Archivi tag: L’estate del cane bambino

L’estate del cane bambino: l’ultima estate da bambini (1)

copertinadi Emanuela D’Alessio

L’estate del titolo è quella del 1961 e tutto si svolge a Brondolo (sono andata a controllare che non fosse un nome di fantasia!) sul Brenta, vicino Chioggia. Ci troviamo nella provincia veneta di cinquant’anni fa, ma sembra essere precipitati in un medioevo morale e culturale, indifferente agli attacchi del tempo e della Storia. Mi sono ripetuta spesso, tra una pagina e l’altra, che in fondo stavo leggendo una storia di fantasia anche se tremendamente realistica. Eppure non faccio fatica a credere che di luoghi come Brondolo, a prescindere dalle vicende del romanzo, sia piena l’Italia, ancora oggi.

L’estate del cane bambino, l’esordio letterario di Mario Pistacchio e Laura Toffanello, «scriviamo insieme, siamo una coppia, ci siamo incontrati a Torino quasi dieci anni fa e non ci siamo più lasciati», è una storia intrisa di emozioni dense, tenute a bada sotto una coltre di silenzio o liberate in modo violento e primitivo. Una storia di dolore e vendetta, di colpe taciute e mai rimosse, di speranze interrotte e sogni infranti, una storia sull’ineluttabilità della perdita.

«Menego aveva quattordici anni, io, Michele e Ercole dodici, Stalino quasi, e il cane nero chissà. Era l’estate del 1961. Il nostro mondo di allora era fatto di morti che resuscitavano per uccidere pescatori ingrati, di velieri portatori di peste, topi e vampiri, di nuvole combattenti e cavalieri inesistenti. Era un tempo in cui le leggende erano vere, e se qualcuno ci avesse detto che non era possibile che un bambino si trasformasse in cane, ci saremmo stretti nelle spalle, infischiandocene».

In queste poche righe di introduzione c’è il succo del racconto di Vittorio Boscolo, voce narrante e protagonista, insieme ai suoi amici, di quell’estate del 1961 in cui andarono perdute molte cose, prime fra tutte l’innocenza e la libertà dei sogni.
Nel 1961 gli autori non erano ancora nati, Mario Pistacchio è di Cerignola e Laura Toffanello di Torino. Perché quindi una storia con questi riferimenti temporali e spaziali?
«Perché cercavamo l’istante limite, quello che separa la banalità dall’irreparabile. È in quel momento che il sistema si rivela per quello che è e va in crisi, abbassa la guardia, mostra il suo lato più vulnerabile. Ed è esattamente lì che bisogna colpirlo».

Toffanello_PistacchioE cercando quell’istante Pistacchio e Toffanello hanno scritto una storia sull’arretratezza culturale ed economica dell’Italia rurale e arcaica degli anni Sessanta. Omertà e violenza, ignoranza e intolleranza sembrano le caratteristiche dominanti degli abitanti di Brondolo, grigi e silenziosi, induriti dalla terra e incapaci di esprimere sentimenti. È anche una storia sull’amicizia e sulla sua trasformazione, sulla perdita dell’innocenza e dei sogni, sull’ineluttabilità e la possibilità di riscatto, sulla menzogna e la forza della verità. È una storia, infine, di terribili abusi e violenze di un padre sui figli.
Nonostante sia tutto questo, il libro di Pistacchio e Toffanello è anche una fiaba, ma di quelle nerissime dove il lieto fine non è scontato. Leggendo L’estate del cane bambino si resta quasi sempre in bilico tra mistero, magia e realtà, immersi in un’atmosfera di leggende d’altri tempi, tra cani neri e uomini con le corna.

Di interpretazioni se ne possono trovare molte altre perché, come dicono gli autori, «ognuno può leggere quello che vuole. Per esempio che non c’è giustizia a questo mondo per i deboli e gli indifesi, siano bambini o cani. Oppure che là fuori è ancora pieno di ghetti, di prigioni, di posti che annullano la vita e cancellano l’identità, nei quali si entra e forse non si esce più. Che ogni uomo è una storia e ci sono storie troppo dure per riuscire a raccontarle, eppure sono proprio quelle le storie vere, quelle che hanno lo splendore dei naufragi e il coraggio dei naufraghi. Franco Basaglia ha scardinato i cancelli dei manicomi, cancellando un sistema fatto di oppressione, ignoranza e violenza, ma il drago non è morto, rinasce sotto altre forme tutte le volte. Il diavolo cammina in mezzo a noi, anche nel giardino più curato».

cover_estate

Ho chiuso il libro di Pistacchio e Toffanello con il cuore gonfio e la mente in affanno, tentando di ricordare quando e come mi fossi trasformata mio malgrado in adulta. Non mi è venuto in mente nulla di preciso, quindi, ho pensato con sollievo, si può diventare adulti anche senza accorgersene e per questo essere in salvo.

L’estate del cane bambino
Mario Pistacchio e Laura Toffanello
66thand2nd, 2014
pp. 218, € 16