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Sofia si veste sempre di nero – Paolo Cognetti

UNA STAGIONE DA LEGGERE  Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

di Rossella Gaudenzi

AUTUNNO – Sofia si veste sempre di nero

sofia

Una notte l’infermiera si affacciò alla finestra del reparto e vide il furgone di lui fuori dall’ospedale. Gli abbaglianti lampeggiarono tre volte, poi si accesero di nuovo quando lei alzò il braccio per salutare. Chiese il cambio alla sua collega e scese per le scale di servizio fino all’ingresso fornitori, e lì, sotto una pioggia autunnale, l’uomo abbassò il finestrino e le disse di avere preso delle decisioni. L’infermiera lo squadrò, incerta se credergli o meno. Controllò che nessuno li vedesse e lo fece salire al primo piano, dove trovò una stanza vuota in cui potevano parlare in pace.

La nascita di Sofia Muratori in una piovosa notte autunnale apre il romanzo di Paolo Cognetti Sofia si veste sempre di nero (minimum fax, 2012), romanzo di dieci racconti dalla prosa elegante gravitanti attorno a un’unica figura femminile, la ruvida e flessuosa Sofia. Trent’anni della vita di Sofia cadenzati dall’avvicendarsi delle stagioni tra le quali è l’autunno a essere spesso foriero di cambiamenti.

Nell’ottobre del 1994 Marta stava tirando a lucido le piastrelle del bagno quando sentì dei tonfi, come di tamburo provenire dalle scale. Uscì sul pianerottolo, dove la sua vicina era già in allarme, e si sporse dalla ringhiera: cinque piani sotto, una ragazza vestita di nero dalla testa ai piedi trascinava una valigia più grossa di lei, issandola un gradino dopo l’altro e sbattendola sul successivo. Saliva le scale all’indietro e tirava la valigia con due mani come un rematore. «Sofia», gridò Marta dal pianerottolo.

Se questa casa fosse un palcoscenico il sipario si alzerebbe su una mattina di ottobre, l’autunno radioso di Roma alle finestre, il disordine di una cucina da studentesse. Caterina, l’attrice saggia e allegra, prepara la colazione cantando: mette in tavola latte, burro, marmellata, succo d’arancia, muesli all’uvetta e tre tipi di biscotti diversi. Un trionfo di zuccheri dispiegato sotto gli occhi di Sofia, l’attrice con il brutto carattere, che appena sveglia detesta mangiare, sentire odore di cibo, fare conversazione ed essere guardata, e viene a patti con il suo stare al mondo soltanto dopo una robusta dose di tabacco e caffè nero.

Al lago in settembre non c’era più nessuno, tranne i turisti tedeschi e i camerieri e i pescatori di persici e lavarelli. Seduto su uno scoglio, otto anni e qualche mese prima di morire, Roberto Muratore scrutava sua figlia fingendo di leggere il giornale. Sofia ruppe la superficie dell’acqua con la punta dii un piede, come per sentire la temperatura, ma aveva freddo, si vedeva anche di spalle: teneva le braccia rigide lungo i fianchi e stringeva le maniche della felpa nei pugni. Gli orli erano tutti rovinati per quel suo vizio di stropicciarli e mordicchiarli.

Il prossimo mese, in novembre per l’appunto, uscirà per Einaudi il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, Le otto montagne  già caso editoriale, venduto in 15 paesi.

Qui il post di Paolo Cognetti dove racconta la genesi del romanzo.

Qui la nostra intervista a Paolo Cognetti, del 25 luglio 2013.

Sofia si veste sempre di nero
Paolo Cognetti

minimum fax, 2012
pp. 203, € 14