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Björn Larsson, ospite d’eccezione alla libreria Il Mare

di Emanuela D’Alessio

cover_ilmareEvento d’eccezione il 3 novembre a Roma. Per festeggiare i suoi quarant’anni di attività la libreria Il Mare di Via del Vantaggio ha invitato Björn Larsson, lo scrittore svedese di fama internazionale noto al pubblico italiano per le sue storie di mare e pirati e non solo.
Da pochi mesi è uscito il suo ultimo libro, Raccontare il mare (Iperborea, 2015), una sorta di rilettura critica dei classici (pochi in realtà) della letteratura marinaresca.

Chi è Björn Larsson?
Björn Larsson ha 63 anni, vive in barca e in un piccolo monolocale in Svezia, trascorre una settimana al mese anche a Milano, è docente universitario di letteratura francese a tempo parziale, «per anni sono andato avanti facendo due lavori, il docente e lo scrittore; ora ho avuto l’opportunità di scegliere questa sorta di pre-pensione, e l’ho colta», ha una figlia di vent’anni.
Quando era piccolo voleva fare il geologo seguendo l’esempio paterno, poi si appassionò alle immersioni subacquee, quindi decise di diventare scrittore e andò a Parigi, infine ha scoperto la vela e non l’ha più abbandonata. «Per me il mare è un modo di vivere, mai uno sport o una sfida».
Conosce l’inglese, il francese e lo spagnolo e parla italiano così bene da poter intrattenere con me una conversazione fluida e rilassata.

Bjorn Larsson e Marco Firrao

Bjorn Larsson e Marco Firrao

Perché studiare l’italiano?
Larsson ha deciso di studiare l’italiano per fronteggiare la popolarità dei suoi libri nel nostro Paese.
«Ho cominciato a ricevere molti inviti a festival, presentazioni, eventi in Italia e all’inizio pensavo che conoscendo l’inglese, il francese e lo spagnolo non avrei avuto difficoltà a comunicare e invece no, dovevo sempre ricorrere all’interprete. Allora ho deciso di imparare, anche perché mi piace conoscere una nuova lingua, per poter leggere un giornale, entrare in una libreria e comunicare liberamente, insomma per entrare in contatto con le persone».
Mi vengono in mente i casi di Amara Lakhous e Jhumpa Lahiri che dopo aver imparato a parlare l’italiano hanno deciso di scrivere libri nella nostra lingua. Ma Larsson non sembra avere questa intenzione.
«No, non è possibile per me. Quando vivevo in Francia, dove sono rimasto cinque anni, parlavo e scrivevo in francese. Arrivò però un momento in cui avrei dovuto scegliere tra il francese e lo svedese, ma non ero pronto ad abbandonare la mia lingua di origine».

Come è nato il rapporto con Iperborea?
Se Larsson è così conosciuto e apprezzato in Italia lo si deve innanzitutto alla scelta lungimirante di Emilia Lodigiani che ventotto anni fa ha fondato Iperborea, la casa editrice milanese specializzata nella letteratura del Nord Europa. Nel 1998 ha pubblicato La vera storia del pirata Long John Silver. Un legame esclusivo tra autore ed editore che Larsson racconta così.
«Il contatto è nato un po’ per caso. All’epoca nessuno in Italia e in Europa si interessava alla letteratura nordica. Fu con il libro Il senso di Smilla per la neve, del danese Peter Hoeg (pubblicato da Mondadori nel 1994), che si ruppe un po’ il ghiaccio. La mia agente mi disse che una casa editrice italiana sembrava interessata a pubblicare La vera storia del pirata Long John Silver.  Spedì il libro a Emilia Lodigiani. Al salone di Francoforte di quell’anno la storia di Long Silver diventò un caso editoriale, si scatenarono tutti con offerte stratosferiche per acquistare i diritti. La mia agente mi chiamò di nuovo per chiedermi se dovevamo mantenere la promessa o prendere i soldi. Io risposi di mantenere la promessa, e ho fatto bene».

Il perché della scrittura
Qualcuno ha detto, credo Alessandro Baricco, che: «Per scrivere ci vuole follia, arroganza, direi perfino megalomania, perché se non hai un’alta idea di te stesso non cominci a scrivere un romanzo». Quali sono o dovrebbero essere gli ingredienti indispensabili per diventare uno scrittore?
«Arroganza forse è una parola troppo negativa. Però ha ragione in un certo senso, perché ci vuole presunzione per pensare di avere qualcosa da raccontare agli altri. Invece si deve essere molto testardi e determinati, perché ci vogliono almeno due anni per scrivere un libro. Circa la follia, dipende. Certamente si è folli se si scrive pensando di diventare ricchi».
Quindi, perché scrive Björn Larsson?
«Per avere un’opportunità di entrare in un mondo dove non sono mai stato, per esplorare altri modi di pensare, altre emozioni. In una parola, scrivo per cambiare il mondo. E l’unico modo di cambiare il mondo è cambiare gli atteggiamenti, per offrire alle persone libertà, nuove occasioni per riflettere ed emozionarsi».

LarssonIl mare come mito, il mare come luogo di solitudine
Il mito positivo e romantico del mare come simbolo di libertà, avventura e cambiamento viene contraddetto dalla realtà di chi nel mare trova la morte, l’estrema solitudine, la noia, la limitazione ai propri desideri. Quindi si può parlare anche di mare crudele o semplicemente indifferente, luogo desolato e immobile. Nel libro Raccontare il mare Larsson mette in evidenza proprio questa contraddizione.
«In realtà il mito romantico del mare esiste per chi vive a terra. Conrad, nel suo Lo specchio del mare, afferma senza remore che i marinai non amano il mare, amano le barche. I marinai non sanno nuotare. Per un pescatore norvegese, ad esempio, saper nuotare non serve a niente, perché nelle acque gelide del nord si resiste al massimo cinque minuti prima di morire. Ma io non voglio smontare un mito, né potrei farlo scrivendo un libro. In  Raccontare il mare ho voluto invece raccontare un mondo che non è stato raccontato. Interrogare questa assenza, portare l’attenzione su un’altra realtà, quella delle 100 mila navi che navigano ogni giorno, dei milioni di marinai, di quello che succede nei porti».
Nel libro di Johsua Slocum Solo, intorno al mondo uno dei temi centrali è la solitudine estrema con cui si è chiamati ogni giorno a confrontarsi, soprattutto se si naviga in solitaria come fece lui. Un altro scrittore, assai distante dalle tematiche marinare, Teju Cole, parla di solitudine intensa in mezzo a migliaia di sconosciuti nei sotterranei della metropolitana. Insomma, della solitudine esistono infinite declinazioni.
«La solitudine è una scelta, soprattutto in barca. Io non ho navigato molto in solitaria, anche se vivo da solo sulla barca. Ma penso che la solitudine in una città provochi maggiore sofferenza, perché c’è il rimpianto di un’occasione perduta. Sulla barca questo non accade, perché non ci sono aspettative. Quando si scende dalla barca poi, e questo è molto importante, si viene accolti con gioia, come un ospite, quindi non ci si sente affatto soli».

La crisi del libro
In Italia si pubblicano più o meno 60.000 titoli l’anno. Un numero che fa impressione soprattutto in relazione alla percentuale assai limitata di lettori. Si parla da anni di crisi del settore. In Svezia che cosa succede?
«Io non penso che ci sia una vera e propria crisi. Ci sono molti libri pubblicati e molti libri venduti. C’è piuttosto un fenomeno di moda. Quando Stieg Larsson vende 20 milioni di copie significa che non sono venduti 15 milioni di copie di un altro bravo scrittore. Non penso che si debba leggere di più, ma dovremmo chiederci che cosa si legge. In una libreria in Svezia il 50% dei romanzi sono gialli, questo perché i giallisti hanno occupato uno spazio vuoto che altri romanzieri non hanno utilizzato. Ma la rappresentazione della società svedese attraverso la criminalità non è realistica».

libreriaLe librerie in Svezia
«In Svezia ci sono poche librerie indipendenti, mentre il 70% del mercato è occupato da una sola catena di librerie con un’offerta omologata. Inoltre in Svezia il prezzo dei libri è totalmente libero e questo provoca distorsioni. Ad esempio, si applicano forti sconti su un best seller e non su un poeta sconosciuto che quindi resterà tale, senza alcuna agevolazione al suo acquisto».

Che cosa legge Björn Larsson?
«Io leggo di tutto. Quando scrivo su un tema, leggo tutto quello che c’è su quell’argomento. Quando sono tornato dagli Stati Uniti, dove ero andato a 15 anni, ho letto tutta la letteratura americana, Ernest Hemingway, Samuel Bellow. Poi ho letto per lavoro tutta la letteratura francese e ora sto scoprendo i classici moderni italiani come Italo Calvino, Dino Buzzati e altri.
Ho appena finito di leggere un libro di interviste di Herta Müller, in valigia ho anche la Divina Commedia, ma ancora non riesco a capire nulla. Poi ho acquistato per caso un libro di Dacia Maraini, che è anche mia amica, su Chiara d’Assisi».

Oltre al best seller La vera storia del pirata Long John Silver, Larsson ha scritto romanzi di mare,  tra gli altri Il cerchio celtico e Il porto dei sogni incrociati, filosofico-scientifici come Otto personaggi in cerca (con autore), un’autobiografia in due tappe (La saggezza del mare e Bisogno di libertà), thriller atipici come I poeti morti non scrivono gialli, tutti pubblicati da Iperborea.

INDILIBR(A)I – Libreria internazionale Il Mare – Intervista a Marco Firrao

internoINDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Internazionale Il Mare
Via del Vantaggio, 19 00186 Roma
Tel. 063612155 –  063612091

ilmare@ilmare.com
http://www.ilmare.com

Un’oasi per gli appassionati di mare nel centro di Roma, a pochi passi da Piazza del Popolo, uno spazio raccolto e accogliente dove non si capita per caso o solo per acquistare un libro, ma per incontrare la passione del libraio Marco Firrao, sfogliare una vecchia carta nautica, trovare un accessorio per la navigazione o imbattersi in una mostra sui pesci del Mediterraneo, come quella di Massimo Leonardi, inaugurata il 2 ottobre.
È tutto questo e molto altro la libreria Il Mare, che il 20 maggio 2015 compirà quarant’anni. Fondata nel 1975 da Giulia D’Angelo, giornalista, fotografa e sub esperta, è gestita da molti anni dal figlio Marco Firrao. Di librerie così ce ne sono solo altre due in Italia, a Palermo e Milano. Il direttore del museo navale di Barcellona, Hidalgo, l’ha definita come la libreria di mare “più fornita del mondo”.

Massimo Leonardi e Marco Firrao)

Massimo Leonardi e Marco Firrao)

La libreria sta per entrare nel quarantesimo anno di attività. Un percorso lungo e impegnativo. Proviamo a ripercorrere rapidamente le fasi più significative  cominciando dallinizio: quando e perché nasce Il Mare?
La libreria Il Mare nasce da una grande passione. Una passione per il mare, ovviamente, e per tutto quello che lo riguarda. Negli anni Settanta esistevano pochi testi divulgativi sul mare, i pesci, la navigazione, la subacquea. E spesso erano stranieri. Per quella che ora si definirebbe ‘community’ di amanti e studiosi del mare mancava un riferimento di questo tipo e per noi, che nasciamo come subacquei, è venuto quasi naturale crearlo.

Quali sono state le difficoltà più pesanti e le soddisfazioni più gratificanti?
Sarei banale nell’elencare quelle che in realtà sono le difficoltà di chiunque faccia impresa, piccola impresa soprattutto, nel nostro Paese. Mi piace di più pensare alle soddisfazioni. Siamo qui, dopo quarant’anni. Il nostro catalogo è ora il più ricco d’Italia, ma qualcuno dice del mondo. E la nostra clientela è internazionale e molto esigente. Ogni giorno impariamo qualcosa, ma ogni giorno allo stesso tempo regaliamo belle emozioni.

Pesci del MediterraneoNel caso della sua libreria sono state unite due passioni, evidentemente, mare e libri. E dopo quarantanni il connubio sembra di quelli felici e inossidabili. Che cosa ne pensa?
In quarant’anni sono cambiate moltissime cose. Come dicevo prima, quando abbiamo iniziato si sentiva la mancanza di testi di divulgazione, orientamento e approfondimento dedicati al mare e la nostra impresa sembrava davvero azzardata. Ora, seppure il fascino di un bel libro sul mare resti per me, e per molti, intatto e ineguagliabile, ci dobbiamo aggiornare costantemente per fornire alla nostra clientela anche tutti gli altri strumenti utili per conoscere il mare, video, immagini, strumenti, mappe. In questo modo il connubio continua anche se non è più certo esclusivo. La specializzazione nel caso dei libri indubbiamente paga, ma ci costringe a essere sempre ‘sul pezzo’, come si dice in greco giornalistico.

Che cosa significa essere libraio oggi, e come si descriverebbe utilizzando i miti della storia letteraria? Don Chisciotte, Giovanni Drogo, Achab?
Un po’ Don Chisciotte un po’ Ercole e le sue sette fatiche. Ma più spesso mi sento la Madame Le Grand de Il porto dei sogni incrociati di Björn Larsson, la signora che raccoglie i racconti di tutti i marinai che fanno scalo nella sua città.(se non l’avete letto, ve lo consiglio).

Quali differenze ci sono tra un libraio e un venditore di libri?
Il libraio conosce bene quel che vende e sa a chi venderlo. Ma soprattutto il vero libraio per distinguersi dal venditore di libri, deve secondo me potersi prendere il lusso di scegliere cosa vendere.

I pesci del Mediterraneo di Massimo LeonardiSe lei fosse solo un lettore, che cosa le piacerebbe trovare in una libreria?
Un’oasi di silenzio, una fonte di ispirazione. Un porto sicuro per la mia curiosità e un capitano che la sappia assistere nell’approdo. Un po’ quello che cerco di essere io per i miei clienti.

Il nome Il Mare lascia pochi dubbi sui contenuti. Ci racconta ugualmente che cosa si trova nella sua libreria?
Prima di tutto libri. Suddivisi in settori molto specifici, in modo da aiutare la nostra clientela che spesso ha esigenze molte precise. E poi strumenti di navigazione, bussole, sestanti, carte nautiche, compassi, globi, fotografie, oggetti da cambusa e oggetti d’arte. L’arte e il mare sono intimamente connessi. Penso perché, come succede con alcuni libri, ha la capacità di trasmettere e prolungare l’emozione del contatto con il mare. Per questo le diamo molto spazio, o per lo meno tutto quello che possiamo.

Chi sono i suoi clienti?
Studiosi di biologia marina, scienza della terra, ingegneria navale, architettura, medicina, storia, archeologia. Subacquei, velisti, surfisti. Cantieri navali, armatori. Molti artisti e scrittori, spesso in cerca di ispirazione. E poi i bambini, i più curiosi e tenaci di tutti.

Il Mare non è solo una libreria, ma un brand consolidato. Ci parli delle altre attività sono sviluppate in questi anni.
Dopo pochi anni dall’apertura siamo diventati anche editori. Di libri di mare ovviamente. Dall’archeologia subacquea ai libri sui nudibranchi, dai romanzi ai portolani, fino all’ultimo nato che è una antologia dedicata a Vittorio G. Rossi, grande giornalista e viaggiatore di mare. E poi l’amore per il mare ci ha portato a impegnarci molto nella divulgazione. Con la pubblicazione di una rivista e l’organizzazione di corsi di patente nautica, archeologia subacquea, cucina di pesce, fotografia, meteorologia. L’impegno però più grande lo abbiamo profuso nell’organizzazione di alcuni grandi eventi: la Nuova settimana delle Egadi a Favignana, il 1° Festival Internazionale dell’Editoria del mare a Gaeta e in passato Amordimare, grande manifestazione dedicata al mare in Piazza del Popolo cui parteciparono tante grandi personalità internazionali legate al mare.

Ci spieghi meglio lattività di editore. Acquista i diritti, provvede alla traduzione dei testi stranieri? Insomma, fa tutto da solo?
Abbiamo sempre fatto da soli in realtà. Non sono mai  state necessarie traduzioni o trattative per l’acquisizione di diritti, perché abbiamo sempre pubblicato nostri autori.

Oltre a Giulia DAngelo, fondatrice della libreria, giornalista e fotografa appassionata di mare, ci ricorda altre donne che hanno trovato nel mare oltre che una passione, la loro ragione di vita?
Sono tantissime, ma così sui due piedi mi vengono in mente Macrina Marilena Maffei, antropologa, autrice di bellissimi libri sulla tradizione femminile legata al mare delle nostre isole. Anita Conti, una esploratrice degli anni ’50 che ci ha regalato pagine indimenticabili sul Labrador e la Groenlandia. Marie Tharp, una delle donne più interessanti e ‘dimenticate’ del ventesimo secolo, la scienziata che mappò per la prima volta il fondo dell’oceano.

La passione per il mare è trasversale e moltissimi sono i personaggi, più o meno famosi, che sono entrati in libreria. Senza elencarli tutti, ne citi qualcuno: ad esempio il più stravagante, il più introverso, quello che mai si sarebbe aspettato di incontrare.
Sì la passione per il mare è davvero trasversale. Il mondo della politica, ad esempio, è rappresentato da clienti che coprono un po’ tutto l’arco costituzionale, da Massimo D’Alema a Gianfranco Fini. Pensandoci bene mi rendo conto che i più introversi, e allo stesso tempo fedeli, sono stati negli anni gli artisti, musicisti in particolare: Lucio Battisti, Nicola Piovani, Vinicio Capossela, Pino Daniele. Ovviamente molti gli addetti ai lavori che godono anche di grande popolarità, Folco Quilici ad esempio e Donatella Bianchi, una donna che ha davvero il mare nella testa e nel cuore. Mi piace anche nominare fra i miei clienti/amici Simone Perotti, l’autore del vendutissimo Ufficio di scoloramento ma anche di molti libri di mare. A furia di leggere e frequentare Il Mare (mi piace pensare che sia davvero un po’ per questo), ha mollato tutto e si è trasferito in barca a vela. Ora gira il mare con il suo Progetto Mediterranea una spedizione nautica, culturale e scientifica della durata di cinque anni per tutto il Mediterraneo. Non so se è stravagante, ma di sicuro è ‘un grande’, come si dice qui a Roma.

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Si sta parlando, allo sfinimento, di crisi delleditoria e delle librerie, soprattutto di quelle indipendenti, ma di che cosa hanno bisogno i librai in Italia?
Un mercato più disciplinato e una maggiore educazione alla lettura.

E la sua libreria di che cosa ha bisogno, eventualmente?
A quanto detto prima aggiungerei anche, e mi sembra ovvio, una maggiore attenzione al nostro mare, e a tutto quello che gli ruota attorno. Lavoro, ambiente, storia, cultura.

Volendo tracciare un percorso di letteratura di mare, io partirei banalmente da Salgari e concluderei con Bjorn Larsson.  Ma ne suggerisca lei uno per il lettore zero.
Il Mare di Jules Michelet, Specchio del mare del grande Joseph Conrad, Pellegrino sul mare di Lagerkvist Par, La lunga rotta di Bernard Moitessier, Il mare intorno a noi di Rachel Carson, Come è profondo il mare di Nicolò Carmineo (su ambiente e inquinamento marino), Luomo delfino di Jacques Mayol (mondo subacqueo), Il grande mare di David Abulafia (storia del Mediterraneo).

Quali sono stati i libri più venduti nellultimo mese?
Mi piacerebbe elencare romanzi e racconti, ma no, in verità i libri più venduti sono i testi tecnici professionali. Si trovano orami quasi solo da noi, ma sono tanti gli italiani che navigano per lavoro e studiano per prepararsi a questo. Subito dopo i testi più venduti sono i portolani, e i testi di storia militare navale sulla seconda guerra mondiale, sui nostri sommergibilisti soprattutto.

Che cosa c’è da leggere sul suo comodino?
Il grande mare di David Abulafia per Mondadori e Lenigma delle sabbie di Erskine Childers di Lantana, piccolo giovanissimo marchio indipendente romano.