quali sono i libri più venduti in questo periodo e quali ami consigliare di più?
Il bestseller della nostra libreria è Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov, pubblicato   da Voland: è il romanzo su cui ho scritto la mia tesi di laurea, ed è la dimostrazione di quanto contino i consigli del libraio in una libreria indipendente. Vendo molti libri di storia e cultura locale, e tanta letteratura per l’infanzia. È un piacere vedere che in molti regalano libri ai ragazzi.

Di che cosa hanno bisogno i librai in Italia (iniziative di promozione, legislazione ad hoc, sostegni finanziari, associazionismo di categoria)?
Ci sono già delle associazioni a riguardo (una tra queste l’ALI), ma mi sembra che i loro sforzi si disperdano. Credo sarebbe necessaria una legislazione più seria sulle scontistiche, e agevolazioni finanziarie.

Che cosa c’è da leggere, invece, sul tuo comodino?
Al momento sto leggendo due libri che presenteremo a breve: Lettere meridiane: cento libri per conoscere la Calabria di Francesco Bevilacqua e Ti ho vista che ridevi del collettivo Lou Palanca, entrambi pubblicati da Rubbettino. Ma c’è sempre, e mai da lì si muove, una copia del libro di Michael Ondaatje, Il paziente inglese: Non mi separo mai da lui, e mai l’ho fatto in tutti gli anni da nomade per l’Italia.

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INDILIBR(A)I – Scanner off da Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma
tel. 06 97 99 33 19

Torna SCANNER da Scripta Manent in modalità mono.

Dopo la seconda edizione di SCANNER, dal 5 all’8 febbraio 2015, dedicata alle autoproduzioni italiane, gli indomiti Maurizio Ceccato e Lina Monaco hanno deciso di organizzare incontri monografici sul tema, due volte al mese.

nodes3:4Si comincia venerdì 24 aprile alle 19 con «nodes», rivista di arte e neuroscienze. Dionigi Mattia Gagliardi presenterà il quarto volume della rivista Fabio Mauri. Archivio di Memoria dedicato a uno dei maestri dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra.

Fabio Mauri è morto nel 2009. Il Presidente Giorgio Napolitano in occasione della sua scomparsa ebbe modo di ricordare «l’intensa attività di creazione artistica sviluppata da Fabio Mauri nel segno di una ininterrotta ricerca e apertura al nuovo, e il suo impegno nel campo dell’organizzazione culturale (…) ne avevano fatto una figura di rilievo nel panorama dell’arte e della cultura italiana».

fabio mauri