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Juvenilia, la nuova collana di albi illustrati targata IFIX

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Emanuela D’Alessio

pinocchioTra le molte novità di quest’anno alla fiera della piccola e media editoria Più Libri, Più Liberi, conclusa l’11 dicembre, ne raccontiamo una in particolare.
Si chiama Juvenilia ed è la nuova collana di albi illustrati per bambini e realizzati dai bambini stessi, edita da IFIX di Maurizio Ceccato e Lina Monaco.

Non è l’ennesima serie di libri di favole illustrate, ma molto di più e di diverso.
Se la fiaba resta sempre il punto di partenza, è l’arrivo a stravolgere completamente la prospettiva. Juvenilia, infatti, utilizza i personaggi delle favole contemporanee già divenute classici, per poter raccontare con un linguaggio moderno, ma mai esplicito, i tempi della nostra contemporaneità.

Il primo ciclo prevede la riscrittura di tre favole, Pinocchio, La Sirenetta e Il brutto anatroccolo, tre favole che parlano di trasformazione.
Il risultato è il frutto di un lavoro di squadra e di competenze differenti: Eugenia Cassandra, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ha messo a disposizione i suoi strumenti per comprendere i sottotesti presenti nelle favole; tre scrittori hanno rielaborato i testi cercando spiragli narrativi inaspettati per rendere le storie più vicine ai bambini del nostro tempo; infine i bambini, che hanno realizzato le immagini durante sei incontri, presso la libreria Scripta Manent, sotto la guida dell’illustratrice Cecilia Campironi.

Il primo libro in uscita è Pinocchio, narrato dallo scrittore e musicista Alberto Fiori. Un lento viaggio, attraverso i suoni e i rumori, in cui la trasformazione avviene nella notte. Mettendo su pagina ciò che Collodi non ci ha mai raccontato. Una voce narrante in prima persona che scandaglia, con curiosità e timore, i cambiamenti del suo corpo, materici e sensoriali. Il testo breve ma con ritmo incalzante, scandisce le ore che passano fino al risveglio. Le immagini illustrano un percorso inedito di un Pinocchio che sembra essere il protagonista della storia, fino a comprendere che quel personaggio, altro non era che un giocattolo col quale il bambino attraversa la notte, luogo simbolico in cui risiedono tutte le paure ancestrali e adolescenziali e, una volta fattasi luce, il giocattolo può essere riposto in una scatola perché il bambino è pronto per affrontare la sua giornata… o la vita.

pinocchio_juvenilia_02Ne abbiamo parlato meglio con Lina Monaco, responsabile editoriale di Juvenilia.

Riscrivere favole, e di quelle più celebri come Pinocchio, La Sirenetta o Il brutto anatroccolo, affidare a bambini il compito di illustrarle, e infine decidere di pubblicare “in casa”. Insomma, la sfida sembra un vero salto triplo mortale. Che cosa ne pensi?
Penso che sarebbe inopportuno disturbare i “monumenti” della nostra cultura fiabesca se non ne valesse davvero la pena. Il progetto è ambizioso e si fa carico di restituire al lettore una proposta inedita ma di cui, probabilmente, si sente già la necessità.

Come è nato il progetto? Dalle favole, dai bambini, da urgenze personali?
Era da un po’ che io e Maurizio Ceccato ci interrogavamo sulle favole di recente scrittura, quali fossero i contenuti che veicolavano e quali ingredienti utilizzassero per raccontare la modernità. Alcune di queste nuove favole riescono a fare breccia, nei genitori, nei bambini, ma molte restano nell’oblio. Cioè non raggiungono il lettore. E così ci siamo domandati cos’è che potesse tenere legati i genitori e i figli a una stessa lettura. E la risposta è stata immediata: un personaggio della nostra infanzia che parlasse con il cuore in mano delle proprie emozioni. Vicino alla mamma e al papà che leggono, ma con un linguaggio vicino ai figli.

Chi sono gli autori coinvolti e come si è svolta l’operazione di riscrittura?
Pinocchio è stato riletto da Alberto Fiori, musicista e paroliere. Un autore con una spiccata sensibilità e un gran senso del ritmo. Con lui c’è stata un’alchimia perfetta. Io gli ho esposto cos’è che sentivo come urgenza, e lui ha intercettato uno spiraglio narrativo inedito, ma soprattutto inaspettato. Il ritmo del cuore che inizia a battere in un corpo di legno segna l’inizio della trasformazione. Un viaggio fatto di rumori che Pinocchio non conosce e che lo riportano a vecchie paure passate. Non a caso questa trasformazione avviene di notte che è il luogo archetipico delle paure. Il luogo dove non esiste la ragione, ma solo la percezione. E il viaggio si conclude con l’arrivo della piena consapevolezza di sé stessi.

pinocchio_juvenilia_03Parliamo dei bambini “illustratori”. Quanti sono, che età hanno, come hanno lavorato, erano al corrente del fatto che le loro illustrazioni sarebbero finite in un libro?
I bambini, dai cinque ai dieci anni, sono arrivati in libreria da Scripta Manent grazie a una call fatta tra i nostri lettori affezionati, ma poi si è sparsa la voce col semplice passa parola tra genitori. Quello offerto era un laboratorio finalizzato all’insegnamento di una tecnica di illustrazione: il collage. Cecilia Campironi è una professionista. L’idea che quelle tavole potessero diventare le illustrazioni del libro ha costretto tutti i partecipanti a prendere sul serio il lavoro proposto. Sei appuntamenti e quasi quindici ore di lavoro. I bambini erano stanchi ma l’entusiasmo li ha tenuti sempre attentissimi.

Perché la decisione di pubblicare come IFIX invece di affidare un progetto così innovativo a un editore, magari specializzato in albi illustrati e letteratura per ragazzi?
IFIX è sempre stato un laboratorio, un’opportunità per le idee e per le persone di creare alchimie. Lavorare a un libro come questo richiede di guardare al pubblico bambino con le dovute precauzioni. Fare un libro per bambini è una sfida che va portata avanti con tutti i necessari supporti professionali. Non basta un disegno o una filastrocca per accontentare un pubblico così esigente e ci siamo voluti misurare in questa prospettiva. Abituati, in fondo, a offrire già la massima cura sia nei contenuti che nei dettagli estetici e grafici. E poi perché rientra nelle prerogative IFIX lavorare con le narrazioni per immagini.

Come si svilupperà la collana? Quante uscite sono previste e con quale cadenza? Insomma qual è il piano editoriale di Juvenilia?
Le prossime uscite arriveranno in maggio con La Sirenetta e Il brutto anatroccolo. I tempi non potranno essere rigidissimi perché i laboratori sono itineranti e devono produrre immagini di qualità. Il lavoro di post-produzione è davvero minimo e quindi produrre le tavole richiede molto tempo e cura. E poi ci sono le storie da riscrivere, gli appuntamenti con la dottoressa Eugenia Cassandra, psicologa dell’età evolutiva, ci aiutano, a noi della redazione e agli autori, in un mondo di argomenti che non si evincono da una lettura superficiale delle favole stesse.

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Chi vorresti come lettore ideale di questa collana?
Il pubblico a cui ci rivolgiamo è sicuramente quello dei bambini di età tra i cinque e i dieci anni. Se da una parte la semplicità del testo, infatti, sembra rivolgersi ai primi, la forza delle immagini e l’indagine dentro sé stessi e le proprie paure, avvicina alla lettura anche i più grandi. E poi ci sono i genitori ai quali destiniamo uno strumento per poter affrontare attraverso la lettura, i temi più cogenti all’età dei figli. La collana Juvenilia è stata pensata per realizzare libri fatti dai bambini per i bambini.

Un libro si scrive. La parola a Rossella Milone

COSA SI FA CON UN LIBRO? Seconda edizione Roma

COSA SI FA CON UN LIBRO? prima edizione Roma

di Emanuela D’Alessio e Rossella Gaudenzi

milone_5Prima di dare la parola alla scrittrice Rossella Milone, protagonista il 12 aprile del quarto appuntamento di Cosa si fa con un libro? alla libreria Scripta Manent, abbiamo chiesto a Lina Monaco, proprietaria con Maurizio Ceccato della libreria, di che cosa hanno bisogno le librerie indipendenti a Roma e perché stentano a decollare concrete forme di associazionismo tra librai.

Io speriamo che me la cavo
«Oggi ci si arrangia a cavarsela, il nuovo motto sembra essere diventato “Io speriamo che me la cavo” – sorride Lina Monaco, richiamando il fortunato libro che rese celebre il maestro elementare Marco D’Orta nel 1990.
«Di cosa abbiamo bisogno? Di regole che valgano per tutti, a cominciare dal prezzo di vendita dei libri e non è vero che sia impossibile per le librerie indipendenti creare un fronte comune. Penso all’ALI (Associazione Librai Italiani) che è una realtà ben presente. Penso ai tentativi che molti di noi, librai indipendenti, hanno fatto per costruire qualcosa di comune, ma le buone intenzioni non sono spesso seguite da azioni concrete».
In ogni caso le librerie indipendenti aprono di continuo (e chiudono). «Noi siamo stati fortunati – prosegue Lina –  le mura sono di proprietà e la professionalità di Maurizio Ceccato ha fatto sì che fin dall’inizio ricevessimo i libri direttamente dalle case editrici in conto vendita. Il nostro è stato senza dubbio un esordio felice».
Un consiglio per gli aspiranti librai? Lina non ha dubbi. «Trovare subito l’accordo con gli editori per creare un rapporto diretto, in quella che si può definire la filiera minima libraio-editore, e avere la possibilità di pagare solo il venduto. Per il resto bisogna arrangiarsi, appunto, e io speriamo che me la cavo».

Perché scrivo? Perché no?
Rossella Milone, nata a Pompei nel 1979, ha esordito con la raccolta di racconti Prendetevi cura delle bambine (Avagliano, 2007). Alla domanda sul perché della sua scrittura risponde con una battuta «e perché no?», ma subito dopo, ricordando che molti libri hanno preso vita proprio da questa domanda, come Una storia della lettura di Alberto Manguel, aggiunge: «Scrivo da sempre, ho iniziato da bambina con brevi racconti surreali da mettere in scena. Forse la scrittura mi restituisce le cose; rivivo episodi vissuti e perduti, forse non vissuti da me ma da altri, o magari non vissuti affatto, semplicemente immaginati. Scrivo perché attraverso l’affabulazione divento altro da me, quindi scrivo per capire l’essere umano. Scrivo, forse, per soddisfare una forte curiosità».

milone_4È una questione di sguardo
Rossella Milone, che ama Anna Maria Ortese, Beppe Fenoglio e Fabrizia Ramondino, ha scritto prevalentemente racconti. La sua prima raccolta Prendetevi cura delle bambine ha ricevuto una menzione di merito al Premio Calvino, poi ha pubblicato per Einaudi i tre racconti lunghi La memoria dei vivi (2008), per Laterza Nella pancia, sulla schiena, tra le mani (2011) e per minimum fax Il silenzio del lottatore (2015). L’unico romanzo, Poche parole, moltissime cose (Einaudi, 2013) si inserisce tra un racconto e l’altro.
«Il racconto si addice al mio modo di essere, amo parlare poco e ascoltare molto; quando scrivo lavoro per sottrazione e sono solita delegare ad altri il racconto degli eventi. Mi viene spontaneo il confronto tra fotografo e cineasta: è una questione di come è allenato lo sguardo. Il mio sguardo è predisposto a catturare ciò che può essere narrato nella forma racconto, riesce a cogliere questo tipo di storie».

L’osservatorio del racconto Cattedrale
La sua passione per questa forma narrativa l’ha spinta a creare un osservatorio che intende monitorare, promuovere e sostenere il racconto.
«Il progetto Cattedrale nasce un anno e mezzo fa con l’intento di far conoscere questa forma narrativa che in Italia non gode di particolare successo, nonostante una solida tradizione. Monitoriamo il genere, raccogliamo racconti italiani e stranieri, li facciamo conoscere, commentiamo e diamo suggerimenti. C’è un problema di visibilità. Per cercare di allargare il pubblico abbiamo organizzato un reading di racconti. È andata molto bene, sono venuti in tanti».

I perché della crisi del racconto
In Italia esiste una concreta difficoltà. «Il racconto non si vende, gli editori non investono e i lettori si diseducano. È un circolo vizioso che può essere spezzato solo con uno sforzo enorme di educazione che dovrebbe partire dalla scuola, dove si leggono ad esempio le Novelle di Luigi Pirandello ma non i racconti di Dino Buzzati o Ennio Flaiano».
«Il racconto richiede un’elevata partecipazione – prosegue Rossella Milone – ma questa sfida non viene raccolta dal lettore medio italiano. Uno dei motivi, lamentato dai lettori, è il fatto che in un racconto si ha poco tempo per affezionarsi ai personaggi, a differenza del romanzo dove tutto avviene più lentamente. Ma una parte di responsabilità è da attribuire agli stessi scrittori, che usano i racconti come intermezzo tra un romanzo e l’altro, per non far calare l’attenzione su di loro, ma senza avere un progetto. E il lettore se ne accorge e se ne va. Il racconto, infatti, come diceva Julio Cortàzar, vince per knock-out mentre il romanzo vince ai punti, insomma deve stordire il lettore in poco tempo».
Un racconto, per riuscire a vincere la diffidenza del lettore, deve tenere alta la tensione, esprimere intensità e lasciare molto spazio al non detto. Nei racconti, ancor più che nei romanzi, deve vigere la famosa regola dell’iceberg di Ernest Hemingway, bisogna lasciare affiorare solo la punta del discorso narrativo. Sotto va lasciato tutto il resto, ma se questa operazione di nascondimento non è compiuta correttamente, il risultato è scadente.

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Il successo dipende anche dall’editore
Rossella Milone ha comunque trovato la chiave vincente della sua scrittura proprio nei racconti, e il suo ultimo sforzo narrativo conferma il successo. Il silenzio del lottatore (minimum fax, 2015), infatti, ha avuto buoni riscontri di pubblico. «È il risultato di un progetto, composto da sei racconti più uno incentrati su sei donne e un periodo differente della loro vita. Sono autonomi tra loro, ma messi insieme seguono un percorso e costituiscono un corpo unico».
Resta indubbio che la fortuna di un libro, oltre che dalla bravura dell’autore, dipenda anche dal suo editore. E la Milone si dice fortunata, perché ha incontrato editori che l’hanno incoraggiata e supportata. Prima Einaudi, che ha pubblicato i racconti La memoria dei vivi e il romanzo Poche parole, moltissime cose. Poi Laterza con Nella pancia, sulla schiena, tra le mani nella collana Contromano. Quindi minimum fax, che ha sempre rivolto una grande attenzione ai racconti.

Premio Strega e self-publishing
L’attuale edizione del Premio Strega ha visto tra i candidati, per la prima volta, un libro di Amazon publishing, la casa editrice del colosso dell’e-commerce. L’autore Riccardo Bruni si è autopubblicato, il libro non è disponibile nelle librerie fisiche. Si tratta di una candidatura provocatoria o di un primo reale segnale di allarme che il self-publishing possa scalzare l’editoria tradizionale?
Milone non ha dubbi. «Non è vero che il self-publishing non intacca il mercato; all’estero va a gonfie vele e anche in Italia le case editrici attingono alla rete per scovare nuovi autori. L’argomento è serio, perché la letteratura è una cosa seria e difficile e il fenomeno dell’autopubblicazione mette in evidenza la deprimente estensione della mediocrità. Perché non tutti possono fare tutto. Lo scrittore ha bisogno del proprio editor, io ho bisogno del mio editor. Scrivere è un’attività egocentrica, tra lo scrittore e la pagina. Per questo è necessario l’intervento dell’editor, altrimenti il lettore verrà lasciato sempre più solo».

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Lo scrittore sociale
Tutta la filiera del libro vive del libro tranne l’autore, sosteneva Jonathan Littel. Lo scrittore resta un artigiano, deve autopromuoversi, accompagnare l’uscita dei suoi libri. Il sociologo francese Frederic Martel, ha lanciato una sfida con il rapporto Lo scrittore sociale, il futuro degli scrittori nell’era digitale. Lo scrittore può vivere del suo lavoro solo se diventa sociale, cioè si occupa della sua opera anche dopo averla scritta, con interventi, conferenze, presenze sui social, corsi di scrittura, presentazioni. Sono queste le condizioni da rispettare nel futuro degli scrittori?
«Purtroppo attualmente è così – risponde Milone – gli scrittori devono diventare personaggi, piccole star. Ritengo comunque che lo scrittore debba essere anche bravo, in grado di raggiungere un pubblico di lettori il più possibile variegato. Penso ad esempio ai racconti di Alice Munro che possono essere letti e apprezzati a vari livelli, per la trama, la tecnica, la costruzione narrativa, l’introspezione psicologica.
La mia pigrizia, comunque, mi impedisce di curare l’aspetto social. In questo minimun fax svolge un ottimo lavoro, cura molto bene la promozione del libro, anche se non sono stata in grado di seguire tutte le iniziative in giro per l’Italia anche per la nascita di mia figlia. Eppure mi chiedo: ma il libro da solo non basta? Non può funzionare un meccanismo che preveda l’acquisto del libro solo se si conosce di persona l’autore».

Per concludere la consueta domanda. Che cosa sta leggendo Rossella Milone?
La donna che scriveva racconti di Lucia Berlin e Una cosa piena di mistero, saggi sulla scrittura di Eudora Welty.

Ringraziamo Rossella Milone e Lina Monaco, ricordando il prossimo e ultimo appuntamento di Cosa si fa con un libro? con il traduttore Riccardo Duranti, il 6 maggio alla libreria Pagina 348.

Cosa si fa con un libro? A Roma la parola alla scrittrice
Rossella Milone

COSA SI FA CON UN LIBRO? Seconda edizione Roma 

Quarto appuntamento di COSA SI FA CON UN LIBRO?, seconda edizione a Roma.
Il 12 aprile 2016 alle 19, alla libreria Scripta Manent (Via Pietro Fedele, 54 – zona Appio-Latino). 

Prosegue il 12 aprile Cosa si fa con un libro? con la scrittrice Rossella Milone, dopo gli incontri con lo scrittore Sandro Bonvissuto, l’editore Sandro Ferri e il redattore Massimiliano Borelli.

Ospiti della libreria Scripta Manent di Lina Monaco e Maurizio Ceccato, torneremo sul tema della scrittura e dei suoi perché, soffermandoci sulle differenze fra racconto e romanzo, sul perché in Italia i racconti si leggono meno.

Rossella Milone, nata a Pompei nel 1979, è scrittrice, giornalista e blogger. Le piacciono Alice Munro, le montagne e le meduse. Ha esordito nel 2007 con i racconti Prendetevi cura delle bambine (Avagliano) e non ha più smesso di scrivere. Ha pubblicato per Einaudi La memoria dei vivi e Poche parole, moltissime cose. Con Laterza Nella pancia, sulla schiena, tra le mani e con minimum fax, nel 2015 Il silenzio del lottatore.

Coordina Cattedrale, un osservatorio online sul racconto. Fa parte della squadra dei Piccoli Maestri, il progetto che promuove la lettura nelle scuole. Collabora attualmente con Il Fatto Quotidiano e cura un blog.

Al termine sarà offerto il consueto aperitivo a sorpresa preparato dai nostri eccellenti gourmet Sabina e Michele.

Vi aspettiamo!

Torna SCANNER, il festival delle autoproduzioni da Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma

Oggi 25 febbraio inizia SCANNER, il festival delle autoproduzioni italiane giunto alla terza edizione, organizzato da Maurizio Ceccato e Lina Monaco nella libreria Scripta Manent a Roma.

SCANNER dura fino al 28 febbraio, quattro giornate dedicate alle narrazioni di coloro che operano nel campo delle arti grafiche e tipografiche in Italia, delle riviste di fumetti e delle antologie di narrazioni, di artisti della serigrafia e di artigiani della calcografia.

Quattro giorni di incontri, con dimostrazioni live su come si progetta e realizza una fanzine, nello spazio della libreria messo a disposizione gratuitamente dalle ore 17 alle 24, no-stop.

«Nel 2015 – spiega Maurizio Ceccato – su diversi dizionari italiani la voce autoproduzione è assente. Il termine più vicino è fanzine, parola inglese che nasce negli anni Quaranta dalla crasi di due parole: fanatic (appassionato) e magazine (rivista) che in italiano, come suggerisce Wikipedia, può essere tradotto rivista amatoriale. Ma questo termine, oggi, oltre che essere stretto non coincide con le produzioni attuali che si stanno ricavando nell’ultimo decennio uno spazio preciso fuori dai circuiti librari, confezionati e redatti in una forma tutt’altro che “amatoriale”».

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Calendario (in progress) degli interventi LIVE
Gli orari sono suscettibili di variazioni

giovedì 25
ore 18,00 NODES
ore 19,00 WATT • Senza alternativa

venerdì 26
ore 17,30 Roberto Grossi + Tre Boschi
ore 18,30 Fabio Donalisio + nervi + ISOLA
ore 19,00 Alessandro Martoz Martorelli
ore 19,30 B comics • Fucilate a strisce + Maurizio Ceccato, Lina Monaco
ore 20,00 Night Italia + Marco Fioramanti
ore 20,30 Paolo Schneider

sabato 27
ore 18,00 Stefano Piccoli + Liska Prod.
ore 18,30 Marina Biagini
ore 19,00 Costola
ore 19,30 Pastiche
ore 20,00 Clockwork Pictures + Fabio Meschini

domenica 28
ore 18,00 DUDE mag
ore 18,30 Flanerì + effe
ore 19,00 Brigata RGB + Ynfidel Enrico D’Elia

Intervista a Dionigi Mattia Gagliardi, direttore della rivista nodes

Consigli di lettura di Lina Monaco e Maurizio Ceccato –
Libreria Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma
tel. 06 97 99 33 19

Ecco i consigli di lettura della libreria Scripta Manent.

krusoKruso, Lutz Seiler (trad. di Paola Del Zoppo), Del Vecchio editore.
Kruso è un romanzo che non t’aspetti. Inizia con una vicenda privata, la perdita dell’amata, e ci presenta il protagonista Ed, completamente in balia di una vorticosa spirale di dolore che sembra tirarlo inesorabilmente verso il basso. Poi la riscossa, il tentativo di placare la sofferenza cercando rifugio in un luogo dai tratti fantastici e leggendari. Sull’isola Hidensee per Ed inizia una vera e propria avventura fatta di incontri e “misteri” notturni.  La pubblicazione di Del Vecchio e la traduzione della sempre ottima Paola Del Zoppo, sono a corollario di alta qualità.

L’Amalassunta, Pier Franco Brandimarte, Giunti, 2014
L’Amalassunta è il romanzo d’esordio del giovanissimo Pier Franco Brandimarte. La vicenda ci riporta tra i silenzi e i colori che padroneggiano l’entroterra abruzzese e marchigiano, con qualche capatina a Bologna e a Parigi. Tutti i luoghi in cui il genio di Osvaldo Licini prese forma attraverso le sue opere più famose. L’Amalassunta si muove in bilico sul crinale tra saggio e narrativo. La scrittura è raffinata, elegante, misurata. A tratti strappa il cuore con le descrizioni paesaggistiche e le atmosfere suggestive. Bravissimo Brandimarte.

Bcomics, AAVV, Ifix
Bcomics • fucilate a strisce è una novità a tutto tondo nel panorama dei fumetti. Il primo volume della trilogia si chiama Crack! e indaga, secondo il segno specifico di ogni autore, il mondo delle onomatopee, che nel fumetto rappresentano la forma sonora più diffusa. Crack! è il filo conduttore delle dieci storie, declinato in ogni sua possibile accezione. Nota di rilievo: il progetto grafico è del nostro inesauribile Maurizio Ceccato.
Martedì 21 luglio alle 21, Bcomics sarà a 100 libri in giardino, la rassegna estiva organizzata dalla libreria Giufà, al Quadraro in Via Filippo Re (zona Tuscolana).

La Ferocia, Nicola Lagioia, Einaudi, 2015
La Ferocia va letto. Punto e basta. Le critiche a prescindere sono per i qualunquisti.

Con questi suggerimenti Lina e Maurizio vi augurano una calda e assolata estate. Tornate tutti abbronzati a leggere tra le nostre righe bianche e rosse. Ci vediamo a settembre.

INDILIBR(A)I – Scanner off da Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma
tel. 06 97 99 33 19

Torna SCANNER da Scripta Manent in modalità mono.

Dopo la seconda edizione di SCANNER, dal 5 all’8 febbraio 2015, dedicata alle autoproduzioni italiane, gli indomiti Maurizio Ceccato e Lina Monaco hanno deciso di organizzare incontri monografici sul tema, due volte al mese.

nodes3:4Si comincia venerdì 24 aprile alle 19 con «nodes», rivista di arte e neuroscienze. Dionigi Mattia Gagliardi presenterà il quarto volume della rivista Fabio Mauri. Archivio di Memoria dedicato a uno dei maestri dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra.

Fabio Mauri è morto nel 2009. Il Presidente Giorgio Napolitano in occasione della sua scomparsa ebbe modo di ricordare «l’intensa attività di creazione artistica sviluppata da Fabio Mauri nel segno di una ininterrotta ricerca e apertura al nuovo, e il suo impegno nel campo dell’organizzazione culturale (…) ne avevano fatto una figura di rilievo nel panorama dell’arte e della cultura italiana».

fabio mauri