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Agnese Ermacora, tra fiabe e laboratori creativi

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Emanuela D’Alessio

agnese ermacora«Se non avessi iniziato a scrivere storie, sarei stata una naturalista, una pasticciera, una viaggiatrice e una pittrice. Avrei scritto trenta canzoni, scoperto l’ultimo esemplare di una specie e addestrato cavalli arabi. Ma non è detto che, prima o poi, non faccia tutto questo».

E invece Agnese Ermacora, udinese, classe 1984, ha iniziato a scrivere storie, ma non solo. È giornalista, ha lavorato a lungo per la radio (Radio Fragola a Trieste, dove ha condotto tra l’altro un programma con Massimo Cirri, Radio Popolare di Milano) e ha coordinato la redazione di Radio Magica, portale dell’infanzia. Negli ultimi anni si è specializzata in social media management, storytelling e realizzazione di prodotti  culturali per bambini e adulti.
L’esperienza con Radio Fragola e Radio Magica è stata per l’autrice friulana una palestra di scrittura di fiabe per bambini. Con Il sassolino di Niti ha vinto nel 2014 il Concorso di letteratura per l’infanzia “La Casa della Fantasia”, nella categoria 3-5 anni. Dal 2009 cura laboratori creativi per bambini, ragazzi e adulti. L’ultimo si è svolto a gennaio 2016 in una scuola media di Potenza.

Vivi a Roma da un anno. Iniziamo da qui, perché Roma?
Ho scelto Roma perché l’ho amata, fin dalla prima volta. Era il 2007, se non sbaglio, e raggiungevo il mio ex compagno, che era in scena in teatro. In una manciata di giorni incontrai, per caso, Sandro Curzi. Nonostante fossi giovanissima e collaborassi per un piccolo mensile, accettò un’intervista. Fu un’esperienza meravigliosa. A Roma, poi, ci visse molti anni mio nonno: una stranezza, per una famiglia che non si è mai spostata dal Friuli. Insomma, i motivi sono tanti. Tra questi, il fatto che un mio collega (a Radio Fragola e poi a Radio Magica) insisteva nel dire che ogni volta che tornavo avevo un sorriso diverso. Devo essere sincera: quando ho affrontato con serenità Roma mi ha portato molta fortuna; al contrario, quando l’ho vissuta con uno stato emotivo negativo, mi ha messo di fronte ai miei limiti come poche altre città. Non è fantastico?

Quali dei mestieri che hai accumulato fino ad oggi, pur giovanissima, è da considerarsi dominante, cioè corrispondente alla tua passione, indipendentemente dal suo essere fonte di sostentamento?
La radio. Fare radio (come autrice, voce e regista) è per me qualcosa di totalizzante. Riesco a dimenticare tutto, perfino di mangiare. Il momento più eccitante è il montaggio audio: quando prendi le interviste che hai condotto (ricordando perfino l’odore dei posti dove le hai realizzate), la voce che hai registrato in studio, la musica e organizzi tutto in qualcosa di organico, cercando di accordare in maniera sottile ogni passaggio, cercando di far entrare la musica a tempo con l’andamento della voce tua e dell’intervistato. È meraviglioso e spesso mi ricordo di aver trattenuto il respiro, come quando stai per scattare una foto che senti sarà “perfetta”.

Quale ruolo svolge nella tua vita professionale la musica?
La musica è il centro nevralgico del mio mondo. Lavoro tre giorni a settimana per un ufficio stampa dedicato esclusivamente alla musica (Big Time); in più faccio da manager a due cantautori. La musica, infine, entra a far parte anche dei miei laboratori: coinvolgo quasi sempre musicisti.

Da dove cominci quando scrivi una fiaba? Dall’età del bambino cui ti rivolgi, da un tema in particolare che vuoi affrontare o da una semplice suggestione?
Inizio da un mio bisogno, ossia da qualcosa che conosco bene. Ovviamente mi riferisco a un bisogno emotivo. Individuo, quindi, un sentimento e rifletto a lungo su come, questo, sia vissuto da un bambino. Quali sono le parole che un bimbo utilizza per parlarne? Dove si colloca, nel corpo? Quali colori o quali spazi, animali o cose possono rappresentarlo? A quel punto capisco quale sia l’età più giusta, ossia in quale fase della crescita un bambino possa incontrarla e comprenderla. Faccio un’ulteriore riflessione sulla terminologia da utilizzare e inizio a scrivere. Concluso il primo paragrafo, tutto viene da sé. Alla fine faccio con me stessa quello che propongo nei laboratori di scrittura creativa e teatro: porto fuori quello che ho dentro, dopo averlo visto e fatto crescere in più direzioni.

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La fiaba Il sassolino di Niti ha vinto un premio. Ci racconti di che cosa si tratta?
Il sassolino di Niti è un racconto sulla frustrazione e sulla rabbia. Una rabbia che, se inespressa, diventa tristezza e chiusura. È anche un racconto sull’identità e sulla paura di non riuscire. Parla di un’elefantina che non riesce a barrire come la sua mamma e, all’improvviso, sente formarsi un sassolino all’altezza dello stomaco. Scomparirà, o meglio si trasformerà in un bocciolo, una volta che incontrerà un gruppo di pari e, cantando con loro, capirà che quello che esce dalla sua bocca è comunque meraviglioso. È ambientato in India, in un bosco che esiste davvero: desideravo un “altrove” reale, in grado di stimolare la fantasia e trasmettere velocemente tante sensazioni.

Ti sei specializzata in laboratori creativi (dai bambini agli adulti). Quali sono gli aspetti principali che li caratterizzano?
Lavoro moltissimo sull’espressione dell’identità dei partecipanti: il teatro, l’improvvisazione e la scrittura sono strumenti per parlare di sé. Il mio desiderio è che, al di là dell’età, le persone riescano a comunicare diversamente i propri sentimenti e i propri desideri. Anche un microscopico cambiamento per me è un enorme successo. Nascono, alla fine di ogni percorso, dei racconti originali sorprendenti perché l’immaginazione parte da quello che noi crediamo di essere e arriva a quello che siamo, passando attraverso quello che abbiamo vissuto, quello che desideriamo e quello che ci permettiamo di sognare. I laboratori sono uno strumento per liberarci dagli schemi ed esprimerci davvero.

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Quali saranno i tuoi prossimi “passi”?
In questi mesi consoliderò tutto quello che ho iniziato: la collaborazione con l’ufficio stampa e il management. Continuerò a realizzare laboratori di scrittura creativa e teatro in Italia. In più, mi piacerebbe confezionare un nuovo programma radiofonico.

Che cosa c’è da leggere in questo momento sul tuo comodino?
Manuale di improvvisazione di Deborah Frances-White e Tom Salinsky (Dino Audino editore) e Un cavallo per la strega di Agatha Christie. Confesso: sono una grande amante dei gialli, soprattutto d’estate.

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