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INDILIBR(A)I – Marcovaldo consiglia I sicari di Trastevere di Roberto Mazzucco

INDILIBR(A)I Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Marcovaldo
Via Cairano 22  (Prenestino) – Roma
tel./fax 0664800213
e-mail info@libreriamarcovaldo.it
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Il libro consigliato per ottobre è I sicari di Trastevere di Roberto Mazzucco (Sellerio).

Scritto sul finire degli anni ’80 e ripubblicato oggi dalla Sellerio, I sicari di Trastevere è l’unico romanzo scritto da Roberto Mazzucco (1927-1989), commediografo, sceneggiatore e padre di Melania. La storia è quella dell’omicidio di Raffaele Sonzogno, direttore del quotidiano La capitale e fra gli eredi della famiglia di editori, avvenuto nel 1875.
Le tinte giallo-noir servono a Mazzucco per dipingere un affresco storico di grande portata, e per raccontare (come già fatto nel celebre sceneggiato televisivo Lo scandalo della banca romana) corruzione e giochi di potere nell’Italia post-unitaria. Alcuni temi, come le collusioni fra giornalismo e potere politico e la scarsa ortodossia delle forze dell’ordine sembrerebbero catturate da Ellroy e precorritrici del “neo-noir” all’italiana. Ciò che però colpisce, e di certo non positivamente, è che tante storture narrate in questo romanzo, dalla speculazione edilizia all’influenza del Vaticano alla mancanza di alternative politiche limpide e credibili potrebbero narrare il 1875 come il 1975 (e, chissà, il 2075): come un’opera teatrale immortale, sul palcoscenico della grande storia italiana cambiano gli attori, ma copione e personaggi sembrano sempre gli stessi. Narrati con sapienza storica, prosa elegante e brillante uso del dialetto da Mazzucco.
Per chi ama i gialli, per chi ama i noir e per chi ama la storia, da non perdere.

I sicari di Trastevere di Roberto Mazzucco
Sellerio, 2013
pp. 228, 13,00 €

INDILIBR(A)I – Marcovaldo: consigli di lettura per le vacanze

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Simone Luciani della libreria Marcovaldo consiglia Ricatto di James Ellroy (Einaudi).

Lo scrittore americano continua ad alternare il romanzo “epico” ai racconti lunghi. Con alcuni marchi di fabbrica inconfondibili: la passione per le figure celebri del letame poliziesco-giornalistico-vippettaro-gossipparo degli Stati Uniti e una scrittura negli anni sempre più ritmata. Così, il suo ultimo lavoro, appena pubblicato in Italia, sembra ammiccare ai suoi fan giocando con se stesso. Il protagonista è Fred Otash, investigatore privato che “dossierava” star del firmamento hollywoodiano e non solo. I fan di American tabloid e successivi lo conoscono bene. Così come conoscono bene la scrittura di Ellroy, tanto da far venire il sospetto che loro, e solo loro, sanno davvero decifrarla e capirla a fondo. Comunque, Ricatto è l’occasione, per chi non l’abbia mai fatto, di avvicinarsi a uno dei più grandi scrittori contemporanei, senza temere di perdersi tra le complesse linee narrative della trilogia americana. Con l’accortezza di usare almeno Wikipedia per scoprire chi siano i personaggi che non si conoscono. A sorpresa, nel girone dei lussuriosi che racchiude Hollywood e oltre, salta fuori anche Roberto Rossellini.

James Ellroy è uno dei più grandi scrittori contemporanei. Dopo aver visto, quando aveva appena dieci anni, sua madre uccisa, trascorre una gioventù fra alcol, eroina e una vita da vagabondo. Lo salva la letteratura: nel 1975 scrive Prega detective, uno splendido noir che ne mette subito in luce le qualità. Sempre nel noir si inserisce la tetralogia di Los Angeles (fra cui Black Dahlia e L.A. Confidential). Raggiunge il suo culmine letterario con la trilogia americana (American tabloid, Sei pezzi da mille e Il sangue è randagio), una sorta di controstoria degli Stati Uniti di rara complessità narrativa.

Leggi un estratto

Ricatto – James Ellroy
Traduzione di Alfredo Colitto
Einaudi, 2013
pp. 88, € 10,00

INDILIBR(A)I – Marcovaldo: il libro consigliato a luglio

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Il libro che vi consigliamo per il mese di luglio è L’isola della sacerdotessa dell’amore di Christopher Moore (Elliot), scritto nel 1997 e fino a oggi inedito in Italia.

L'isola della sacerdotessa dell'amoreC’è da morire dal ridere, con un personaggio come Tucker Case. Un imbranato pilota che, a causa della sua (diciamo…) ipersensibilità al fascino femminile distrugge l’aereo che guida perde il posto di lavoro e salva per miracolo, ma con danni assai dolorosi, il proprio (diciamo…) apparato riproduttore. Così, l’unica speranza di tornare a lavorare è quella di accettare un’equivoca proposta di un medico che vive in una minuscola isola della Micronesia. Qui Tuck si troverà ad avere a che fare con una delirante carrellata di personaggi assurdi.

Christopher Moore Nato a Toledo in Ohio, vive a San Francisco. È autore di dodici romanzi, molti dei quali sono best seller negli Stati Uniti, in Inghilterra, Francia, Germania e Giappone. In Italia sono usciti Un lavoro sporco, Il Vangelo secondo Biff, Suck!, Fool, Sesso e lucertole a Melancholy Cove e Demoni. Istruzioni per l’uso, tutti pubblicati da Elliot . Ha vinto numerosi premi tra cui il prestigioso Quill Award per due volte consecutive. Il suo sito internet è www.chrismoore.com

L’isola della sacerdotessa dell’amore – Christopher Moore
Traduzione di Luca Fusari

Elliot Edizioni, 2013
pagg. 312,  € 18,50

Tra i consigli di  Marcovaldo c’è anche il libro di esordio di Viola Di Grado Settanta acrilico, trenta lana  (edizioni e/o), candidato al Premio Strega 2011 e vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Qui la nostra recensione.

Settanta acrilico, trenta lana – Viola Di Grado
e/o, 2011
pp. 189, € 18,00

INDILIBR(A)I: la libreria Marcovaldo – Intervista a Simone Luciani

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Marcovaldo è una piccola libreria aperta nel maggio 2012 da Simone Luciani con l’obiettivo di creare un presidio culturale nel quartiere Prenestino.

Chi è Simone Luciani?
Simone Luciani nasce in un luogo di mare vicino Roma nel 1981. Un giorno, decide di sacrificare la propria vita alla lettura e alla scrittura. Così, di professione fa (in ordine di tempo) il giornalista, lo scrittore e il libraio. Da giornalista si occupa di politica e di sport. Da scrittore, pubblica nel 2012 il noir Il cane bastardo (ed. Il Foglio) e nell’estate 2013 il giallo Qualcuno che non conosco (ed. Robin). Poco più di un anno fa apre la libreria Marcovaldo, con l’obiettivo di dare un presidio culturale al quartiere Prenestino, ex borgata pasoliniana divenuta quartiere residenziale.  

Quando nasce la sua libreria e perché ha deciso di aprirla?
Marcovaldo nasce a maggio 2012 nel quartiere Prenestino, zona fino ad allora sprovvista di librerie. Si trova a cento metri dalla futura fermata Teano della metro C. Nasce dall’esigenza di dare un presidio culturale a un quartiere popolare, popoloso e assai vivace.

Volendo descrivere la figura del libraio attraverso i miti letterari, sceglierebbe quello di Don Chisciotte o di Giovanni Drogo del Deserto dei tartari, o un altro ancora?
Mi piace pensare alla libreria (non al libraio, sarebbe da megalomani) come a un anziano saggio al quale chiedere consiglio quando un individuo o una comunità perdono i punti di riferimento.

Quali differenze ci sono tra un libraio e un venditore di libri?
Spiegherò con un esempio. Mi spendo spesso per guidare il lettore che mi chiede consigli fra le eccellenti proposte della piccola e media editoria. A volte vengo ascoltato, mentre altre volte il cliente decide di virare sulle sfumature di grigio. Il venditore, in questi casi, dovrebbe essere felice di aver comunque incassato. Il libraio, invece, ci rimane male.

Recentemente la famosa Scuola Mauri per librai ha premiato Arion, il marchio di librerie indipendenti romano. Ma parliamo sempre di una catena, per quanto indipendente dai grandi marchi editoriali. Per avere successo, dunque, si deve essere comunque grandi e organizzati?
Essere organizzati sicuramente serve. Per quanto riguarda la grandezza, credo che questa appartenga a una vulgata che poteva funzionare prima della crisi. Oggi chi decide di aprire una libreria deve partire da tre punti. Il primo è la conoscenza e la valorizzazione del territorio. Ovvero, conoscerlo e conoscerne gli abitanti, ma anche diffondere attraverso i libri la cultura locale. Il secondo è coniugare la flessibilità con l’identità, essendo capaci d modificare ciò che non va senza snaturare il proprio progetto. Il terzo è l’aspetto economico. Questo è un periodo in cui di soldi a disposizione ce ne sono pochi, e il margine di guadagno sui libri non è certo dei più alti. Quindi, è necessario da un lato ridurre le spese di gestione al minimo, anche a costo di rinunciare a servizi che sembrano fondamentali, e dall’altro tentare di massimizzare i guadagni. Questo si può fare trattando con editori e distributori più piccoli, allargando la propria offerta ai libri usati e d’occasione e ad altri ambiti della cultura, come DVD o musica.

Se lei fosse “solo” un lettore, che cosa le piacerebbe trovare in una libreria?
Tantissima media e medio-piccola editoria: è lì che si trova la qualità. Dopodiché, sono appassionato di letteratura americana, di noir, di fantascienza, di gialli, di horror… ma lì andiamo sui gusti personali.

L’ODEI, l’Osservatorio degli editori indipendenti, ha lanciato recentemente una  campagna di sensibilizzazione sulla urgente necessità di azioni coordinate a sostegno delle librerie indipendenti.  Secondo lei di che cosa hanno bisogno i librai in Italia?
Di tante, troppe cose. Penso che le librerie indipendenti dovrebbero fare rete e presentarsi come una sorta di soggetto unitario al momento di trattare con editori e distributori. E penso che debba esserci un mutuo soccorso tra piccole librerie e piccoli editori, perché non possono vivere le une senza gli altri. A livello politico, invece, sarebbe urgente nell’immediato un incentivo fiscale per l’acquisto dei libri, che vada oltre la questione dell’Iva e che sia più visibile. Quante persone sanno che l’Iva è esente? E poi, un lavoro nel lungo periodo: le scuole devono sforzarsi di non far vivere la lettura come un dovere, ma come un piacere e un divertimento (magari proponendo titoli più accattivanti), al pari del cinema, dei fumetti, dei videogames. E far capire che non c’è contrapposizione fra questi media, ma la vita è più ricca se c’è spazio per tutto.

Proponete iniziative per incoraggiare la lettura e l’incontro con i lettori?
Organizziamo delle presentazioni, tentando di contattare autori e editori che sono disponibili. E proponiamo campagne di sconto e libri a prezzo vantaggioso. Logica che non mi piace (fra i consumi culturali, la lettura è quella che costa di gran lunga di meno rispetto al tempo che occupa), ma alla quale ci adeguiamo.

Che tipo di clienti avete?
Siamo una libreria di quartiere, e di un quartiere popolare ma culturalmente vivo. Dunque, si trova qualunque genere di lettore. Posso notare, per sommi capi, che gialli, narrativa e libri per bimbi e ragazzi vanno molto, mentre interessa poco l’attualità.

Il libro consigliato per questo mese e il libro più venduto?
Per questo mese consigliamo Maledetti hippie! di Jorg Juretzka (ed. Meridiano Zero), un neo-noir di assoluto divertimento. Fra i libri più venduti, mi piace sottolineare che tra i best seller si è fatto strada un romanzo consigliato da noi: Votate Robinson per un mondo migliore di Donald Antrim (minimum fax). Un vero manifesto della nuova letteratura americana.