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Roberta Cadorin, arte tra illustrazioni e cucina

FUORI CAMPO – Rubrica dedicata all’illustrazione e al fumetto

di Rossella Gaudenzi

Esse stanno allineate in ciascuno di noi. Vuote. Nessuno si siederà più. Di notte, al buio, si bisbigliano l’un l’altra delle strane vecchie storie. Il resto si legge.

Dino Buzzati, Le sedie (1965), in Le storie dipinte 

Avevo poco meno di un anno quando per la prima volta ho posato i piedi su boschi e rocce delle Dolomiti. Il rapporto di conoscenza con quei luoghi prodigiosi è stato costante per i miei primi venti anni. Il libro Un piccolo mondo a parte mi ha rimessa in contatto, dolcemente, con un mondo suggestivo la cui forza non cessa di incantare.

Torniamo a parlare di illustrazione con la bellunese Roberta Cadorin. «In passato una laurea in architettura allo Iuav di Venezia. Poi il mondo del fumetto con Roberto Totaro e quello d’illustrazione, alla scuola internazionale di Sàrmede, con l’insegnamento di Arcadio Lobato, Maurizio Olivotto, Anna Castagnoli e Javier Zabala. Il presente tra illustrazione, pittura e cucina».

libroinverdePartiamo dal presente e dalla pubblicazione del libro scritto da Elisabetta Tiveron e da te illustrato, Un piccolo mondo a parte. In viaggio tra Venezia, Alpago e Consiglio (Kellermann editore, 2016), secondo capitolo del progetto La strada del ciboCi racconti la genesi di questo libro?
Un piccolo mondo a parte nasce da una comune passione, di Elisabetta Tiveron e mia, per il cibo. Ci siamo conosciute grazie ai nostri blog (rispettivamente, cobrizoperla.blogspot.it e www.elisabettativeron.it; non propriamente foodblog). Poi è seguito un incontro dal vivo e, nata una concreta amicizia e stima reciproca, abbiamo pensato di collaborare.
Elisabetta aveva già avviato questo progetto, La strada del cibo per Kellermann editore. Per questo titolo si è trattato di guardarci un po’ attorno e scovare una chiave di lettura per scoprire e studiare una piccola ma preziosa porzione di territorio, a metà strada tra Elisabetta, veneziana  e me, bellunese. L’essenza di questo libro è il non essere una semplice guida né un compendio di cucina.
Le illustrazioni non sono nate a testo ultimato, come avviene usualmente, ma si sono sviluppate parallelamente, in relazione alle escursioni fatte sul posto. Poi, come per magia, i due racconti, quello narrativo e quello illustrato e fotografico (che non vogliono essere didascalici), si sono incastrati perché quello che abbiamo tracciato in questi luoghi si dipana davvero come un percorso di anima e di pancia.
La più bella soddisfazione è sentir dire dai lettori che incuriosisce ed emoziona.

Roberta Cadorin

Roberta Cadorin

Sei nata e vivi a Belluno. I “tuoi luoghi” hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di fare illustrazione?
Credo proprio di sì, inevitabilmente e, più o meno, inconsapevolmente come anche l’uso frequente di carta, colori, colla e forbice sin da molto piccola.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Le emozioni, gli incontri, e quindi anche la lettura, il cinema, la pittura o la fotografia, ma anche il semplice vissuto quotidiano o un viaggio.

Ci sono illustratori che puoi definire tue fonti di ispirazione?
Amo illustratori diversissimi tra loro. Ad esempio Saul Steinberg, Carll Cneut, Hervé Tulle o Beatrice Alemagna che non hanno molto in comune tra loro, no? E tanto meno io con loro, purtroppo. È appagante quando poi accade di conoscere un artista di cui apprezzi il lavoro e in seguito si rivela anche una persona di spessore dal vivo. Sono molto grata e affezionata a quelle generose che ho incontrato e che mi hanno rese partecipe del loro sapere.

Come è avvenuta la conversione da architetta a illustratrice?
Quando ho scelto architettura tanti anni fa ero consapevole non fosse la strada a cui più ambivo, ma non avevo alternative. Non ho mai sentito profondamente la vocazione del progettista architettonico.
Da laureata, a un certo punto, la nostalgia del disegno e del colore si è fatta talmente prepotente che ho girato pagina definitivamente, senza alcun rimpianto. C’è stata un’agenzia di grafica di cui ero titolare, con altri soci, e a seguire un paio di corsi alla scuola internazionale di illustrazione di Sàrmede. Quindi un figlio che mi ha rivoluzionato la vita e regalato una visione privilegiata su di essa. Ora credo di avere fatto un passo in più: mi sono perdonata quella scelta universitaria fatta con ingenuità.

saladCi parli del tuo presente tra pittura e cucina?
I due ambiti si intersecano spesso nelle mie giornate, tra tavolo da disegno e tavolo della cucina. In entrambi le passioni, l’esercizio può migliorare la tecnica. Ecco, l’unica pecca di questi due amori paralleli è che, se mi dedico più a uno, trascuro inevitabilmente l’altro.

Qual è il tuo rapporto con l’illustrazione di libri per ragazzi?
Ho iniziato a sfogliarne comperando libri illustrati per il mio bambino. Credo che lui abbia contribuito molto a far crescere il mio interesse, anche se ho constatato più di una volta che ciò che piace a me spesso ai piccoli non garba.

Traendo ispirazione da una tua suggestiva illustrazione con citazione di Dino Buzzati: che lettrice è Roberta Cadorin?
Ah, Buzzati, grande illustratore tra l’altro! Bellunese e amante delle montagne, come non amarlo? Era un grande consumatore e conoscitore di racconti per immagini, con interessi visivi molto variegati e un’affascinante e misteriosa capacità di infarcire la narrazione con suggestioni apparentemente lontanissime. Ora non chiedermi fra tutti qual è il libro che ho letto nella mia vita e che maggiormente mi ha influenzata. Ti risponderei i testi scolastici di latino. Che incubo! Non mi ricordo più nulla, ma li sogno ancora di notte quando sono agitata. Per usare una metafora culinaria, potrei dire che alterno bulimia a pause di digiuno, con la lettura. Ecco, una cosa che proprio non voglio fare è terminare per forza un libro che proprio non mi piace. Era un obbligo ai tempi della scuola. Perché dovrei farlo ora nel tempo libero?

Un accento sul futuro. Illustrazione di Roberta Cadorin

Un accento sul futuro. Illustrazione di Roberta Cadorin

Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi lavori in corso-prossime pubblicazioni?
Al momento sto lavorando ancora sul cibo, ma in contesti diversi. I referenti sono francesi ma con un occhio attento al panorama italiano. Un altro progetto in corso interessante è con un editore orientale. Mi incuriosisce molto poter vedere le mie illustrazioni affiancate a segni della scrittura orientale. Ma preferisco non aggiungere altro per scaramanzia.

L’ultima, immancabile domanda: cosa c’è da leggere sul tuo comodino?
Ci sono alcuni bigliettini di mio figlio con alcune frasi emozionanti che non riusciamo a dirci a voce; un libro di poesie di Nina Cassian, C’è modo e modo di sparire; Storia di un corpo di Daniel Pennac con illustrazioni di Manu Larcenet; Les poings sur les îles, un libro con testo in francese di Elise Fontenaille e illustrazioni dell’adorabile Violeta Lopiz; un’opera di architettura France ou Alemanne: un livre inécrit de Le Corbusier di Jean Louis Cohen.