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INDILIBR(A)I – La libreria Nutrimenti Bookshop di Procida

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Nutrimenti Bookshop
via Roma 54, Procida
081 896 7440
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di Rossella Gaudenzi

A pochi metri dall’attracco dei traghetti, sotto raggi insperati di sole nel fine settimana del primo maggio, mi sono imbattuta stupita nella libreria Nutrimenti Bookshop, sull’isola di Procida. Occorre dunque sapere e capire come, in un ritaglio di pura bellezza, si sia riusciti ad aggiungere colore al colore.
Ce lo hanno spiegato l’editore romano di Nutrimenti Andrea Palombi e la libraia procidana Natalia Ambrosino.

libreriaIl 3 maggio 2014 apriva al pubblico la prima libreria sull’isola di Procida, contraddistinta dal marchio della casa editrice Nutrimenti. Per quale motivo e con quali aspettative l’editore romano Andrea Palombi ha intrapreso questa, verrebbe da dire, romantica avventura?
Aprire una libreria a Procida è stata, e in parte lo è ancora, un’avventura, non saprei se romantica, sicuramente affascinante. Come spesso accade, tutto è iniziato un po’ per caso, o forse per niente a caso, dipende da quale angolazione si osservano i fatti. C’era la forte domanda, che nasceva dagli stessi procidani, di aprire una libreria vera in un’isola che conta quasi 12.000 abitanti. Ci si è rivolti così a un bravissimo libraio, Fabio Masi, che da anni riesce ad animare con successo la libreria L’ultima spiaggia nella piccolissima isola di Ventotene. Fabio, che è un amico storico di Nutrimenti, venne da me durante un Salone del libro di Torino, mi raccontò la sua esperienza e mi propose di tentare insieme quell’avventura. Iniziammo a ragionarci su: io e Ada Carpi andammo a Procida e cominciammo a vedere locali, a incontrare persone e studiare la situazione. Poi Fabio ha dovuto rinunciare, pressato da altre sfide e altri problemi; noi abbiamo deciso di continuare, anche da soli. Perché per una casa editrice gestire una libreria è come aprire un oblò sul mondo, uscire dalla propria redazione, dai rapporti con la distribuzione, per incontrare finalmente i lettori e capire dove stanno andando, o vorrebbero andare. E poi perché siamo convinti che anche questo significhi fare promozione della lettura: aprire una libreria in un territorio dove non esistono librerie significa aprire un vero e proprio presidio culturale, rendere possibile a una comunità, e specie ai più giovani, familiarizzare con i libri. Certo, di questi tempi è una scommessa ad alto rischio, ma a due anni di distanza non ne siamo pentiti.

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La libreria si definisce libreria indipendente, pur sotto il marchio di una media casa editrice. Perché?
Perché si differenzia nettamente da una libreria “di catena” che, in Italia, fa parte di un gruppo editoriale proprietario e nello stesso tempo e di una società di distribuzione.

Mare e vela costituiscono, insieme a narrativa e saggistica, una delle tre collane di Nutrimenti. Quale spazio viene dato al mare negli scaffali della libreria di Procida?
In un’isola come Procida il mare ha ovviamente un posto di rilievo, e non tanto perché Nutrimenti ha un importante settore della propria produzione dedicata al mare e alla vela. L’isola è, infatti, una meta importante di turismo nautico, e nel bel porto turistico, proprio a due passi dalla nostra libreria, operano alcune delle società di charter più attive nel Tirreno. Dalla primavera all’autunno inoltrato arrivano a Procida, dunque, moltissimi appassionati del settore che generano una domanda significativa  cui è giusto offrire un’ampia selezione di titoli.

Come ha reagito la cittadinanza all’apertura di Nutrimenti Bookshop e quale rapporto si è costruito con il territorio?
C’è stata una risposta entusiasta e quasi commovente. Ancora ricordo con stupore il giorno dell’inaugurazione della libreria, quando centinaia di persone vennero a trovarci, portandoci doni, o soltanto per ringraziarci. È qualcosa che non dimentico, e che ci impegna in modo particolare a proseguire con impegno in quest’avventura. C’è da dire che da subito abbiamo cercato un rapporto vivo con la popolazione di Procida. Fin da quando il locale della libreria era ancora in ristrutturazione abbiamo promosso incontri con gli insegnanti, le associazioni e gli operatori culturali dell’isola. Perché sono convinto che una libreria vive solo se riesce a stabilire legami forti e profondi con il territorio e la comunità che la circonda.

Natalia Ambrosino

Natalia Ambrosino

Chi sono i librai di Nutrimenti Bookshop?
I librai sono oggi due giovani e bravissimi fratelli procidani. Natalia Ambrosino ci accompagna fin dall’inizio, con un entusiasmo e una determinazione che le hanno permesso in questi due anni di acquisire competenze importanti, decisive sia per la gestione tecnica della libreria, sia per supportare i clienti. All’inizio Natalia è stata affiancata da Danilo Petrucci, forte di dieci anni di esperienza nella Fnac di Napoli. A gennaio di quest’anno Daniele ci ha lasciato per tornare a lavorare nella sua città. Al suo posto è subentrato Leonardo Ambrosino, fratello di Natalia, trentenne con già alle spalle esperienze lavorative anche in altri continenti, che ha affrontato i primi mesi con entusiasmo e spirito di iniziativa. E proprio perché crediamo che la formazione sia decisiva per chi lavora in libreria, a gennaio Natalia ha frequentato il seminario per librai della scuola Mauri.

A Natalia e a Leonardo chiediamo: chi sono i clienti di Nutrimenti Bookshop?
I nostri lettori hanno dai pochi mesi di vita a oltre settant’anni. In generale possiamo ritenerci soddisfatti dell’avvicinamento di molti bambini e ragazzi che negli ultimi mesi stanno frequentando la libreria. Ad oggi ben 1500 persone hanno scelto Nutrimenti bookshop, richiedendo la nostra tessera clienti. Un ringraziamento va rivolto ai numerosi docenti che in questi anni hanno portato i ragazzi in libreria per alcune letture di classici, hanno contribuito a renderla nota. La libreria deve essere luogo di ispirazione, di incontri, di confronti dove tutti possano entrare anche solo per dare un’occhiata.

Nel giugno 2015, da un’idea della scrittrice Chiara Gamberale, è nato il festival letterario Procida racconta. Sei autori in cerca di personaggio: sei scrittori per pochi giorni sull’isola “per eleggere a personaggio uno degli abitanti”. Di che cosa si tratta?
Il festival Procida racconta è nato durante una cena a Corricella, dopo una presentazione molto vivace e partecipata di un libro di Chiara Gamberale nella nostra libreria. L’idea, semplice e rivoluzionaria, è stata quella di un festival che portasse sei scrittori italiani, alcuni fra i nomi più famosi, altri fra i giovani emergenti, a passare cinque giorni sull’isola con la richiesta di scrivere un racconto su un personaggio procidano reale. Un modo per raccogliere pezzi di storia dell’isola, ma anche per fare promozione della lettura e della letteratura. Lo ha dimostrato l’incredibile successo della serata finale della prima edizione, con veri momenti di commozione. Centinaia di procidani hanno infatti ascoltato, da Chiara Gamberale, Walter Siti, Paolo Di Paolo, Leonardo Colombati, Michela Monferrini e Annalena Benini, racconti su persone che conoscono bene, che magari incontrano tutti i giorni per strada o al mercato, ma che di certo non avevano mai sentito narrare in questo modo. Un modo concreto per trasmettere la funzione della letteratura e per incentivare la lettura. A giugno di quest’anno, sempre sotto la direzione artistica di Chiara Gamberale, si svolgerà la seconda edizione con Massimo Gramellini, Nicola La Gioia, Simona Sparaco, Francesco Pacifico, Enrico Buonanno e Silvia Nucini.

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La libreria organizza eventi?
La libreria fin dall’inizio ha organizzato incontri per la presentazione di libri e autori, ma anche visite per le classi delle scuole di Procida e letture comuni per i più piccoli. Lo spazio non è grandissimo, ma si riesce facilmente a ospitare circa cinquanta persone. Per gli eventi maggiori, come la serata finale di Procida racconta, facciamo ricorso, grazie al sostegno del Comune, a strutture più grandi e di notevole suggestione, come l’ex chiesa di Santa Margherita, affacciata sul golfo fra Ischia, Capri e la costa Campana.

Da pochi giorni in libreria sono presenti i libri della piccola casa editrice romana Edizioni di Atlantide. Una vera e propria sfida. Quale sinergia è nata tra libreria e casa editrice?
Non c’è nessuna sinergia particolare con le Edizioni di Atlantide ma c’è la scelta, fin dalla nascita della libreria, di dare spazio a più marchi editoriali possibili, a rendere visibile cioè quella “bibliodiversità” di cui ora si parla molto e che andrebbe tutelata di più. Dunque tanti marchi, anche di case editrici piccole o piccolissime, come la neonata Atlantide, a cui facciamo tutti gli auguri del caso, e anche tanti titoli diversi, anche di catalogo, non solo le poche decine di best seller del momento.

Nutrimenti Bookshop ha riservato ai più piccoli un intero soppalco di libri e spazi dedicati. Chi sono i vostri piccoli lettori e come incidono sulle vendite globali della libreria?
I nostri piccoli lettori incidono in maniera significativa sulle vendite. Abbiamo dei piccoli lettori che iniziano con i libri tattili per poi arrivare ai grandi illustrati. Il loro entusiasmo è motivo di grande soddisfazione per noi che proviamo a scegliere i titoli migliori.

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Quali sono i titoli di punta per l’estate?
Sicuramente Serenata senza nome, il libro in uscita a fine giugno di Maurizio de Giovanni, poi l’ultimo titolo di Andrea Camilleri, L’altro capo del filo. Non puntiamo solo ai grandi nomi della narrativa ma ci piace seguire anche i suggerimenti dei lettori. Ovviamente le novità già prenotate sono molte, ma saranno  i nostri lettori a trasformarli in titoli di punta o meno.

Quali libri ci sono sul vostro comodino?
Di tutto e di più. Al momento ci sono tutti i libri che saranno presentati al festival Procida racconta, che si svolgerà dall’8 al 12 giugno. In generale leggiamo molto e leggiamo di tutto. Dalle grandi case editrici alle più piccole. Non facciamo alcun tipo di distinzione. Amiamo leggere da sempre e grazie a questo lavoro possiamo leggere ancora di più, per crescere, migliorare e consigliare i nostri lettori.

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Un libro di storie sospese

di Elena Refraschini

Esce oggi per Rizzoli  La libreria delle storie sospese, il primo romanzo di Cristina Di Canio, la vulcanica libraia di Il Mio Libro, in Via Sannio 18, a Milano.  

Alle 10:30 tutti alla “scatola lilla” di Cristina per festeggiare.

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Conobbi Cristina Di Canio una mattina soleggiata di qualche anno fa, spinta dalla curiosità verso quella piccola libreria vicino Porta Romana che aveva lanciato l’iniziativa di cui tutti parlavano, il “libro sospeso”.
Mi trovai davanti un piccolo vulcano, una giovane donna piena di entusiasmo e di amore genuino per i libri, con lo sguardo luminoso proprio di chi sta gestendo venti attività e ne sta già pensando altre quaranta.
Innumerevoli eventi (tra i quali anche il primo ciclo milanese di Cosa si fa con un libro?) e oltre seicento libri sospesi dopo, eccoci qui: l’entusiasmo di Cristina sembra triplicato, ora che è uscito per Rizzoli il suo primo libro, La libreria delle storie sospese.
A essere sincera, prima di iniziare la lettura non sapevo bene cosa aspettarmi. Le librerie sono invase da prodotti di bassa qualità, scritti da autori improvvisati che non sono nemmeno stati aiutati da un editing decente. Certo, fare la libraia non è come fare la cuoca o l’attore o – rullo di tamburi – lo youtuber, su questo non ci piove: ad ogni modo, lo scrittore ha un mestiere diverso.
Già con due pagine alle spalle, posso tirare un sospiro di sollievo: il libro è ben scritto, e viene naturale lasciarsi trasportare in quel magico Paese delle Meraviglie – come l’ha definita Marco Missiroli in quarta di copertina – che è la “scatola lilla” di Cristina.
La storia, per la maggior parte, è proprio quella della libraia: Nina, così si chiama, è proprietaria della libreria di quartiere, è vegana, ha una nipotina di nome Asia, non ama i numeri. Vi troviamo anche il libro sospeso: due clienti della scatola lilla iniziano a scambiarsi libri in regalo come messaggi segreti, violando per una volta la regola che prevede la totale anonimità di mittente e destinatario. Gli episodi più assurdi (la madre che abbandona il figlio di cinque anni in libreria, il pazzo che parla con Dio…) sono troppo assurdi per essere inventati, e infatti non lo sono.
libreria_coverLa libreria delle storie sospese, però, non è affatto un diario. Non solo perché la voce narrante non è quella della stessa Nina ma di Adele, un’anziana signora che ha preso la libreria come il suo “ospedale dell’anima”. Ma soprattutto perché sarebbe riduttivo parlare di questo libro come della storia di una libraia: certo, è la storia di una giovane che ha realizzato il proprio sogno, ma è anche la storia di chi c’era prima di lei, la storia dei giovani immigrati dal sud Italia, delle canzoni del fermento operaio, delle case di ringhiera; la storia di un quartiere che cambia, che poi è quella di tanti quartieri a Milano così come in tutta Italia. Chi conosce Cristina non faticherà a trovare le somiglianze tra il racconto e la vita reale, ma questa è una storia che nella sua semplicità aspira a essere universale.

Partiamo dall’inizio: com’è nata l’idea di scrivere La libreria delle storie sospese?
Non avevo assolutamente, come si dice, un libro nel cassetto. Galeotta fu una cena a cui partecipai un anno fa: in quell’occasione si chiacchierava del libro sospeso e iniziai a raccontare di questi due clienti che, per un periodo, si sono scambiati libri. La storia è piaciuta, e da quella siamo partiti. L’idea originale, poi, è cambiata: lavorando con Stefano Izzo e Benedetta Bolis, sono arrivata dove non sarei riuscita da sola. Per esempio, all’inizio era Nina a raccontare la storia, ma ci siamo resi conto che avremmo avuto l’opportunità di raccontare una storia più grande se fosse stata l’ottantenne Adele a parlare. La storia di Adele, che era davvero un’amica della libreria, è quella dei miei genitori e dei miei nonni.

Infatti, questa non è solo la storia di Nina e della sua libreria, ma è anche quella di un intero quartiere.
Io sono nata e cresciuta qui, in una casa di ringhiera. Erano i miei genitori, venuti dal Sud, a leggere i cartelli “non si fitta ai meridionali” di cui racconta Adele nel libro, e sempre loro si sono conosciuti praticamente litigando quando erano vicini. Quella della casa di ringhiera è una vita fatta di storie: ho sempre amato le storie, sin da quando mi addormentavo sulle ginocchia di mia madre mentre chiacchierava con le amiche nell’androne. Soprattutto sono affascinata da come erano le cose una volta, com’è cambiata nel tempo qualcosa che vivi nella tua quotidianità pensando che sia sempre stata così. Penso allo scalo di Porta Romana, per esempio, ma è così per così tanti luoghi in Italia.

Nel tuo lavoro di libraia avrai conosciuto centinaia di scrittori. Ti sei ispirata a qualcuno nel tuo stile?
Non ho preso modelli particolari durante la stesura del libro, però ho cercato di giudicarlo come i libri che vendo: quelli che mi piacciono di più sono i libri che raccontano una bella storia, e che sono autentici. Ho cercato quindi di scrivere nel modo che sentivo più vicino a me, e ho fatto molta attenzione ai dialoghi, perché non risultassero finti.

Ora che sei anche un’autrice, vedi il tuo lavoro come libraia e i libri in modo diverso?
Assolutamente sì. Ho sempre amato e rispettato i libri perché sono il mio lavoro e perché dietro c’è il lavoro di tante altre persone. E sono sempre stata affascinata dal fatto che uno stesso libro, quando entra in contatto con persone diverse, diventa una storia diversa, più personale. Come Adele, che ha davvero letto Il giovane Holden mentre allattava in ospedale. Ma oggi, un libro esce ed è praticamente già un malato terminale. Deve fare il botto entro due mesi. Ma perché non posso permettere a qualcuno di scoprirlo sei mesi dopo l’uscita? Capita a volte che qualcuno entra in libreria chiedendomi dove siano le novità. Ma se tu non hai mai letto un libro, per te sarà sempre una novità! Almeno per quanto riguarda la narrativa. Questa esperienza mi ha fatto toccare con mano la fatica che sta dietro la produzione del libro, dall’autore, all’editor, alla revisione delle bozze, alla grafica di copertina. I librai hanno risposto molto positivamente, e sono felicissima e spaventata al tempo stesso.

Girerai per le librerie dei tuoi colleghi per promuovere La libreria delle storie sospese?
Sì, dal 20 maggio più o meno girerò l’Italia, e sono felice di conoscere nella vita reale tanti colleghi che conosco solo virtualmente. Sarà emozionante poter parlare di questa storia nelle loro librerie, a loro volta piene di altre storie.

Torna SCANNER, il festival delle autoproduzioni da Scripta Manent

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma

Oggi 25 febbraio inizia SCANNER, il festival delle autoproduzioni italiane giunto alla terza edizione, organizzato da Maurizio Ceccato e Lina Monaco nella libreria Scripta Manent a Roma.

SCANNER dura fino al 28 febbraio, quattro giornate dedicate alle narrazioni di coloro che operano nel campo delle arti grafiche e tipografiche in Italia, delle riviste di fumetti e delle antologie di narrazioni, di artisti della serigrafia e di artigiani della calcografia.

Quattro giorni di incontri, con dimostrazioni live su come si progetta e realizza una fanzine, nello spazio della libreria messo a disposizione gratuitamente dalle ore 17 alle 24, no-stop.

«Nel 2015 – spiega Maurizio Ceccato – su diversi dizionari italiani la voce autoproduzione è assente. Il termine più vicino è fanzine, parola inglese che nasce negli anni Quaranta dalla crasi di due parole: fanatic (appassionato) e magazine (rivista) che in italiano, come suggerisce Wikipedia, può essere tradotto rivista amatoriale. Ma questo termine, oggi, oltre che essere stretto non coincide con le produzioni attuali che si stanno ricavando nell’ultimo decennio uno spazio preciso fuori dai circuiti librari, confezionati e redatti in una forma tutt’altro che “amatoriale”».

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Calendario (in progress) degli interventi LIVE
Gli orari sono suscettibili di variazioni

giovedì 25
ore 18,00 NODES
ore 19,00 WATT • Senza alternativa

venerdì 26
ore 17,30 Roberto Grossi + Tre Boschi
ore 18,30 Fabio Donalisio + nervi + ISOLA
ore 19,00 Alessandro Martoz Martorelli
ore 19,30 B comics • Fucilate a strisce + Maurizio Ceccato, Lina Monaco
ore 20,00 Night Italia + Marco Fioramanti
ore 20,30 Paolo Schneider

sabato 27
ore 18,00 Stefano Piccoli + Liska Prod.
ore 18,30 Marina Biagini
ore 19,00 Costola
ore 19,30 Pastiche
ore 20,00 Clockwork Pictures + Fabio Meschini

domenica 28
ore 18,00 DUDE mag
ore 18,30 Flanerì + effe
ore 19,00 Brigata RGB + Ynfidel Enrico D’Elia

Intervista a Dionigi Mattia Gagliardi, direttore della rivista nodes

A Firenze c’è Marabuk, la libreria in cooperativa

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Marabuk
Via Maragliano, 29/e – Firenze
tel. 055 360437
info.marabuk@gmail.com
Facebook

di Lorena Bruno

Nel novembre 2012, dopo 18 anni di attività, ha chiuso Edison, la libreria di piazza della Repubblica a Firenze, per il mancato rinnovo del contratto d’affitto, non perché la libreria andasse male. Al suo posto oggi c’è Feltrinelli Red. Alcuni librai non si sono arresi alla disoccupazione, hanno fondato una cooperativa e aperto una loro libreria. Abbiamo intervistato una di loro, Marida Maritato.

Quando e perché nasce la libreria Marabuk?
La libreria ha aperto il 21 marzo 2015, ma il progetto è partito prima, perché la nostra cooperativa, Materiali resistenti, è nata il 18 luglio 2014. La cooperativa è il frutto dei nostri progetti dopo la chiusura della libreria Edison: ci siamo scelti tra noi per comunione d’intenti e abbiamo iniziato a lavorare al progetto di apertura di una libreria nostra. L’idea è nata dalla voglia di continuare a fare il proprio lavoro in modo indipendente: l’unico sistema era farlo per conto nostro. Siamo molto soddisfatti, tutti i nostri trattamenti di fine rapporto sono stati investiti sulla libreria, al di là di pochi aiuti da parte della Filcams Cgil o la Legacoop Firenze, non abbiamo avuto nessun aiuto. Ci sono stati tanti buoni propositi del Comune, della Provincia e dalla Regione, però ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto da soli, che dà molta più soddisfazione.

marabuk

Chi sono i librai di Marabuk?
Siamo sei soci, Daniele, Lorenzo, Vincenzo, Maria, io e Simone. Io ho quindici anni di esperienza, gli altri molti di più. Siamo dei sognatori.

Parliamo del nome della libreria, perché si chiama Marabuk?
Il nome è una fortunata coincidenza: la nostra cooperativa, come dicevo, si chiama Materiali resistenti, quindi volevamo un nome che non si distaccasse molto da questo, ma che fosse più adatto a una libreria. “Mar” richiama il nome della cooperativa, abbiamo pensato che dovesse essere mar-at-buk, molto italianizzato; in seguito abbiamo trovato questo spazio in via Maragliano 29 a Firenze, abbiamo pensato che calzasse a pennello e l’abbiamo chiamata così.

A Firenze esiste un’associazione di librerie indipendenti?
Non ancora. Ci sono state molte riunioni negli anni, anche prima che aprissimo; i librai indipendenti hanno sempre cercato di incontrarsi per creare un’associazione che li tutelasse contro lo strapotere delle catene di librerie. Ci stiamo lavorando, speriamo che succeda presto.

Conoscete la piattaforma Satellite Libri, punto di incontro tra libraio, editore e lettore?
La conosciamo, abbiamo curiosato sul loro progetto e li abbiamo visti molto attivi.

Di che cosa hanno bisogno i librai in Italia? Di un sindacato di categoria, di un associazionismo più operativo, di una nuova legge Levi?
Il libero mercato non può essere applicato al libro come per qualsiasi altra merce. Il prezzo del libro è bloccato, chi acquista di più ha un determinato sconto e di conseguenza può scontare di più, cosa che noi non possiamo fare. Non potremmo applicare uno sconto del 15% come fa Feltrinelli, chiuderemmo subito, come tutti i librai indipendenti. Ci vorrebbe più sostegno, che in Italia non c’è, perché non c’è interesse nel promuovere la cultura, nel far sì che i piccoli librai rimangano aperti, anzi spesso risultano un po’ scomodi se non promuovono un determinato tipo di libri. Ci vorrebbe che lo Stato tutelasse la diversità, nel settore dei libri come in ogni altro. I librai indipendenti però resistono perché a Firenze stanno rifiorendo, seppure a fatica, coraggiosamente. Bisogna puntare sulla diversificazione, offrendo al cliente ciò che si aspetta da un libraio: non il mordi e fuggi dell’ultimo libro di grido che si può trovare dappertutto a un prezzo minore, ma offrire dei servizi come la competenza, la possibilità di trovare in libreria iniziative per la cultura, senza limitare le idee. A livello nazionale un’associazione tra librai potrebbe aiutare molto, a livello locale non fino in fondo. Fin quando non si prendono le distanze dall’idea di coltivare il proprio orticello, gelosi del proprio spazio, non si riuscirà mai a raggiungere un risultato: se la cultura gira, gira per tutti. Noi cerchiamo di interagire con gli commercianti della nostra zona, perché ha bisogno di rinascere: se il quartiere non fa rete non sopravvive nessuno.

marabuk1Quali sono i criteri per la scelta dei titoli da mettere sui vostri scaffali?
Il mercato ne detta alcuni, se so che Fabio Volo vende, piaccia o no, noi dobbiamo tenerlo; poi scegliamo a nostra discrezione: se un autore ci piace molto lo promuoviamo. Ad esempio, a me interessa molto Eureka Street di Robert McLiam Wilson (Fazi Editore) e continuo a ordinarlo nonostante sia uscito anni fa, così come altri miei colleghi consigliano quello che hanno letto e apprezzato. Curiamo molto il settore per ragazzi, stiamo cercando di dare molta evidenza agli autori che seguono il filone della genitorialità ad alto contatto, come Bortolotti, Balsamo e altri, perché proviamo a dare un’impronta diversa alla puericultura. Se mi chiedono i libri della tata, ce l’ho, ma provo anche a offrire un’altra scelta che secondo me è migliore.

Chi sono i clienti di Marabuk e qual è il vostro rapporto con il territorio?
Non ti posso dire se c’è un target particolare, abbiamo aperto da poco e non c’è un settore che va più di un altro, se non quello per ragazzi, che rappresenta la metà del fatturato. La nostra clientela è molto colta, Volo non ha fatto il boom. Cerchiamo di dare spazio alle piccole case editrici come L’orma editore, la Sur, l’Iperborea, la Clichy, che nella grande distribuzione non hanno questa visibilità, al di là di pochi casi in cui il libraio va contro certe direttive. Noi ci teniamo molto perché questa case editrici stanno svolgendo un lavoro enorme di selezione. Proviamo a far conoscere qualcosa di nuovo.

Che cosa c’è da leggere sul tuo comodino?
In questo momento c’è un libro di Donato Carrisi e I cuccioli non dormono da soli di Alessandro Bortolotti.

Cosa si fa con un libro? Seconda edizione a Roma, in libreria

COSA SI FA CON UN LIBRO? Seconda edizione Roma

Cosa si fa con un libro, dopo la prima edizione romana a Garbatella in collaborazione con Altrevie e la #scatolalilla edition in corso a Milano, torna a Roma in versione itinerante in quattro librerie della città.

Da gennaio a maggio 2016, una volta al mese, le librerie L’Altracittà, Pagina 348, Risvolti e Scripta Manent, tutte librerie indipendenti da nord a sud della capitale, ospiteranno  autori, editori, editor, illustratori e traduttori per parlare  con i protagonisti della filiera libro, moderati dalle serpenti romane Emanuela e Rossella.

Il programma:
16 gennaio – Un libro si scrive. La parola allo scrittore Sandro Bonvissuto – Libreria L’Altracittà
6 febbraio – Un libro si pubblica. La parola all’editore Sandro Ferri di e/o – Libreria Pagina 348
12 marzo – Un libro si pubblica . La parola all’editor Massimiliano Borelli – Libreria Risvolti
Aprile – Un libro si illustra. La parola all’illustratore Simone Rea – Libreria Scripta Manent
Maggio – Un libro si traduce. La parola al traduttore Riccardo Duranti – Libreria Pagina 348

L’ingresso è gratuito con aperitivo.

Vi aspettiamo il 16 gennaio alla libreria L’Altracittà di Silvia Dionisi con lo scrittore Sandro Bonvissuto.

Qui gli incontri della prima edizione romana.

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La festa di Pagina 348. 23 anni e non sentirli!

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Anche quest’anno, il 16 dicembre, i librai Marco, Cristina e Alessio di Pagina 348, la libreria di quartiere che dal 1992 anima la vita culturale della periferia sud di Roma, organizzano una festa per il loro 23esimo compleanno.

Festeggiare il compleanno è diventata una consuetudine per la libreria Pagina 348 da quando, nel 2012, per il loro ventennale, i librai hanno organizzato un evento al Centro culturale Elsa Morante chiedendo a Fabio Bartolomei, Ilaria Beltramme, Claudio Coletta e Giovanni Ricciardi (tra gli autori più amati dai clienti di Pagina 348) di scrivere un inedito per l’occasione. È stato un successo che si è replicato negli anni.

Fabio Stassi e Marco Guerra alla festa della libreria nel 2013

Fabio Stassi e Marco Guerra alla festa della libreria nel 2013

Questa volta a cambiare è solo il luogo. Non più, infatti, il Centro culturale Elsa Morante, chiuso dal giugno 2015 per una serie di responsabilità condivise fra amministratori, politici e burocrazia, ma la parrocchia del quartiere, l’unica evidentemente disposta a offrire ospitalità gratuitamente.

La lista degli ospiti è sempre più lunga e tra chi ha già dato conferma ci sono: Lia Levi (e/o), Claudio Coletta (Sellerio), Ilaria Beltramme (Newton Compton), Giovanni Ricciardi (Fazi), Paolo Foschi (e/o), Mila Venturini (Nottetempo), Giampaolo Simi (Sellerio) che arriverà direttamente da Viareggio, Anna Monica Ciotola dell’associazione Teatro in gioco.

Gli ospiti saliranno sul palco uno alla volta, scambieranno due parole con Marco Guerra, parleranno del loro ultimo titolo, racconteranno aneddoti divertenti accaduti in libreria. E poi si parlerà del gruppo di lettura della libreria, della riffa di fine anno (in palio un buono di 50 euro da spendere in libri), delle varie collaborazioni con locali, circoli e associazioni del territorio.

Si annunceranno anche  alcune iniziative in programma per il 2016: il corso di scrittura di Mila Venturini tra febbraio e marzo; le nuove attività con i bambini organizzate dall’associazione Teatro in gioco in primavera; l’incontro con l’editore Sandro Ferri di e/o il 6 febbraio per la seconda edizione romana di Cosa si fa con un libro? organizzata da Via dei Serpenti.

L’ingresso è gratuito, si sta comodamente seduti e si può acquistare un libro degli autori presenti.

Quando?  Mercoledì 16 dicembre alle ore 20.45

Dove?  Teatro della parrocchia Spirito Santo in via Rocco Scotellaro 11