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ideafelix, compri un libro e finanzi un progetto

di Emanuela D’Alessio

Con ideafelix, la nuova piattaforma editoriale fondata da Felice Di Basilio e Pierfrancesco Pivato, acquistare un libro diventa un’occasione per finanziare un progetto culturale o un laboratorio didattico nelle scuole. Siamo di fronte a un originale invito alla lettura. «È come allungare la vita al libro. La cultura che finanzia la cultura».
Abbiamo chiesto a Felice di Basilio di spiegarci meglio di che cosa si tratta.

Chi sono i fondatori di ideafelix, oltre a Felice Di Basilio? Che cosa li accomuna o li distingue?
Ho fondato ideafelix con Pierfrancesco Pivato, uno straordinario web maker ed esperto di comunicazione. Ci siamo conosciuti il primo giorno di scuola al liceo… ma non siamo soli, insieme a noi c’è anche un gruppo di persone che collaborano, suggeriscono, ci aiutano a capire meglio dove vogliamo andare.

Leggo sul sito: «ideafelix è una piattaforma editoriale che finanzia progetti culturali e laboratori didattici nelle scuole attraverso la vendita delle sue pubblicazioni». Si scelgono prima i libri da pubblicare o i progetti da finanziare?
Arrivano prima i libri, il lungo e paziente lavoro di ricerca di testi che meritano di essere pubblicati o riscoperti. Non c’è niente di più bello che riportare alla luce un testo straordinario, ma completamente dimenticato e associarlo a un progetto culturale. Dare una seconda vita a un testo che a sua volta permette a un progetto di nascere. È come allungare la vita al libro. La cultura che finanzia la cultura. Ma non solo testi dimenticati, anche le novità editoriali sono sotto controllo.

Come avviene l’abbinamento libro-progetto da finanziare?
Non esiste nessun collegamento tematico. Il nostro primo libro Studs Lonigan racconta le avventure di un giovane ragazzo che cerca la sua strada nella vita, tra sogni, amori inespressi e scazzottate in strada. E il primo progetto L’alba della meraviglia è un laboratorio didattico di filosofia nelle scuole elementari. L’associazione arriva nel modo più naturale possibile: il libro scelto si avvicina al progetto che ci ha convinto. Niente di più.

ideafelix non è una casa editrice tradizionale, si mescolano e si sperimentano modalità diverse, ma l’obiettivo finale sembra essere sempre lo stesso: creare un circolo virtuoso tra letteratura, cultura e lettura. Però da questo circolo virtuoso sembrano restare esclusi i librai, anello sempre più debole (soprattutto se parliamo di librai indipendenti) della filiera libro. Esclusione voluta o inevitabile?
No, nessuna esclusione dei librai. Non è nostra intenzione costruire un manifesto ideologico contro il mercato e non è nostra intenzione offrirci come modello alternativo alle librerie. Siamo appena nati e dobbiamo farci conoscere. Spero di trovare presto librerie disposte ad accogliere i nostri libri e il messaggio che rappresentano. Spero di trovare presto librai disposti a condividere con i loro lettori la novità ideafelix – compra questo libro e non stai solo scegliendo una storia, ma finanziando un laboratorio in una scuola elementare. E tutti coloro che sceglieranno di ospitare i nostri libri saranno per forza di cose alleati preziosissimi. Saranno insieme a noi anche presenti sulla nostra piattaforma. La loro scelta sarà una vera partnership.

Il progetto editoriale annunciato prevede la pubblicazione di sei libri l’anno. Il numero è fisso o solo un punto di partenza? Quali sono i criteri di selezione?
Il numero è al momento frutto di equilibri finanziari molto delicati. Possiamo permetterci sei libri e soprattutto a ogni libro dobbiamo dare almeno due mesi di tempo per raccogliere i finanziamenti necessari. È molto simile alla struttura di una piattaforma di crowfunding: la raccolta dura 60 giorni, ma non siamo neanche così rigidi. Se necessario, soprattutto all’inizio, si può allungare. E a differenza di un classico crowfunding non prendiamo commissioni dal progetto finanziato e qualunque cifra raccolta viene devoluta al progettista. La selezione dei libri? Una perfetta commistione di fortuna e gusto.

Il primo titolo disponibile è il romanzo di formazione Studs Lonigan dell’americano James T. Farrell, pubblicato per la prima volta nel 1932. Acquistando il libro si contribuirà a finanziare anche il progetto L’alba della meraviglia, un laboratorio di filosofia per bambini in una scuola elementare romana. Insomma, con ideafelix si affida al libro una duplice funzione culturale, immediata per chi soddisfa il desiderio di lettura, indiretta per chi, attraverso l’acquisto altrui di un libro, soddisfa un altro bisogno culturale. Acquistare un libro su ideafelix, quindi, ci rende “migliori” due volte?
Non so se ci rende migliori, ma senz’altro partecipi. Chi legge, e legge spesso, ha già migliorato molto la sua percezione della realtà. E tra questi chi decide di portare la sua attenzione su proposte editoriali che se acquistate contribuiscono alla realizzazione di progetti culturali, beh siamo davanti a un mondo ideale bellissimo. Mi piacerebbe che ideafelix diventasse un luogo in cui le persone creano profili alle loro idee e tutti insieme si partecipa alla loro realizzazione. Sarebbe un grande gesto di emancipazione, un gesto attraverso il quale la comunità elabora e realizza senza dover ricorrere a prestiti bancari, istituzionali etc., una comunità che attraverso la sponsorizzazione di un testo – comprate e finanzierete – lancia anche un nuovo e originale invito alla lettura.

studs_lonigan

ideafelix ha anche un magazine online, dedicato al fumetto e ai racconti. Quali sono i criteri di scelta?
Ho lavorato molti anni nel mondo editoriale: ho fondato riviste, case editrici, ho diretto e rilanciato progetti editoriali. E nel corso degli anni ho scoperto autori che non avevano un pubblico in Italia, e purtroppo per le leggi del mercato, non lo avrebbero mai avuto. Perché scrivevano solo racconti, perché i loro libri illustrati costano troppo, etc. La forma breve non trova spazio, soprattutto non trova il contenitore editoriale capace di concorrere con altri prodotti più classici. È un bacino vastissimo. Quindi il nostro magazine avrà questo scopo: presentare tutti coloro che non hanno uno spazio. Ci saranno racconti, saggi brevi, fumetti, illustrazioni, fotografie, video, assolutamente inediti e gratuiti per i nostri lettori. Al momento lavoriamo su materiali stranieri, ma è aperta la possibilità anche ad autori italiani che vogliono proporre il loro primo racconto. Gli articoli sul nostro magazine sono anche un modo indiretto di finanziare il progetto culturale: portano traffico e lettori e magari con il tempo, acquirenti.

Quante persone lavorano per ideafelix, come siete organizzati?
Siamo una struttura piccola e “leggera”. La tecnologia porta questo grande vantaggio. Ma i reparti sono gli stessi che si trovano in una casa editrice. Diciamo che tra noi ci sono persone che si occupano di più cose, che hanno una professionalità completa e quindi possono seguire più reparti. Il resto è determinato dalla dimensione della nostra produzione. Al momento siamo in sette.

Si legge che ideafelix è autofinanziata. Eppure di professionalità in campo ne sono state messe parecchie, dal grafico all’esperto web, dal traduttore all’editor, dall’addetto stampa all’esperto di diritti, fino al tipografo. Lavorano tutti gratuitamente?
No, lavorano gratuitamente i soci. Il resto – ufficio stampa, traduttore, social media manager – ricevono il compenso per il loro lavoro. E poi si pagano i diritti di traduzione e ovviamente il tipografo. I soci aspettano. Se l’idea funziona… (ideafelix=ideafortunata).

È ancora troppo presto per fare un primo bilancio dei risultati. Possiamo però parlare di previsioni e aspettative?
Prestissimo per fare previsioni e bilanci. Siamo una piccola start up e come tale consapevoli che tutto possa fermarsi da un momento all’altro. Le previsioni sono misurate sulle agende quotidiane o settimanali. Obiettivi di medio temine ci sono, ma misuriamo solo il lavoro di una singola giornata. Crediamo nella nostra idea, misuriamo la pazienza e la forza di volontà necessaria, e soprattutto la capacità di resistere nei giorni difficili.

Qual è la tua opinione sull’attuale querelle tra Milano e Torino per il prossimo Salone del Libro?
Ma perché c’è qualcuno interessato? Sono dettagli economici e politici, niente di questo è legato alla prospettiva culturale del nostro Paese, o ai desideri dei lettori. Per me il Salone è a Torino, è Il Lingotto. Se lo trasferiscono a Milano lo chiameranno in un altro modo, magari Il magazzino del libro, avrà successo, ma Il Salone è a Torino.

Che cosa c’è da leggere in questo momento sul tuo comodino?
Una confusione di libri. Sfoglio a caso e confesso tutto. I segreti di Roma di Corrado Augias per trovare nuovi itinerari da fare insieme ai miei figli; A ciascuno il suo di Leonardo Sciascia appena finito di leggere; La pentola dell’oro di James Stephens e La mia vita di uomo di Philip Roth. Non vado oltre, troppa confusione.