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Tunué, dall’immaginario allo sconfinamento

di Emanuela D’Alessio

Il Salone del Libro di Torino apre i battenti e noi ospitiamo per la prima volta Massimiliano Clemente, direttore editoriale di Tunué, la casa editrice di Latina specializzata nel fumetto e nel graphic novel. Nel 2014 si è aggiunta la felice collana di narrativa italiana Romanzi, diretta da Vanni Santoni, e dal 2 maggio è in libreria Biliardo sott’acqua della scrittrice brasiliana Carol Bensimon, che ha inaugurato la nuova collana di narrativa straniera.

Oggi è stata inaugurata la 32esima edizione del Salone di Torino. Da quanti anni Tunué partecipa all’evento e quali sono le novità in programma? Inoltre, rispetto alla prima volta di Tunué a Torino, che cosa è cambiato sia dal punto di vista della casa editrice sia da quello dell’evento in sé?
Come Tunué frequentiamo il Salone di Torino sin dal 2008, prima nello spazio Incubatore poi con un nostro stand nei padiglioni degli editori generalisti. Abbiamo sempre privilegiato quest’area del Salone perché non ci piacevano le zone dedicate al fumetto (per diverse edizioni la fiera aveva predisposto parti dei padiglioni solo per i comics, con uno spiacevole effetto ghetto): volevamo portare i nostri graphic novel tra quei lettori forti che si interessavano di letteratura, di saggistica, che non erano esclusivamente lettori di fumetti.
Cosa sia cambiato è letteralmente misurabile in metri quadri: sempre più spazio, ovvero un catalogo che cresce costantemente, una visibilità guadagnata metro su metro, scaffale dopo scaffale, conquistando i lettori singolarmente; un lavoro fatto di brand identity, di adv mirato sull’evento. Le ultime due edizioni ci hanno visto condividere il grande stand del gruppo: Castoro, Tunué e Sonda insieme non fanno solo la forza rispetto ai singoli ma ci rendono anche tutti più belli.
Dagli esordi nell’Incubatore a oggi, abbiamo vissuto le diverse anime del Salone, i momenti bui della fase discendente, fino alla crisi e al fallimento che paventava la chiusura, per arrivare al bellissimo scatto d’orgoglio sia della città sia del popolo dei lettori che nel 2017 ha inaugurato la guida culturale di Nicola Lagioia.
Quest’anno ci troverete nel Padiglione 2, Stand K74, e qui https://www.tunue.com/tunue-al-salone-internazionale-del-libro-2019/ potrete trovare tutti i nostri appuntamenti e gli autori che porteremo in fiera.

Tunué è considerata tra i pionieri più innovativi e vivaci del mondo del fumetto e del graphic novel italiano. Possiamo partire da qui per parlare delle origini del progetto editoriale e di chi sono i suoi ideatori?
Tunué nasce nel 2004 seguendo due direttrici di sviluppo: dare vita al primo catalogo strutturato di saggistica dedicata all’immaginario pop, e lavorare sul graphic novel per portare il fumetto nelle librerie di varia. Questa visione era il portato professionale maturato dalla gestione del sito internet Komix.it (creato da me e da Emanuele Di Giorgi), uno dei pochi punti di riferimento all’inizio del 2000 per il fumetto sul web. Qui ci siamo formati e da qui è partito il nostro impegno nel mondo editoriale; successivamente, io e Emanuele, con Concetta Pianura a supporto, abbiamo fondato la Tunué.
All’inizio non è stato semplice, perché questo settore può essere veramente lacrime e sangue, ma abbiamo retto, resistito, facendo lavori totalmente estranei all’editoria pur di sostenere la società. L’esperienza è maturata sul campo, nel fare quotidiano e nel confronto critico continuo, con lo studio e la formazione permanente.
Avevamo un obiettivo e lo abbiamo perseguito: fare del fumetto un consumo culturale al pari della letteratura, sia per peso nell’immaginario sia per qualità complessiva, artistica e cartotecnica, portarlo fuori dal recinto degli appassionati e farlo incontrare con i lettori forti di narrativa.
A completare il quadro societario, quello che nel 2014 era il nostro responsabile commerciale, Marco Ruffo Bernardini, decide di acquisire una partecipazione nel capitale sociale entrando a tutti gli effetti nel gruppo dirigente.

C’è una storia da raccontare sul nome Tunué e il logo?
Il nome è di fantasia, è un suono, non ha significato, e anche questo ci piaceva: non farci incasellare in un settore ma essere trasversali. Tunué era scritto sul muro della stanza di Emanuele, ma non sappiamo altro.
Il primo logo prendeva spunto dalla stilizzazione di un omino, la T, e di una virgola, ribaltata a mo’ di testa con il ciuffo. Nel successivo restyling è sopravvissuta solo la testa, che ha inglobato la T, puntando sull’idea di un’icona più moderna, meglio gestibile anche al punto di vista grafico.

Quante persone lavorano in casa editrice?
Attualmente siamo in cinque, più le collaborazioni esterne legate alle curatele delle collane di saggistica e di narrativa letteraria. Abbiamo collaborazioni con le scuole di editoria e con gli indirizzi editoriali di accademie e università per stage formativi: tutti gli interni di redazione della Tunué provengono da queste esperienze, quindi è una porta d’ingresso che mi sento di consigliare agli aspiranti redattori.

Fumetto e graphic novel in Italia rappresentano oggi circa il 4% del mercato editoriale. Un settore di nicchia, per quanto vitale e in rapida trasformazione, rispetto al contesto europeo e internazionale. Da che cosa dipende questo “ritardo” italiano?
Il mercato italiano del fumetto, per produzione e traduzione di titoli, nel contesto europeo e mondiale non è un fanalino di coda, con circa 6500 novità l’anno siamo uno dei Paesi di punta. Il vero problema è lo scoglio dell’indice di lettura totale del mercato italiano, che ci vede arrancare intorno al 40% di lettori di libri (e questo è il dato generale, che non identifica il genere né le specifiche sui formati).
In questi ultimi anni, le macro-trasformazioni del settore (il varo delle etichette specializzate di Mondadori e Feltrinelli, le acquisizioni compiute da La Nave di Teseo e da Il Castoro su tutte) inducono a sperare in un futuro interessante. Ricordiamo che in Francia, mercato che guardiamo sempre con grande interesse, una decina di anni fa si innescò un ciclo virtuoso, che dura tutt’ora, proprio grazie all’entrata dei grandi gruppi. Il segno evidente della trasformazione in corso è chiaro entrando in una qualsiasi libreria: lo spazio, quantitativo e qualitativo, che oggi occupano i fumetti era inimmaginabile, e credo ci siano i margini per un ulteriore sviluppo.

Tunué è stata definita portatrice di eccellenza e sperimentazione nell’ambito editoriale, una casa editrice transmediale. Che cosa significa esattamente?
Mi fa piacere si dica questo di noi. Nei quindici anni di attività abbiamo sempre cercato di offrire un catalogo che risultasse interessante e nuovo per il lettore, senza andare a sovrapporci a linee editoriali esistenti: la saggistica pop, i graphic novel per bambini e ragazzi con la collana Tipitondi, un certo tipo di narrativa letteraria, i mercati marginali (come quello spagnolo del fumetto d’autore, con Paco Roca a fare d’apripista).
Considerando la gavetta che abbiamo fatto editando il portale web Komix.it, alcuni esperimenti di fumetto interattivo e per app, il lavoro sui diritti cinematografici, possiamo dire di aver sfiorato il transmediale nell’accezione più leggera. Di certo, l’attitudine a travalicare i linguaggi e i media l’abbiamo innata e non potrà che strutturarsi sempre più grazie alle sinergie con Il Castoro e al lavoro che stiamo iniziando a sviluppare sul fronte del licensing e delle property, ma senza perdere di vista l’aspetto che riteniamo fondamentale: fare bei libri e seguirli al meglio in ogni fase del loro ciclo.

La linea editoriale di Tunué si è diversificata negli anni. Partiamo dalla prima collana, quella di saggistica sul fumetto in cui siete leader in Italia. Quali sono le caratteristiche di una collana di saggi su fumetto e graphic novel?
Ancora oggi abbiamo il più ricco catalogo di saggistica dedicata al fumetto, all’animazione e alla cultura pop. Lo abbiamo strutturato cercando di privilegiare gli argomenti meno indagati, le analisi più innovative, le migliori voci critiche sia accademiche sia di giovani studiosi. Mi piace ricordare i testi sul fumetto GLBT, sulle donne nell’animazione e nel fumetto, i fondamentali studi sul graphic novel e su tutto il mondo legato al Giappone, dai manga agli anime. Il grande lavoro fatto con Marco Pellitteri, editor scientifico delle collane, è stato quello di bilanciare la leggibilità e la solidità teorica dei testi. Negli ultimi anni, in linea con la generale flessione dei consumi di saggistica, abbiamo ridotto il numero di titoli pubblicati, ma cerchiamo sempre di inserire uno/due saggi di grande spessore all’interno dei nostri piani editoriali.

Il primo titolo della collana Romanzi

Nel 2014 c’è stata la svolta verso la narrativa italiana, con la collana Romanzi diretta da Vanni Santoni. Una scelta molto felice visti gli ottimi risultati di pubblico e le candidature allo Strega di Iacopo Barison e Luciano Funetta. I fumetti non bastavano più?
Al Premio Strega aggiungo le candidature di Giorgio Biferali e Giordano Tedoldi; e non dimentichiamo il prossimo film di Daniele Ciprì tratto proprio da Stalin + Bianca di Barison. La decisione di aprirci alla narrativa non di genere, ma decisamente letteraria, si è inserita nel naturale processo di sviluppo del nostro fare editoria. Fin dall’esordio, nel 2004, avevamo chiaro che non ci saremmo occupati solo di graphic novel, che avremmo cercato storie dalla forte carica narrativa, contaminazioni e adattamenti da romanzi celebri e che sarebbe arrivato il giorno in cui avremmo offerto anche fiction non a fumetti. Nel lavoro che porta avanti Vanni si è manifestata al meglio questa nostra visione.

Anche la linea grafica di Romanzi si è subito distinta per originalità e innovazione. Possiamo riassumere i tratti salienti del progetto e di quello appena rinnovato?
Nel momento in cui si decide di varare una collana, oltre al fondamentale lavoro che porta a identificare una linea editoriale che dovrà sorreggere l’intero progetto, va pensata una grafica in grado sia di fronteggiare lo sterminato terreno minato dello scaffale librario sia di trasmettere, a livello percettivo e simbolico, il peso del libro e il disegno complessivo della collana. La nostra idea era di lavorare sulla sintesi grafica, al confine tra il minimalismo e l’espressionismo in chiave pop: da qui, la macchia di colore (con una strizzatina d’occhio al mondo dei fumetti), l’icona, l’assenza di testi in copertina. Devo dire che lo studio Tomomot ha interpretato al meglio le nostre indicazioni e la collana Romanzi si è subito distinta proprio per la sua grafica. Il restyling è maturato sia per festeggiare l’ampliamento dell’offerta letteraria alla narrativa straniera, sia per rinfrescare un’immagine che, dopo aver sorpreso per intensità visuale e simbolica, iniziava a generare imitazioni più o meno dirette. Abbiamo lavorato sempre in tandem con lo studio veneziano: restando in scia alla precedente impostazione, abbiamo aggiunto dei livelli cromatici nella macchia di colore e abbiamo trasformato il logo grafico in un’illustrazione più calda, un tratto di pennello che in brevi segni sintetizza un’emozione. Il segno dell’illustrazione si trasforma poi in una pennellata che lega tutto il libro, scorrendo anche nel retro di copertina e abbracciando il blocco degli interni con la storia, dando un effetto di labratura.

È stata appena inaugurata la nuova collana di narrativa straniera. Dal 2 maggio è in libreria il primo titolo, Biliardo sott’acqua della brasiliana Carol Bensimon. Di che cosa si tratta e quali saranno, se si può dire, i prossimi autori?
La costola della Straniera è co-diretta da Giuseppe Girimonti Greco, traduttore e consulente di pregio. Le proposte si inseriscono nella linea sviluppata dalla narrativa italiana, con il focus su quello «sconfinamento» che si è ritagliato uno spazio nelle sistematizzazioni critiche del canone contemporaneo, con l’accento posto sul weird, sul conturbante, sul fantastico. Il titolo che inaugura la collana è di una giovane scrittrice brasiliana, già Premio Jabuti (l’equivalente carioca dello Strega). Biliardo sott’acqua, nella splendida traduzione di Daniele Petruccioli, ci racconta il vissuto di Antônia, la giovane e misteriosa protagonista, e i suoi rapporti con tutta una serie di personaggi che sulla scia dei ricordi ne indagano il passato, sperando di trovare la risposta all’interrogativo di fondo sul perché e, soprattutto, sul quando una vita cominci a crollare.
Il romanzo successivo, del quale vi anticipo solo il titolo: Mio padre era un uomo sulla terra e in acqua una balena, arriva dal mercato svizzero di lingua tedesca e uscirà in libreria a settembre.

In uscita il 6 giugno

Nel 2018 Tunué è entrata nel gruppo Castoro, il quinto editore nel mercato editoriale ragazzi, e il primo editore indipendente per ragazzi in Italia. Unire forze e competenze è sempre una strategia vincente. Quali sono gli obiettivi principali di questa scelta?
La risposta è nella tua domanda: unire le competenze, gestire al meglio il confronto costruttivo, sfruttare le economie di scala che un gruppo permette. In questo anno dall’acquisizione, la grande esperienza del Castoro è stata per noi fonte di stimolo continuo e accrescimento professionale; un miglioramento di ogni fase del lavoro editoriale, promozionale e commerciale.
Cedere il controllo di quello che hai contribuito a creare è possibile solo quando comprendi in modo sereno e limpido che la scelta rientra in una strategia vincente. Il valore aggiunto dell’operazione è dato anche dal bel rapporto che abbiamo instaurato con tutti, nel Castoro e in Sonda. L’editoria è un lavoro che fai perché lo ami, adori i libri, le storie, le immagini; se lo porti avanti con persone che sono sulla tua stessa lunghezza d’onda allora ti diverti pure.

Per una casa editrice come Tunué quali sono le fiere editoriali imperdibili in Italia e all’estero?
Per noi che partecipiamo a più di quindici fiere ogni anno è come chiedere quale figlio sia il più intelligente e bello. In ogni caso, senza far torto a nessuno ed evitando liste lunghissime, per noi sono fondamentali Lucca Comics per il fumetto, il Salone di Torino per il contesto editoriale nazionale, Francoforte e Angoulême per i diritti esteri, Bologna Children’s Book Fair sia per i diritti sia per il palcoscenico internazionale.

Massimiliano Clemente

Com’è il futuro per Tunué e possiamo parlare di nuovi progetti e titoli (qualcuno almeno) fino al 2020?
Il futuro fino al 2020 è già scritto, almeno per grandi linee e per il 90% dei titoli. In questi giorni lavoriamo alla messa a punto del piano editoriale del prossimo anno, cercando di bilanciare le varie proposte. Posso dire solo che avremo i nuovi libri di Paco Roca e di Shaun Tan, romanzi dall’India e dall’Irlanda, e diversi esordi italiani a fumetti. Invece, a fine 2019 pubblicheremo il miglior libro in assoluto di questa stagione editoriale, e lo dico senza imbarazzo e senza falsa modestia. Unici indizi: avrà testo e disegni, ma non è un romanzo né un fumetto; uno degli autori ha avuto a che fare con la magia e l’altro è una colonna portante della letteratura mondiale. Di più non posso ancora dire.

Che cosa c’è da leggere in questo momento sul comodino di Massimiliano Clemente?
Atlante occidentale, di Del Giudice. Satantango, di Krasznahorkai. Pastorale americana, di Roth. La politica senza politica, di Marco Revelli. E vagonate di fumetti.

 

 

Roberta Cadorin, arte tra illustrazioni e cucina

FUORI CAMPO – Rubrica dedicata all’illustrazione e al fumetto

di Rossella Gaudenzi

Esse stanno allineate in ciascuno di noi. Vuote. Nessuno si siederà più. Di notte, al buio, si bisbigliano l’un l’altra delle strane vecchie storie. Il resto si legge.

Dino Buzzati, Le sedie (1965), in Le storie dipinte 

Avevo poco meno di un anno quando per la prima volta ho posato i piedi su boschi e rocce delle Dolomiti. Il rapporto di conoscenza con quei luoghi prodigiosi è stato costante per i miei primi venti anni. Il libro Un piccolo mondo a parte mi ha rimessa in contatto, dolcemente, con un mondo suggestivo la cui forza non cessa di incantare.

Torniamo a parlare di illustrazione con la bellunese Roberta Cadorin. «In passato una laurea in architettura allo Iuav di Venezia. Poi il mondo del fumetto con Roberto Totaro e quello d’illustrazione, alla scuola internazionale di Sàrmede, con l’insegnamento di Arcadio Lobato, Maurizio Olivotto, Anna Castagnoli e Javier Zabala. Il presente tra illustrazione, pittura e cucina».

libroinverdePartiamo dal presente e dalla pubblicazione del libro scritto da Elisabetta Tiveron e da te illustrato, Un piccolo mondo a parte. In viaggio tra Venezia, Alpago e Consiglio (Kellermann editore, 2016), secondo capitolo del progetto La strada del ciboCi racconti la genesi di questo libro?
Un piccolo mondo a parte nasce da una comune passione, di Elisabetta Tiveron e mia, per il cibo. Ci siamo conosciute grazie ai nostri blog (rispettivamente, cobrizoperla.blogspot.it e www.elisabettativeron.it; non propriamente foodblog). Poi è seguito un incontro dal vivo e, nata una concreta amicizia e stima reciproca, abbiamo pensato di collaborare.
Elisabetta aveva già avviato questo progetto, La strada del cibo per Kellermann editore. Per questo titolo si è trattato di guardarci un po’ attorno e scovare una chiave di lettura per scoprire e studiare una piccola ma preziosa porzione di territorio, a metà strada tra Elisabetta, veneziana  e me, bellunese. L’essenza di questo libro è il non essere una semplice guida né un compendio di cucina.
Le illustrazioni non sono nate a testo ultimato, come avviene usualmente, ma si sono sviluppate parallelamente, in relazione alle escursioni fatte sul posto. Poi, come per magia, i due racconti, quello narrativo e quello illustrato e fotografico (che non vogliono essere didascalici), si sono incastrati perché quello che abbiamo tracciato in questi luoghi si dipana davvero come un percorso di anima e di pancia.
La più bella soddisfazione è sentir dire dai lettori che incuriosisce ed emoziona.

Roberta Cadorin

Roberta Cadorin

Sei nata e vivi a Belluno. I “tuoi luoghi” hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di fare illustrazione?
Credo proprio di sì, inevitabilmente e, più o meno, inconsapevolmente come anche l’uso frequente di carta, colori, colla e forbice sin da molto piccola.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Le emozioni, gli incontri, e quindi anche la lettura, il cinema, la pittura o la fotografia, ma anche il semplice vissuto quotidiano o un viaggio.

Ci sono illustratori che puoi definire tue fonti di ispirazione?
Amo illustratori diversissimi tra loro. Ad esempio Saul Steinberg, Carll Cneut, Hervé Tulle o Beatrice Alemagna che non hanno molto in comune tra loro, no? E tanto meno io con loro, purtroppo. È appagante quando poi accade di conoscere un artista di cui apprezzi il lavoro e in seguito si rivela anche una persona di spessore dal vivo. Sono molto grata e affezionata a quelle generose che ho incontrato e che mi hanno rese partecipe del loro sapere.

Come è avvenuta la conversione da architetta a illustratrice?
Quando ho scelto architettura tanti anni fa ero consapevole non fosse la strada a cui più ambivo, ma non avevo alternative. Non ho mai sentito profondamente la vocazione del progettista architettonico.
Da laureata, a un certo punto, la nostalgia del disegno e del colore si è fatta talmente prepotente che ho girato pagina definitivamente, senza alcun rimpianto. C’è stata un’agenzia di grafica di cui ero titolare, con altri soci, e a seguire un paio di corsi alla scuola internazionale di illustrazione di Sàrmede. Quindi un figlio che mi ha rivoluzionato la vita e regalato una visione privilegiata su di essa. Ora credo di avere fatto un passo in più: mi sono perdonata quella scelta universitaria fatta con ingenuità.

saladCi parli del tuo presente tra pittura e cucina?
I due ambiti si intersecano spesso nelle mie giornate, tra tavolo da disegno e tavolo della cucina. In entrambi le passioni, l’esercizio può migliorare la tecnica. Ecco, l’unica pecca di questi due amori paralleli è che, se mi dedico più a uno, trascuro inevitabilmente l’altro.

Qual è il tuo rapporto con l’illustrazione di libri per ragazzi?
Ho iniziato a sfogliarne comperando libri illustrati per il mio bambino. Credo che lui abbia contribuito molto a far crescere il mio interesse, anche se ho constatato più di una volta che ciò che piace a me spesso ai piccoli non garba.

Traendo ispirazione da una tua suggestiva illustrazione con citazione di Dino Buzzati: che lettrice è Roberta Cadorin?
Ah, Buzzati, grande illustratore tra l’altro! Bellunese e amante delle montagne, come non amarlo? Era un grande consumatore e conoscitore di racconti per immagini, con interessi visivi molto variegati e un’affascinante e misteriosa capacità di infarcire la narrazione con suggestioni apparentemente lontanissime. Ora non chiedermi fra tutti qual è il libro che ho letto nella mia vita e che maggiormente mi ha influenzata. Ti risponderei i testi scolastici di latino. Che incubo! Non mi ricordo più nulla, ma li sogno ancora di notte quando sono agitata. Per usare una metafora culinaria, potrei dire che alterno bulimia a pause di digiuno, con la lettura. Ecco, una cosa che proprio non voglio fare è terminare per forza un libro che proprio non mi piace. Era un obbligo ai tempi della scuola. Perché dovrei farlo ora nel tempo libero?

Un accento sul futuro. Illustrazione di Roberta Cadorin

Un accento sul futuro. Illustrazione di Roberta Cadorin

Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi lavori in corso-prossime pubblicazioni?
Al momento sto lavorando ancora sul cibo, ma in contesti diversi. I referenti sono francesi ma con un occhio attento al panorama italiano. Un altro progetto in corso interessante è con un editore orientale. Mi incuriosisce molto poter vedere le mie illustrazioni affiancate a segni della scrittura orientale. Ma preferisco non aggiungere altro per scaramanzia.

L’ultima, immancabile domanda: cosa c’è da leggere sul tuo comodino?
Ci sono alcuni bigliettini di mio figlio con alcune frasi emozionanti che non riusciamo a dirci a voce; un libro di poesie di Nina Cassian, C’è modo e modo di sparire; Storia di un corpo di Daniel Pennac con illustrazioni di Manu Larcenet; Les poings sur les îles, un libro con testo in francese di Elise Fontenaille e illustrazioni dell’adorabile Violeta Lopiz; un’opera di architettura France ou Alemanne: un livre inécrit de Le Corbusier di Jean Louis Cohen.

Torna SCANNER, il festival delle autoproduzioni da Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma

Oggi 25 febbraio inizia SCANNER, il festival delle autoproduzioni italiane giunto alla terza edizione, organizzato da Maurizio Ceccato e Lina Monaco nella libreria Scripta Manent a Roma.

SCANNER dura fino al 28 febbraio, quattro giornate dedicate alle narrazioni di coloro che operano nel campo delle arti grafiche e tipografiche in Italia, delle riviste di fumetti e delle antologie di narrazioni, di artisti della serigrafia e di artigiani della calcografia.

Quattro giorni di incontri, con dimostrazioni live su come si progetta e realizza una fanzine, nello spazio della libreria messo a disposizione gratuitamente dalle ore 17 alle 24, no-stop.

«Nel 2015 – spiega Maurizio Ceccato – su diversi dizionari italiani la voce autoproduzione è assente. Il termine più vicino è fanzine, parola inglese che nasce negli anni Quaranta dalla crasi di due parole: fanatic (appassionato) e magazine (rivista) che in italiano, come suggerisce Wikipedia, può essere tradotto rivista amatoriale. Ma questo termine, oggi, oltre che essere stretto non coincide con le produzioni attuali che si stanno ricavando nell’ultimo decennio uno spazio preciso fuori dai circuiti librari, confezionati e redatti in una forma tutt’altro che “amatoriale”».

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Calendario (in progress) degli interventi LIVE
Gli orari sono suscettibili di variazioni

giovedì 25
ore 18,00 NODES
ore 19,00 WATT • Senza alternativa

venerdì 26
ore 17,30 Roberto Grossi + Tre Boschi
ore 18,30 Fabio Donalisio + nervi + ISOLA
ore 19,00 Alessandro Martoz Martorelli
ore 19,30 B comics • Fucilate a strisce + Maurizio Ceccato, Lina Monaco
ore 20,00 Night Italia + Marco Fioramanti
ore 20,30 Paolo Schneider

sabato 27
ore 18,00 Stefano Piccoli + Liska Prod.
ore 18,30 Marina Biagini
ore 19,00 Costola
ore 19,30 Pastiche
ore 20,00 Clockwork Pictures + Fabio Meschini

domenica 28
ore 18,00 DUDE mag
ore 18,30 Flanerì + effe
ore 19,00 Brigata RGB + Ynfidel Enrico D’Elia

Intervista a Dionigi Mattia Gagliardi, direttore della rivista nodes

Intervista a Susanna Mattiangeli, autrice e illustratrice

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi

di Rossella Gaudenzi

Susanna Mattiangeli nasce a Roma nel 1971. Lavora con i bambini da sempre ed è autrice di testi per bambini. Tra i suoi ultimi lavori, Come funziona la maestra, illustrato da Chiara Carrer (2013, Il Castoro), La mia scuola ha un nome da maschio (2013, Lapis), Gli altri (2014, Topipittori).

Susanna Mattiangeli

Susanna Mattiangeli

Chi è Susanna Mattiangeli?
Sono una quarantatreenne romana, laureata in Storia dell’Arte, sin da bambina mi piaceva disegnare. Ho quindi studiato l’illustrazione, ma da sempre amo l’attività manuale: esplorare le  tecniche, pasticciare, provare. Ho compreso presto che la mia strada non sarebbe stata quella accademica, mi sono laureata inframmezzando lo studio con il lavoro e la maternità. Sono animata da una sorta di insofferenza, non riesco a a stare ferma: da un lato ho bisogno di fare cose con le mani, dall’altro avverto la necessità di mettermi seduta a studiare, scrivere. Queste due anime continuano a convivere.
La formula che ho trovato è di occuparmi di laboratori per bambini, il modo più interessante e appassionato per svolgere attività manuale senza rinchiudermi in una bottega. Il mondo dei bambini mi diverte, mi permette di sperimentare tecniche a metà tra il didattico e il ludico. Poter fare i laboratori è un grande privilegio, una via di fuga, un vero motore di idee. Alla base c’è sempre un piccolo quesito: come fare a… far funzionare un pupazzo? un libro? una stop-motion? La stopmotion è un’animazione frame by frame, foto per foto, legata tradizionalmente alla plastilina, animazione artigianale su carta oggi realizzata con applicazioni che la facilitano. Per me è questa l’attività manuale.

Susanna Mattiangeli è anche scrittrice e illustratrice…
La scrittura mette in moto un’altra parte del cervello. Mi definirei autrice; la mia attività di illustratrice riguarda libri risalenti a molto tempo fa. L’energia per diventare una vera illustratrice non è la stessa che impiego nello scrivere. Illustrare mi diverte di meno; disegno molto dal vero con i ragazzi, mi piace dipingere, lo faccio per me e non me ne priverei. Ma nel campo dell’editoria per ragazzi ci sono moltissimi libri di illustrazione di qualità e non saprei dove collocare il mio contributo. Nel lavoro con i bambini so che il mio contributo è importante, quello che faccio ha un senso, mentre fino a ora non ho trovato un motivo valido per decidere di essere io a illustrare un mio libro.

Quando ti affacci alla scrittura hai delle cose da dire o parti da quello che cercheresti nella narrativa per ragazzi?
Ci sono temi che mi interessano: il tema di Gli altri era mio, Come funziona la maestra è nato quando la mia attività di organizzatrice di laboratori mi ha messo in contatto e a confronto con la figura della maestra. Cosa mi piacerebbe leggere? Le mie ultime tre-quattro pubblicazioni sono esattamente quello che avrei voluto leggere.

maestraLa maternità cambia il modo di essere scrittori di libri per ragazzi?
È vero che avere dei figli ti porta a parlarne, ti avvicina quotidianamente al loro mondo, fa la differenza. Ho però una formazione che mi avvicina al linguaggio dei bambini: oltre a occuparmi di laboratori da vent’anni, ho fatto per diversi anni la baby sitter. Una  frequentazione con il linguaggio del bambino l’avevo dunque per esperienza.
Avere dei figli amplifica tutto: prendere la frasetta del bambino e inserirla nel libro però è cosa che non ho mai fatto. La chiave di lettura che applico è una mia chiave mentale, una  trance che sopraggiunge e mi fa vedere quello che accade dall’esterno; mi piace trovare un punto di vista particolare da cui vedere le cose, che non coincide con quello del bambino, anche perché io non lo sono. È un punto di vista che mischia tutto, mi diverte molto. Poi ogni tanto si costruisce nitidamente il discorso su un aspetto specifico, e nascono Come funziona la maestra, Gli altri…  creazioni sorte già complete.
Ad esempio, l’idea per Come funziona la maestra è venuta insieme a un’amica. Non credevo di essere stata particolarmente originale. Ho accettato di pubblicare con Il Castoro, tra i primi a rispondermi positivamente. Forse per i testi brevi che scrivo, che non impegnano esageratamente il redattore, è uscito un buon lavoro, appropriato ai tempi.

Quale sinergia deve esserci, per un lavoro a quattro mani, tra scrittore e illustratore?
Nel mio caso l’illustrazione è venuta dopo: in origine c’era il testo e poi l’illustratore, scelto dalla casa editrice. Il compito è trovare le immagini che richiamino l’attenzione di quella nicchia di persone a cui il mio testo si rivolge. Più che marketing è un fatto comunicativo a un alto livello: parlo in un certo modo e può essere condiviso con alcuni e non con altri, piacerà ad alcuni e non ad altri.

A cosa sta lavorando oggi Susanna Mattiangeli?
Ora miro a scrivere un testo lungo. Un testo breve per albo comporta una determinata scrittura, parola per parola. Un romanzo è tutt’altro, mi devo misurare con questa forma. Sarà edito da Il Castoro, casa editrice con cui mi sto trovando bene, ho un buon rapporto con l’editor, che mi dà larga fiducia, elemento per nulla scontato. Nel frattempo è uscito un albo illustrato da Felicita Sala per una casa editrice spagnola, la Fragatina, che si intitola Crescendo e tra qualche mese uscirà anche in Italia.

A quale fascia delle età infantili ti senti più vicina da un punto di vista creativo?
Sono molto stimolata dal mondo surreale dei bambini più piccoli, mi piace esplorare quest’aspetto quando sto con loro, ma credo che ogni età abbia il suo modo di incantare. Ho la fortuna di lavorare con bambini ma anche con ragazzi e ragazze che a volte sono di grande ispirazione. Quello che ho scritto finora è adatto a un pubblico vario, per ciò che ho visto bambini dai 4 agli 8 anni ci trovano qualcosa in modo diverso. Come funziona la maestra però piace anche a molte maestre, lo vogliono per sé. In realtà se ho un’idea non mi chiedo molto a quale fascia di età vada destinata, l’importante è che mi convinca, poi capisco chi potrebbe essere il lettore e lavoro per andargli o andarle incontro.

interno

Quali sono le letture attuali dei tuoi figli, di 9 e 14 anni?
Il piccolo sta leggendo Matilde di Roald Dahl e la grande sta leggendo L’isola di Arturo di Elsa Morante.

Se tu fossi bambina oggi, con quale libro sottobraccio usciresti da una libreria?
Io piccola amerei Chi me l’ha fatta in Testa di Werner Holzwarth e Wolf Erlbruch e L’arca parte alle otto di Hurlich Hub e Jörg Mühle. Io/bambina di oggi sarei comunque una rodariana, quindi anche una fan di Friot.

Quali libri ci sono sul comodino di Susanna Mattiangeli?
Ho finito da poco Middlesex di Joeffrey Eugenides e Una buona scuola di Richard Yates. Adesso sto leggendo, di proposito, ancora un romanzo di formazione uscito però di recente, Roderick Duddle di Michele Mari.

gli altri

Consigli di lettura di Lina Monaco e Maurizio Ceccato –
Libreria Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma
tel. 06 97 99 33 19

Ecco i consigli di lettura della libreria Scripta Manent.

krusoKruso, Lutz Seiler (trad. di Paola Del Zoppo), Del Vecchio editore.
Kruso è un romanzo che non t’aspetti. Inizia con una vicenda privata, la perdita dell’amata, e ci presenta il protagonista Ed, completamente in balia di una vorticosa spirale di dolore che sembra tirarlo inesorabilmente verso il basso. Poi la riscossa, il tentativo di placare la sofferenza cercando rifugio in un luogo dai tratti fantastici e leggendari. Sull’isola Hidensee per Ed inizia una vera e propria avventura fatta di incontri e “misteri” notturni.  La pubblicazione di Del Vecchio e la traduzione della sempre ottima Paola Del Zoppo, sono a corollario di alta qualità.

L’Amalassunta, Pier Franco Brandimarte, Giunti, 2014
L’Amalassunta è il romanzo d’esordio del giovanissimo Pier Franco Brandimarte. La vicenda ci riporta tra i silenzi e i colori che padroneggiano l’entroterra abruzzese e marchigiano, con qualche capatina a Bologna e a Parigi. Tutti i luoghi in cui il genio di Osvaldo Licini prese forma attraverso le sue opere più famose. L’Amalassunta si muove in bilico sul crinale tra saggio e narrativo. La scrittura è raffinata, elegante, misurata. A tratti strappa il cuore con le descrizioni paesaggistiche e le atmosfere suggestive. Bravissimo Brandimarte.

Bcomics, AAVV, Ifix
Bcomics • fucilate a strisce è una novità a tutto tondo nel panorama dei fumetti. Il primo volume della trilogia si chiama Crack! e indaga, secondo il segno specifico di ogni autore, il mondo delle onomatopee, che nel fumetto rappresentano la forma sonora più diffusa. Crack! è il filo conduttore delle dieci storie, declinato in ogni sua possibile accezione. Nota di rilievo: il progetto grafico è del nostro inesauribile Maurizio Ceccato.
Martedì 21 luglio alle 21, Bcomics sarà a 100 libri in giardino, la rassegna estiva organizzata dalla libreria Giufà, al Quadraro in Via Filippo Re (zona Tuscolana).

La Ferocia, Nicola Lagioia, Einaudi, 2015
La Ferocia va letto. Punto e basta. Le critiche a prescindere sono per i qualunquisti.

Con questi suggerimenti Lina e Maurizio vi augurano una calda e assolata estate. Tornate tutti abbronzati a leggere tra le nostre righe bianche e rosse. Ci vediamo a settembre.

INDILIBR(A)I – Scanner off da Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma
tel. 06 97 99 33 19

Torna SCANNER da Scripta Manent in modalità mono.

Dopo la seconda edizione di SCANNER, dal 5 all’8 febbraio 2015, dedicata alle autoproduzioni italiane, gli indomiti Maurizio Ceccato e Lina Monaco hanno deciso di organizzare incontri monografici sul tema, due volte al mese.

nodes3:4Si comincia venerdì 24 aprile alle 19 con «nodes», rivista di arte e neuroscienze. Dionigi Mattia Gagliardi presenterà il quarto volume della rivista Fabio Mauri. Archivio di Memoria dedicato a uno dei maestri dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra.

Fabio Mauri è morto nel 2009. Il Presidente Giorgio Napolitano in occasione della sua scomparsa ebbe modo di ricordare «l’intensa attività di creazione artistica sviluppata da Fabio Mauri nel segno di una ininterrotta ricerca e apertura al nuovo, e il suo impegno nel campo dell’organizzazione culturale (…) ne avevano fatto una figura di rilievo nel panorama dell’arte e della cultura italiana».

fabio mauri