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In arrivo Black Coffee edizioni

FUORI STRADA – Rubrica di approfondimento della piccola e media editoria “extra-capitolina”

di Elena Refraschini

logoBlack Coffee: una casa editrice, di Firenze, da tenere d’occhio, e non solo per il nome! Appassionati di letteratura americana, preparatevi: da inizio marzo debutteranno in libreria voci giovani dal panorama statunitense, portate in Italia in un’edizione dai toni decisamente pop.
Abbiamo intervistato i fondatori di Black Coffee, Sara Reggiani e Leonardo Taiuti, per farci raccontare la loro avventura fino a qui, e ci siamo fatte dare qualche anticipazione sulle uscite future.

Black Coffee nasce dall’esperienza dell’omonima collana per le edizioni Clichy, che aveva pubblicato diversi autori americani di grande interesse. Cosa vi portate di quest’esperienza, e cosa invece avete lasciato indietro?

Sara – Black Coffee è un progetto nato nelle nostre menti molto prima di approdare come collana in Clichy e la casa editrice appena aperta non è altro che la sua forma approfondita e ampliata. Il nostro intento resta lo stesso – offrire ai lettori un piccolo scorcio del panorama letterario nordamericano attuale – ma d’ora in poi ci apriremo anche alla cosiddetta literary non fiction, dando spazio a quelle opere che in Italia non trovano posto in una categoria ben precisa (diari, memoir, resoconti di viaggio, eccetera).
Non ci siamo lasciati nulla alle spalle, l’intera esperienza ci resta dentro, ed è il motivo per cui abbiamo trovato il coraggio di fare il salto, di scendere in prima linea. Da redattori siamo diventati traduttori e in seguito editor, e ora vogliamo dire la nostra come editori. In Edizioni Black Coffee portiamo tutto questo, tutta la nostra esperienza, umilmente e con entusiasmo.

Com’è composto il vostro staff, e qual è il suo percorso?

Sara – Io e Leo abbiamo la fortuna di essere affiancati da amici fidati oltre che grandi professionisti. Conosciamo da molti anni Emanuela Busà, la nostra redattrice, e Raffaele Anello, l’ideatore del bel progetto grafico di Black Coffee (precedente e attuale). Ci siamo incontrati durante gli anni in cui io e Leo lavoravamo in Giunti Editore e c’è stata subito grande sintonia. Fantasticavamo spesso di unire le forze per un progetto nostro e ora non ci sembra vero. Raffaele vive a Berlino e ci vediamo poco, ma almeno adesso abbiamo la scusa per sentirci quasi ogni giorno. Il nostro social media manager è Giorgio Collini, il romanaccio della squadra. Ci conosciamo da poco, ma lo spirito con cui affrontiamo questa avventura è lo stesso. Marta Ciccolari Micaldi, già nota a molti come blogger ed esperta di letteratura americana, nonché organizzatrice di bellissimi viaggi letterari negli Stati Uniti, si occuperà di portare nelle librerie il nostro progetto. L’ho conosciuta a un Salone di Torino e l’ho sentita subito affine a me. Da allora ho seguito tutte le sue attività con molto interesse e ho deciso di coinvolgerla nel nuovo progetto. Dopo di che ci sono Martina Giachi, mia grande amica e fotografa, alla quale mi rivolgo per ogni genere di consulenza, ma principalmente per l’immagine di Black Coffee, e infine Michele Nenna e Mariateresa Pazienza, giovani e talentuosi fotografi di cui ho avuto modo di apprezzare il lavoro durante gli ultimi anni e ai quali abbiamo chiesto di occuparsi delle immagini di accompagnamento ai contenuti delle riviste letterarie che proponiamo sul nostro sito. È uno staff giovane e dinamico di cui andiamo molto fieri!

ilcorpochevuoiLa vostra prima uscita sarà Il corpo che vuoi di Alexandra Kleeman, giovane e promettente scrittrice che si è fatta le ossa su diverse riviste letterarie, come tanti suoi colleghi oggi. Cosa rappresenta per voi questa scelta?

Sara – Il libro di Alexandra racchiude un po’ tutto ciò che Black Coffee vuole comunicare: freschezza, originalità, talento e arguzia. Alexandra è una delle scrittrici più in gamba che mi sia capitato di leggere e l’ho fortemente voluta con noi. L’avevo acquisita per Clichy e, quando abbiamo deciso di aprire una casa editrice nostra, l’ho riacquisita una seconda volta. Il suo libro mi è capitato casualmente fra le mani mentre ero a New York in occasione del Brooklyn Book Festival. L’ho acquistato nella celebre libreria Strand perché mi incuriosiva, l’ho letto tutto d’un fiato in aereo e me ne sono innamorata. Teniamo molto ad Alexandra e speriamo che anche il pubblico italiano la apprezzi.

Lions_grandeBonnie Nadzam, già vincitrice del Flaherty-Dunnan prize e seconda autrice che pubblicherete, tornerà con Lions negli altipiani del Colorado che avevano fatto da sfondo al suo precedente lavoro, Lamb. Questo territorio sembra esercitare ancora un fascino fortissimo presso i lettori – un misto di frontiera, di America perduta, di polvere e di resilienza. Secondo voi è così, e se sì, perché?

Leo – Il West non ha mai smesso di affascinare i lettori di tutto il mondo perché è simbolo della ricerca di un futuro migliore, del desiderio di autoaffermazione dell’uomo. È un territorio selvaggio, ricco di leggende, e immagino che il lettore vi proietti i suoi desideri, il bisogno di fuggire dal chiasso della modernità per ristabilire un contatto con se stesso. Gli uomini che lo abitano sono duri, caparbi, forti, coraggiosi, affrontano un mondo ostile con dignità. Chi non vorrebbe essere capace di fare lo stesso nel caos della realtà di tutti i giorni?

Nella sezione Amici del vostro sito ospiterete alcuni articoli tratti dalle riviste letterarie americane più interessanti del momento. Come scegliete gli articoli da proporre, e in che modo questi faranno da complemento al lavoro della casa editrice?

Sara – Abbiamo deciso di ampliare i contenuti offerti per dare ai nostri lettori uno sguardo che vada oltre i libri che pubblichiamo (che viste le piccole dimensioni della casa editrice saranno, per il momento, cinque l’anno) e allo stesso tempo fungano da loro approfondimento. Li scegliamo così, in base ai temi che emergono dai nostri titoli, e alla loro capacità di aiutare il lettore a mettere a fuoco il discorso in un contesto più ampio. Ci auguriamo che i lettori apprezzino lo sforzo e traggano giovamento da questo approccio singolare al panorama letterario americano.

Per ora sappiamo che viaggeremo in una sorta di distopia statunitense, e nelle pianure del Colorado. Immaginiamo che vogliate mantenere il riserbo sulle prossime uscite, ma potete darci, chiamiamolo così, un assaggio geografico di dove voleremo in futuro, naturalmente con in mano una tazza di caffè amaro americano?

Leo – Possiamo solo dirvi che presto ci inoltreremo nel profondo Sud degli Stati Uniti, per poi risalire verso New York e virare verso il South West. Ci piace spaziare!

Sara Reggiani e Leonardo Taiuti

Sara Reggiani e Leonardo Taiuti

E per ultima, una domanda che facciamo a tutti i nostri interlocutori: cosa c’è in lettura sul vostro comodino in questo momento?

Sara – Tutto il giorno traduco e valuto romanzi per il nostro catalogo, e la sera praticamente svengo a letto. Sul mio comodino ci sono tanti libri, tutti iniziati e non finiti, ma ultimamente quando riesco a concentrarmi un po’ leggo qualche pagina di Winesburg, Ohio del grande Sherwood Anderson.
Leo – Io invece leggo molto la sera prima di dormire. Ora sul mio comodino c’è Il cartello di Don Winslow, un autore che amo e di cui ho letto praticamente tutto.