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Primavera – Boris Pasternak

UNA STAGIONE DA LEGGERE Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

PRIMAVERA – Primavera di Boris Pasternak

Primo giorno di primavera e giornata mondiale della poesia. Una coincidenza che oggi  ci piace ricordare così.

Primavera, io vengo dalla via, dove il pioppo è stupito,
dove la lontananza sbigottisce, dove la casa teme di crollare,
dove l’aria è azzurra come il fagottino della biancheria
di colui che è dimesso dall’ospedale!

Dove la sera è vuota come un racconto interrotto,
lasciato da una stella senza continuazione
per rendere perplessi mille occhi tumultuosi,
insondabili e privi di espressione.

Boris Leonidovič Pasternak (1890 – 1960) è stato un poeta e scrittore russo. La narrativa, però, non fu un approdo naturale: prima seguì le orme della madre, studiando pianoforte; poi, dopo aver girato l’Europa da studente di filosofia, si diede ai versi.
Pasternak è diventato celebre fuori dalla Russia per il suo primo e unico romanzo, Il Dottor Zivago, scritto nel 1946, che lo segnò in patria come dissidente. Il romanzo non venne pubblicato in Russia, mentre Giangiacomo Feltrinelli, entrato in possesso del manoscritto, lo pubblicò in esclusiva mondiale il 23 novembre 1957 – scontrandosi così con il Partito Comunista Italiano. Dall’Italia, il romanzo di Pasternak si diffuse in tutto l’Occidente fino a divenire il simbolo della realtà sovietica: una realtà raccontata con tanta maestria da colpire l’Accademia svedese, che decise – su indicazione di Albert Camus – di premiarlo con il Nobel per la letteratura. Ma il Premio non fu mai ritirato dallo scrittore che morì due anni dopo, rigidamente controllato dal regime ed esiliato nella sua dacia di  Peredelkino, vicino Mosca.
A ritirare il Premio è andato, trentuno anni dopo, il figlio di Boris, Evgenij Pasternak. Era il 1989, l’anno del crollo del muro di Berlino e della fine dell’Unione Sovietica.

Natale – Giuseppe Ungaretti

UNA STAGIONE DA LEGGERE Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

INVERNO – Natale di Giuseppe Ungaretti

Auguriamo il nostro Buon Natale con questa poesia di Giuseppe Ungaretti.
È il Natale del 1916 e Ungaretti è in licenza a Napoli dal fronte della Prima Guerra Mondiale.

Natale

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.

Chiedimi cosa mi piace – Bernard Waber, Suzy Lee

UNA STAGIONE DA LEGGERE  Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

di Rossella Gaudenzi

AUTUNNO – Chiedimi cosa mi piace

Chiedimi Cos’altro?
Cos’altro?
Mi piace la pioggia. Mi piace fare

splish, splash e splosh nella pioggia.
Splish, splash e splosh.
Mi piacciono queste parole.

Sono parole di pioggia.
Me le sono inventate.
Lo so.

Ask me è il titolo originale dell’incantevole ultima opera di sinergia tra il celebre scrittore-illustratore Bernard Waber e l’ancor più celebre illustratrice Suzy Lee (L’onda, La trilogia del limite, Corraini edizioni). Ask me è un potente inno alla vita.
Il libro è uscito in Italia per Terre di Mezzo con il titolo Chiedimi cosa mi piace, al cadere delle prime foglie autunnali.
E in una tersa giornata d’autunno un padre e una figlia indossano qualcosa da mezza stagione, scendono i gradini di casa e si inoltrano in un parco cittadino.

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Fare domande incalzanti e camminare. Prendersi per mano e osservare. Giocare con le parole. Trascorrerà così il pomeriggio di padre e figlia. Con il naso all’insù. Avviluppati da un vortice di caldi colori di piante, di persone, bestioline, giostre, gelati e palloncini. L’energia e l’entusiasmo della bambina sono prorompenti, le domande incalzano, il ritmo della conversazione si fa serrato. Padre e figlia godono del lusso del tempo, foglia dopo foglia, sfumatura dopo sfumatura.
È così che si fa sera e si fa ora di rincasare, si fa ora di lavarsi i denti e si fa ora di andare a dormire.
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Aspetta. Chiedimi qualcos’altro.
Cosa?
Chiedimi se voglio un altro bacio della buonanotte.

Vuoi un altro bacio della buonanotte?
Sì, vorrei un altro bacio della buonanotte.

Buonanotte
Buonanotte

 

Chiedimi cosa mi piace
Bernard Waber – illustrazioni di Suzy Lee

Traduzione di Davide Musso
Terre di Mezzo Editore, 2016
pp. 40, € 15

Sofia si veste sempre di nero – Paolo Cognetti

UNA STAGIONE DA LEGGERE  Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

di Rossella Gaudenzi

AUTUNNO – Sofia si veste sempre di nero

sofia

Una notte l’infermiera si affacciò alla finestra del reparto e vide il furgone di lui fuori dall’ospedale. Gli abbaglianti lampeggiarono tre volte, poi si accesero di nuovo quando lei alzò il braccio per salutare. Chiese il cambio alla sua collega e scese per le scale di servizio fino all’ingresso fornitori, e lì, sotto una pioggia autunnale, l’uomo abbassò il finestrino e le disse di avere preso delle decisioni. L’infermiera lo squadrò, incerta se credergli o meno. Controllò che nessuno li vedesse e lo fece salire al primo piano, dove trovò una stanza vuota in cui potevano parlare in pace.

La nascita di Sofia Muratori in una piovosa notte autunnale apre il romanzo di Paolo Cognetti Sofia si veste sempre di nero (minimum fax, 2012), romanzo di dieci racconti dalla prosa elegante gravitanti attorno a un’unica figura femminile, la ruvida e flessuosa Sofia. Trent’anni della vita di Sofia cadenzati dall’avvicendarsi delle stagioni tra le quali è l’autunno a essere spesso foriero di cambiamenti.

Nell’ottobre del 1994 Marta stava tirando a lucido le piastrelle del bagno quando sentì dei tonfi, come di tamburo provenire dalle scale. Uscì sul pianerottolo, dove la sua vicina era già in allarme, e si sporse dalla ringhiera: cinque piani sotto, una ragazza vestita di nero dalla testa ai piedi trascinava una valigia più grossa di lei, issandola un gradino dopo l’altro e sbattendola sul successivo. Saliva le scale all’indietro e tirava la valigia con due mani come un rematore. «Sofia», gridò Marta dal pianerottolo.

Se questa casa fosse un palcoscenico il sipario si alzerebbe su una mattina di ottobre, l’autunno radioso di Roma alle finestre, il disordine di una cucina da studentesse. Caterina, l’attrice saggia e allegra, prepara la colazione cantando: mette in tavola latte, burro, marmellata, succo d’arancia, muesli all’uvetta e tre tipi di biscotti diversi. Un trionfo di zuccheri dispiegato sotto gli occhi di Sofia, l’attrice con il brutto carattere, che appena sveglia detesta mangiare, sentire odore di cibo, fare conversazione ed essere guardata, e viene a patti con il suo stare al mondo soltanto dopo una robusta dose di tabacco e caffè nero.

Al lago in settembre non c’era più nessuno, tranne i turisti tedeschi e i camerieri e i pescatori di persici e lavarelli. Seduto su uno scoglio, otto anni e qualche mese prima di morire, Roberto Muratore scrutava sua figlia fingendo di leggere il giornale. Sofia ruppe la superficie dell’acqua con la punta dii un piede, come per sentire la temperatura, ma aveva freddo, si vedeva anche di spalle: teneva le braccia rigide lungo i fianchi e stringeva le maniche della felpa nei pugni. Gli orli erano tutti rovinati per quel suo vizio di stropicciarli e mordicchiarli.

Il prossimo mese, in novembre per l’appunto, uscirà per Einaudi il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, Le otto montagne  già caso editoriale, venduto in 15 paesi.

Qui il post di Paolo Cognetti dove racconta la genesi del romanzo.

Qui la nostra intervista a Paolo Cognetti, del 25 luglio 2013.

Sofia si veste sempre di nero
Paolo Cognetti

minimum fax, 2012
pp. 203, € 14

Il re dell’uvetta – Fredrik Sjöberg

UNA STAGIONE DA LEGGERE Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

di Elena Refraschini

AUTUNNO  – Il re dell’uvetta di Fredrik Sjöberg

L’aria di settembre era limpida e il cielo azzurro freddo. Si sentiva il profumo del mare, come sempre a Västervik in autunno.
Tutto era nuovo e interessante. Io andavo ancora in giro con le castagne in tasca, e il sellino della mia bicicletta era forse un po’ più basso di quello degli altri, ma molte materie di studio nuove stavano a indicare che presto la vita sarebbe cominciata sul serio.

20160720123521_cover_webCi porta a Västervik, in Svezia, il nuovo libro Il re dell’uvetta di Fredrik Sjöberg, uscito qualche giorno fa per Iperborea. Ma ci porta anche in California, dove l’entomologo Gustav Eisen diventa membro della prestigiosa Accademia delle scienze. Un viaggio nei luoghi e nel tempo, quello di Sjöberg, che ci fa rivivere le passioni di un ragazzino per i lombrichi, così come quelle dell’anziano per l’occulto. Una storia difficile da incasellare: libro di viaggio, biografia, divulgazione scientifica, racconto comico. Dopo L’arte di collezionare mosche, Sjöberg incanta ancora una volta con una rara capacità affabulatoria che diverte e cattura. Un altro titolo del catalogo iperboreo che non vorrete proprio perdere.

Scrittore, entomologo, collezionista e giornalista culturale, dopo gli studi di biologia a Lund ha passato due anni viaggiando intorno al mondo. È uno dei maggiori esperti di mosche al mondo, e la sua collezione di sirfidi è stata esposta alla Biennale d’Arte di Venezia del 2009. Come ama ricordare, ci sono ben 25 appassionati di mosche in Svezia, ma non sono loro ad aver decretato il successo del suo primo titolo, che ha venduto decine di migliaia di copie solo in terra natia. È stata Iperborea a pubblicare in Italia nel 2015 L’arte di collezionare mosche, caso editoriale in tutta Europa e nominato dal Times “Nature Book of the Year”.

 

L’estate del cane bambino – Mario Pistacchio e Laura Toffanello

UNA STAGIONE DA LEGGERE  Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

di Emanuela D’Alessio

ESTATE – L’estate del cane bambino di Mario Pistacchio e Laura Toffanello

Menego aveva quattordici anni, io, Michele e Ercole dodici, Stalino quasi, e il cane nero chissà. Era l’estate del 1961. Il nostro mondo di allora era fatto di morti che resuscitavano per uccidere pescatori ingrati, di velieri portatori di peste, topi e vampiri, di nuvole combattenti e cavalieri inesistenti. Era un tempo in cui le leggende erano vere, e se qualcuno ci avesse detto che non era possibile che un bambino si trasformasse in cane, ci saremmo stretti nelle spalle, infischiandocene.

Ogni occasione era buona per uscire di casa, stare insieme e divertirci. Le partite di pallone, gli appostamenti per sbirciare le ragazze della lavanderia Veronese, le battaglie sui monti di sabbia, le sigarette rubate da dividerci alla Base, i tuffi nella laguna, le battute di pesca aspettando qualche pesce gatto, era tutto perfetto. Così perfetto che niente avrebbe potuto rovinarlo, neanche i pallosi lavoretti che i genitori ci affibbiavano ogni estate, obbligandoci ad aiutarli negli orti come toccava a me, Michele e Menego, oppure nell’officina come doveva fare Stalino. Ce l’eravamo ripromesso: quell’anno nemmeno Narciso, a cui Ercole doveva badare mentre i suoi erano al lavoro, sarebbe stato un problema. E, perlopiù, ci stavamo riuscendo alla grande.

Grandioso, dissi tra me prima di prendere dal comodino Il conte di Montecristo, il libro che la professoressa di italiano mi aveva dato da leggere durante le vacanze. Senza nemmeno spogliarmi mi sdraiai sul letto e lo aprii dove avevo messo il segno. Dall’inizio dell’estate non ero andato molto avanti, perché nonostante ci fosse qualche bella pagina di avventura era una palla colossale.

copertinaDi L’estate del cane bambino, l’esordio letterario di Mario Pistacchio e Laura Toffanello, uscito nel 2014 per 66thand2nd, abbiamo già parlato in questa recensione e nell’intervista agli autori.

L’estate del cane bambino è una storia di dolore e vendetta, di colpe taciute e mai rimosse, di speranze interrotte e sogni infranti, una storia sull’ineluttabilità della perdita.

In questi due anni il libro ha fatto molta strada, dalla candidatura al Premio Strega 2015 alla Danimarca, dove il libro sarà tradotto.

È anche tra i finalisti del Premio letterario della città di Rieti, la cui cerimonia di premiazione si svolgerà questa sera alle 21.

L’estate del cane bambino
Mario Pistacchio e Laura Toffanello
66thand2nd, 2014
pp. 218, € 16