Recensione di Emanuela D’Alessio
Di certo la scelta sarà stata dettata da ragioni di mercato, ma il titolo italiano Vita avventurosa di Charlie Summers, l’ultimo romanzo dell’inglese Paul Torday, non dice al lettore tanto quanto quello originale, ovvero The Hopeless Life of Charlie Summers. Perché in effetti la vita di Charlie Summers è senza speranza, avventurosa ma soprattutto senza speranza.
Chi è Charlie Summers? È uno di quelli che non riescono mai a stare tranquilli e boicottano sempre la propria esistenza. Se qualcosa sta andando per il verso giusto, Charlie Summers finisce sempre per farla andare storta, per buttare tutto all’aria, per costringersi a fuggire ancora una volta, a tentare un’ennesima impresa disastrosa. Così facendo si impedisce di vivere, di stringere legami, di trovare pace.
La storia di Charlie Summers viene raccontata dalla voce di Hector Chetwode-Talbot, detto Eck, poco più che trentenne e già con una carriera militare alle spalle. Durante una missione in Afghanistan Eck ha avuto la responsabilità di un raid omicida contro un manipolo di autoctoni scambiati per talebani (ma probabilmente erano innocenti pastori). Lasciato l’esercito a causa dello shock e tornato in Inghilterra, Eck vuole sfuggire a una noiosa e poco redditizia carriera come segretario di qualche ente benefico, si fa corrompere dalle lusinghe del denaro e accetta un lavoro in una società di speculazione finanziaria gestita dall’ex-commilitone Bilbo, uomo senza scrupoli che sguazza in un mare di prodotti subprime, prestiti, investimenti ad alto rischio.
I tempi sono maturi per l’esplosione della grande crisi che ha travolto il mondo rivelando l’inconsistenza del denaro e delle sue aberranti forme di smaterializzazione. Durante una vacanza nel sud della Francia Eck incontra casualmente Charlie Summers, un tipo veramente strano e incredibilmente somigliante a lui. L’incontro non sarà di quelli che cambiano la vita ma basterà a far entrare Eck in una nuova fase della propria esistenza durante la quale metterà in discussione tutte le scelte compiute fino a quel momento.
Eck e Charlie, che sembrano essere uno l’alter ego dell’altro, oltre a somigliarsi fisicamente hanno in comune un medesimo approccio all’esistenza, entrambi vendono fumo e cercano espedienti per tirare avanti. Subiranno però sorti diverse e soltanto per uno arriverà il riscatto.
Scritto con eleganza e ricco di sottilissimo umorismo inglese, il romanzo di Torday è una storia lieve eppure altamente drammatica di un uomo che non riesce a piegarsi alla vita. Tutti i personaggi sono credibili e ben delineati e concorrono a fornire un ritratto acre della follia del mondo contemporaneo dove però si riesce a scorgere qualche traccia di speranza.
Nota sull’autore
Paul Torday (1946) è uno scrittore inglese. Dopo l’esordio nel 2006 con Salmon Fishing in the Yemen (trad. it. Pesca alla trota nello Yemen, Rizzoli, 2007), ha scritto altri quattro romanzi, tre dei quali sono stati tradotti e pubblicati in Italia da Elliot Edizioni. La sua ultima opera, More Than You Can Say, è uscita nel 2011 ed è ancora inedita in Italia. Apprezzato per il suo fine humour inglese, Torday ha vinto numerosi premi. I suoi interessi sono la pesca con la mosca e il Medio Oriente, entrambi presenti nei suoi romanzi.
Paul Torday, Vita avventurosa di Charlie Summers
traduzione di Luca Fusari
Elliot, 2011
pp. 256, euro 16,50
leggi la recensione di Tiziano Gianotti su D
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