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LaRocca Fortezza Culturale, nuova realtà di resistenza urbana

 SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Rossella Gaudenzi

Da qualche mese a Torpignattara, quartiere multiforme e multicolore, simbolo della non sempre facile convivenza multietnica romana, c’è LaRocca Fortezza Culturale, uno spazio accogliente e caldo dove fermarsi per sfogliare o acquistare libri, mangiare una fetta di torta e bere una tisana, partecipare a laboratori per bambini, workshop per adulti, serate di chiacchiere sul divano.
LaRocca Fortezza Culturale è, in ordine alfabetico: Francesca Di Marzo, Alessandro Di Somma, Luca Rosan ed Eleonora Turco.

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Francesca Di Marzo ci ha raccontato i primi tre mesi di vita dell’associazione culturale LaRocca. Storica dell’arte e guida turistica, è operatrice didattica e operatrice museale. Nel 2010 in Polonia, presso il Centrum Sztuki WRO/WRO Art Center di Breslavia, ha scoperto la passione per la didattica. Rientrata in Italia ha collaborato con Cinecittà si Mostra e oggi collabora con il Dipartimento educativo del MAXXI e  l’associazione culturale Work in project.

LaRocca è  una nuova realtà di Torpignattara che sorge in via Carlo della Rocca, ben in linea con il rafforzativo di Fortezza Culturale. Partiamo da qui.
Tutto inizia da un’idea che ci è venuta nella primavera 2016 e da allora all’inaugurazione del centro, il 10 settembre 2016, il passo è stato decisamente breve. Si era liberato uno spazio nel quartiere, accanto al Teatro Studio Uno gestito da Eleonora e Alessandro. Dove prima esisteva un negozio di abbigliamento cinese è nata LaRocca Fortezza Culturale: teatro sottoterra e spazio culturale in superficie, dal sottosuolo alla strada, in linea con quell’upsidedown, il sottosopra, che sottende alla serie televisiva Stranger Things (di cui siamo grandi estimatori!). La volontà è fare cultura a Torpignattara, creando un piccolo polo, ossia LaRocca Fortezza Culturale. Una rocca che resiste, quindi, in un’impresa da pionieri, ci risulta che questa esperienza sia un unicum. Eleonora e Alessandro sono gli esperti di teatro, Luca di grafica e comunicazione, io di laboratori e didattica per bambini, con l’intento di realizzarne uno a settimana.

15219546_1196697600421165_6925777487178003107_nCi racconti come state costruendo il rapporto con questo quartiere difficile e affascinante?
Una famiglia per metà spagnola e per metà italiana ha stipulato il compromesso per l’acquisto della casa dopo aver scoperto l’esistenza dell’associazione culturale LaRocca. Questo episodio, indubbiamente il più sorprendente, sta a testimoniare quanto il quartiere ci stia dimostrando, innanzitutto, in affetto. Mi sono sorpresa nello scoprire quante famiglie giovani con bambini popolino Torpignattara. E posso affermare che, con cautela e lentezza, sta facendo capolino anche la multicuturalità di questo quartiere, le famiglie straniere che si stanno chiedendo ancora se LaRocca sia o meno un posto accogliente. Nei prossimi mesi avvieremo progetti di lettura per bambini in lingua straniera: sicuramente in cinese e bengalese, sono questi i primi contatti linguistici trovati.

LaRocca può vantare, in soli tre mesi di vita, una vera molteplicità di attività. Ce ne parli in dettaglio?
I laboratori per bambini, come anticipato, con frequenza settimanale, con temi sempre diversi e volti a mettere in campo competenze differenti. Il primo, a una settimana dall’inaugurazione, è stato C’era una volta una rocca… per creare favole e disegni grazie all’estro dei bambini. Tra gli altri: Cadono le foglie, Che paura di spavento, Mostri giapponesi, Ho creato il mio cartone animato!
Il primo appuntamento del 2017 sarà Ninne nanne dal mondo, a cura dell’officina artistica M.O.B.
Molto importante è anche l’appuntamento del mercoledì Artisti sul divano: gli spettacoli del Teatro Studio Uno vanno in scena dal giovedì alla domenica e il giorno precedente alle rappresentazioni se ne presenta la sinossi in un contesto che definirei confortevole e ospitale. Chiunque voglia proporsi come artista, promotore di cultura o voglia semplicemente ascoltare è il benvenuto; tra gli ultimi ospiti cito Angela Telesca, ufficio stampa della romana ChiPiùNeArt edizioni.

I libri, soprattutto per bambini e ragazzi, sono l’elemento che a colpo d’occhio colpisce il visitatore. Come, da chi e con quale criterio si selezionano i libri per LaRocca?
Ognuno di noi è qui rappresentato da un proprio angolo di libreria. Io ed Eleonora, neo mamma, ci occupiamo essenzialmente della scelta dei libri per bambini e ragazzi, a tutti gli effetti la “fetta” di torta maggiore; tra le case editrici che prediligiamo ci sono Minibombo, Gallucci, Lapis, Babalibri, Coconino, Artebambini. Luca, appassionato di cultura giapponese, ha qui ricreato un angolo di Giappone, consentendo a cultori e neofiti di consultare i suoi libri. Quanto ai libri in vendita, è l’esperto di graphic novel. Alessandro cura il settore della letteratura teatrale e di quella contemporanea, italiana e non. Stiamo progettando un percorso letterario che accomuni letteratura e vino, con la presenza di sommelier. A breve i dettagli.

15232274_1197641390326786_2971889214420692398_nUn altro progetto che mi sembra degno di nota è quello di creare, presso LaRocca Fortezza Culturale, una piccola biblioteca.
A Torpignattara non c’è una biblioteca, sebbene lo scorso 4 dicembre sia stato inaugurato dal V Municipio lo spazio per bambini Bookcrossing a Torpignattara. La nostra idea nasce proprio da una riflessione su questo vuoto da colmare; attualmente possiamo contare su 300 libri donati da associati, ovviamente selezionati da noi, e il numero sta crescendo. Infine, LaRocca offre un piccolo, anzi piccolissimo scaffale di libri usati, in vendita.

So che in qualità di rappresentante dell’associazione LaRocca hai trascorso giornate intense alla recente fiera romana Più Libri Più Liberi. Qual è il tuo bilancio?
Girovagare per la fiera è stato importante e utilissimo: giornate di fatica gioiosa, trolley pieni di acquisti e la possibilità di avere un contatto diretto con gli editori, che si sono dimostrati interlocutori squisiti, competenti e sempre sorridenti. Quindi per LaRocca questo è stato il battesimo del fuoco: siamo già pronti per l’importante fiera di Bologna Children’s Book Fair 2017.

I libri che hai regalato per Natale: uno per grandi e uno per piccini.
Un classico per gli adulti, Il maestro e Margherita di M. A. Bulgakov; per i più piccoli Palla rossa e palla blu. L’amicizia arrotonda tutto (Maicol&Miirco, Bao Publishing, 2016), un vero gioiellino.

Cosa c’è da leggere sui vostri comodini?
Sul mio comodino troneggia l’opera eccelsa di – sua altezza – James Joyce, Ulisse (I Meridiani, Mondadori); Luca sta leggendo Fight club 2 (C. Palahniuk-C. Stewart, Bao Publishing, 2016) e L’elenco telefonico degli accolli (Zerocalcare, Bao Publishing, 2015). Sul comodino di Eleonora  c’è Favole dei fratellli Grimm (Edizioni Usborne) e su quello di Alessando ci sono Pastorale americana di Philip Roth e Teatro del Grand Guignol (autori vari, a cura di Corrado Augias, Einaudi, 1972).

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Festa della lettura a Torpignattara

di Rossella Gaudenzi

Torpignattara«Tutto a Roma sembra accadere a Torpignattara», ha affermato qualche tempo fa, non allontanandosi molto dal reale, Carla Ghisalberti. Io forse sono di parte, perché in questo quartiere, tra la Casilina e la Tuscolana, ci vivo da due anni, eppure la voglia di fare e di dire la propria su Torpignattara è molto diffusa.
Il 30 e 31 gennaio si è svolta la seconda edizione di Pezzettini. Festa della lettura a Torpignattara, a Roma, una iniziativa ideata e organizzata da AltraMente-Scuola Per Tutti, due giornate di letture, presentazioni e incontri con gli autori tra il Liceo I. Kant di piazza F. Zambeccari, l’Istituto Comprensivo di via Laparelli e l’Istituto Comprensivo A. Manzi di via del Pigneto.

Il 31 gennaio sono entrata nella scuola di Via Laparelli e ho trovato una declinazione della ricorrente domanda: perché scrivo? L’urgenza di raccontare. Lo hanno chiesto a cinque personalità del mondo della scrittura, illustrazione, fumetto, giornalismo: Vauro il celeberrimo; Michele Masneri, autore di Addio Monti (minimum fax, 2014); Alessio Spataro, fumettista e disegnatore satirico autore di Biliardino (Bao Publishing, 2015); Maria Rosa Cutrufelli, scrittrice e giornalista siciliana, autrice di numerosi saggi, ultima pubblicazione I bambini della Ginestra (Frassinelli, 2012); Giuliano Santoro, che chiude il cerchio tornando nel cuore di Torpignattara con il suo Al palo della morte. Storia di un omicidio in una periferia meticcia (Edizioni Alegre.

Da Vauro sono arrivati complimenti amari per il lavoro che viene svolto da AltraMente. «Amari perché mi piacerebbe ci fossero tante Torpignattara, in questo momento di desolante desertificazione, quella della comunicazione: con essa appassisce la curiosità, appassisce l’empatia. Urgenza di raccontare è urgenza di incontrare. Il racconto – orale, scritto, disegnato – cos’è? È incontro. Nell’incontro con gli altri, nell’incontro di luoghi nasce l’esperienza, e con essa l’urgenza di capire, lo stimolo per andare avanti. Racconto come incontro; urgenza di rimettersi in comunicazione, con le esperienze fatte e, soprattutto, le esperienze da fare».

Per Michele Masneri si racconta per darsi la possibilità di vivere un’altra vita, un po’ come accade agli attori. Ma si racconta anche per un sentimento di vendetta, anche la vendetta è un ottimo movente.

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È facile sapere perché si legge, lo è di meno sapere perché si scrive per Maria Rosa Cutrufelli, sebbene il sentimento di vendetta non le sia estraneo: «Negli anni Settanta ero una “terrona”, emigrata dalla Sicilia a Bologna. Ho vissuto questa condizione come un trauma, e ho avuto la necessità di emanciparmi dal razzismo. Oltre al marchio di terrona ho subito quello di essere donna. I miei libri vertono su questi due sentimenti. Raccontare è per me diverso dal raccontarsi e la differenza è profonda per il fatto di essere donna. Le donne sono coloro che scribacchiano, perché scrivono di sentimenti, d’amore, di famiglia. Sono vittima di un forte pregiudizio. Le donne hanno il problema del pudore e quando scrivi devi essere spudorato: è per questo che faccio fatica a scrivere di me stessa. Cito la scrittrice algerina Assia Djebar: “Noi donne dobbiamo ancora levare il velo alle nostre parole”. Ho un aneddoto significativo da raccontare: durante la scrittura del mio primo romanzo mia madre aveva paura che scrivessi fatti riguardanti il rapporto con mio fratello, fatto di costanti discussioni».

L’urgenza di raccontare per Alessio Spataro ha a che fare con la memoria, memoria storica nel caso del suo ultimo lavoro, Biliardino, che ne ripercorre la storia dalla nascita come in un bignami del Novecento. La sua ricerca storica ha dato volto, attraverso caricature di personaggi, anche a figure di cui spesso ci si dimentica, che si tralasciano.

Da Torpignattara ha preso il via il primo libro di Giuliano Santoro, Su due piedi. Camminando per un mese attraverso la Calabria (Rubbettino, 2011), e sempre a Torpignattara la narrazione viene scomposta per comprendere la periferia e dar vita al recente Al palo della morte. Storia di un omicidio in una periferia meticcia. Periferia come la prospettiva migliore per comprendere i luoghi, le città. Non dimentichiamo che proprio a Torpignattara le mamme di una scuola elementare hanno cacciato malamente Borghezio. Quartiere meticcio? Forse non ancora, ma è qui che i bambini escono tutti insieme dalle scuole, senza dividersi per sfumature di colore della pelle. Da qui si racconta la storia di Roma: assaltare il centro dalla periferia.

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