Archivi tag: XXI secolo

Foto: Simon Cocks

I consigli dell’estate dei serpenti (5):
Paolo Zardi, Marilena Renda e Roberto Ferrari

di Anna Castellari

I miei consigli per l’estate in arrivo sono, come sempre, un po’ sopra le righe. Eccoli.

zardi-copertina-Paolo Zardi, XXI secolo, NEO Edizioni, L’Aquila 2015

Il romanzo ha un titolo apocalittico, che suona ancora oggi come 2001 Odissea nello spazio, anche se nel Ventunesimo secolo ci siamo arrivati e già da un bel po’. E infatti, anche se spesso nel romanzo del padovano Paolo Zardi si fa riferimento a elementi della contemporaneità – chat, smartphone, comunicazione – altri rinviano a un futuro prossimo (ma non certo remoto). Ci sono fatti di cronaca bislacchi, come le continue vittorie alle gare di un cavallo transessuale, o mestieri inutili – come il venditore di purificatori d’acqua – su cui il protagonista lucra, purtroppo tristemente veri e presenti nel mondo odierno.

La narrazione di Zardi è lucida, implacabile, travolgente ed esasperata, ma in questo surreale, purtroppo, riusciamo a riconoscerci. La città diventa un cumulo di macerie in cui l’amore non è che un lontano ricordo di giovinezza, ma una giovinezza che appartiene a un’altra epoca: i giovani di questa epoca nascono già vecchi sotto questo aspetto; la “moneycrazia” regna sovrana e non lascia scampo alla gente comune, sempre più povera di soldi e sentimenti. Non una lettura leggera, ma certamente immancabile in una biblioteca, perché l’autore ha talento, e narra i fatti con un romanzo crudele, senza filtri.

Schermata 2015-08-03 alle 10.44.22Marilena Renda, Arrenditi Dorothy!, L’Orma Editore, Roma 2015

Questa è una raccolta di racconti nata sul web, nel 2008. L’autrice, Marilena Renda, è poetessa – e si sente. I fili che legano i racconti gli uni agli altri sono impercettibili. Sono un “campionario di case di nessuno, una raccolta di favole per addormentare una bambina troppo adulta, un ricettario di paure e perversioni così piccole che inquietanto davvero” (Andrea Cortellessa in quarta di copertina). Fanno da contrappunto a queste narrazioni poco incasellabili (poesia? Prosa poetica? Non ha importanza, ma oserei definire questo volume esempio italiano di libro ready made) fotogrammi di film armoniosamente accostati (e il titolo di un film, Surrender Dorothy, dà il titolo alla raccolta), sagome di Dorothy – la protagonista del Mago di Oz, fiaba da rileggere a ogni età – e naturalmente, la prosa magnetica e surreale di Renda. Questi elementi lo rendono un libro prezioso, curatissimo nell’impaginazione, vero e proprio multiplo artistico che ci trasporta in altri mondi, in quelli reali e in quelli sognati.

alberi_binariRoberto Ferrari, Alberi binari, qudu libri, Bologna 2015

La copertina di questo libro, Humus, un quilt realizzato a mano da Roberta De Gasperi, già dice molto dell’universo poetico di Roberto Ferrari. Attivo da anni a Portogruaro (Venezia), dove ogni estate organizza con il Porto dei Benandanti la rassegna poetica Notturni di_versi e ogni autunno quella teatrale Orchestrazioni, inaugura con Alberi binari la collana Fare Voci della casa editrice di Bologna qudu libri. Diretta da Giovanni Fierro, anche lui esponente della poesia contemporanea del nord est, Fare Voci “vuole credere nella frontiera, là dove si riconoscono solo confini, e la parola scritta e poi letta è lo strumento necessario per ampliare lo sguardo, per approfondire il pensiero, per liberare l’emozione”. Tutti questi elementi si trovano sintetizzati nelle parole accostate efficacemente da Ferrari, nel suo ritmo che sa di terra e voci, di alberi ben radicati con rami protesi verso l’alto, di humus e drammi quotidiani: “io sono humus / da quando mastico latte di mamma / al sapor di disoccupazione cronica / io sono humus / da quando trasferisco le parole mute / al recupero indifferenziato (…)”.

Dalle radici al cielo, un viaggio imperdibile nel mondo della poesia contemporanea.

Recensione in progress – Anna Castellari sta leggendo XXI secolo di Paolo Zardi

di Anna Castellari

«Ho paura, papà».
«Di cosa?»
«Del buio. E dei rumori. Li senti?»
Dal soffitto, da sotto, da punti indefiniti, arrivavano gli scricchiolii che avevano accompagnato tutte le sue notti in quella casa. Il palazzo era in continuo assestamento, come un ragazzo nell’età della crescita, un vulcano sopito, come un vecchio decrepito che cerca disperatamente di rimanere in piedi.
Gli prese le mani. «È la voce di questa casa. Ma è un posto buono, io qui ci sono cresciuto. Hai visto come è diventato grande papà?»
Marco sorrise nel suo pellicciotto di topo. In quel lettino, in quella casa, sembrava ancora più piccolo e i suoi occhi ancora più grandi – quei fanali scintillanti e azzurri, spesso smarriti.
Da adulto, quelle iridi luminose l’avrebbero aiutato a trovare l’amore; ora, però, gli impedivano di nascondersi. Si fece pensieroso: «Quando mi ricresceranno i denti?»
«Secondo me quest’estate li avrai tutti. Sarai un piccolo criceto».
zardi-copertina-Rise. Gli tese la manina: «Hai visto l’orologio che mi ha regalato nonna?» Al polso aveva lo stesso pataccone che aveva ricevuto lui per la prima comunione, un Timex del pleistocene.
«Sono segnati anche i minuti, qui fuori» – e indicò la ghiera scolorita che circondava il quadrante. «Sono stati gentili, quelli che hanno messo i minuti» disse soddisfatto. Credeva che il mondo fosse fatto di persone che si prendevano cura degli altri.
Gli fece un po’ di solletico, e il piccolo, ridendo, scivolò presto nel sonno. Era sempre così: si spegneva di colpo, e la mattina riprendeva a vivere con la stessa velocità.
Miriam, nel letto accanto, era distesa su un lato e fissava il monitor di un lettore mp3; dalle cuffiette usciva un ronzio indecifrabile. Qualche mese prima, sua moglie gli aveva detto che la musica che uno sceglie non è questione di gusti: ogni età ha un suo ritmo interiore, e il corpo cerca qualcosa che lo faccia entrare in risonanza. Lei, ad esempio, ascoltava interi CD di campane tibetane. Quando tornava a casa, la sera tardi, dopo il lavoro, la trovava seduta sul letto, con le gambe incrociate, le mani sulle ginocchia, lo stereo acceso, interamente immersa in un’atmosfera di gong e riverberi, e gli pareva che quel corpo così esile avrebbe potuto lievitare, volare via, in un’altra dimensione. Si erano divisi gli elementi: lui pragmatico, terra e acqua; lei lunare, eterea come l’aria e volatile come il fuoco.
«Miriam…»
Lei si tolse le cuffie. Marco, intanto, aveva preso a russare come un orso raffreddato.
«Dimmi».
«Oggi ti sei spaventata?»
«Un po’».
Nonostante le tremasse la voce, non pianse. Parlarono per mezz’ora, sottovoce, della mamma, dei compiti, di quando lui era ragazzo e non andava bene a scuola – uno degli argomenti preferiti di Miriam. Un po’ alla volta si spensero i televisori dei vicini, e le voci, e i loro piatti e le pistole, lasciando che emergesse il rombo basso della città, il fruscio sottile della pioggia che la bagnava. Poi anche Miriam iniziò a cedere; quando la baciò sulla fronte aveva già il respiro pesante. Socchiudendo la porta, gli parve di sentire un soffio di vento, un alito d’aria che si muoveva, come se sua moglie, la piccola Eleonore dall’accento tedesco, fosse proprio lì, accanto a loro, a guardarli, ad accudirli, a proteggerli.

paolo-zardi-book-reviewPaolo Zardi, nato a Padova nel 1970, ingegnere, sposato, due figli, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Successivamente ha pubblicato le raccolte di racconti Antropometria (2010, Neo Edizioni) e Il giorno che diventammo umani (2013, Neo Edizioni), il romanzo La felicità esiste (2012, Alet) e il romanzo breve Il Signor Bovary (2014, Intermezzi). Ha partecipato a diverse raccolte di racconti (Caratteri Mobili, Piano B, Ratio et Revelatio, Hacca, Psiconline, Galaad, Neo Edizioni) e suoi racconti sono stati pubblicati su Primo AmoreCattedraleRivista Inutile e nella rivista Nuovi Argomenti. È il primo autore italiano a essere stato tradotto e pubblicato sulla rivista Lunch Ticket dell’Università di Antioch (Los Angeles) con il racconto “Sei minuti” in Antropometria. Cura il blog grafemi.wordpress.com. Il romanzo XXI secolo è nella rosa dei candidati al Premio Strega 2015.