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Raccontare il mondo attraverso il viaggio (5) – Islanda

di Sabina Terziani

islanda1Al terzo giorno del Festival della Letteratura di Viaggio, in corso a Villa Celimontana, siamo arrivati in Islanda con Tutta la solitudine che merita di Claudio Giunta (Quodlibet).

In fondo l’Islanda è un altro continente, un punto d’osservazione privilegiato sul dietro-le-quinte della Terra, un’officina geologica in azione, un viaggio nel tempo oltre che nello spazio. Tutta la solitudine che meritate di Claudio Giunta con fotografie di Giovanna Silva parla di Islanda avvicinandosi all’isola con lo stile polifonico che contraddistingue la collana di narrazioni creata da Quodlibet insieme a Humboldt, editore milanese di raffinatissimi (per materiali, grafica, struttura e concezione) libri di viaggio.

Per polifonico intendiamo composto di testimonianze, documenti e voci diverse accostati in modo non organizzato, lasciando spazi e linee di faglia tra i frammenti. Tra l’altro il sito di Humboldt comprende un blog tutto da leggere (www.humboldtbooks.com/category/contributions/, una raccolta di reportage/narrazioni (anzi: progetti), con fotografie.

Ma torniamo all’Islanda.

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«La costa dell’Islanda appare al finestrino una mezz’ora prima dell’atterraggio, l’aereo la segue per un tratto da est a ovest – perché l’Islanda è sì a nord ma è soprattutto a ovest, la Groenlandia è lì a un passo, il Canada non è lontano – e per una ventina di minuti quello che si vede è solo terra scura, montagne coperte di ghiaccio e il pennacchio di qualche geyser, che potrebbero anche essere soltanto nuvole basse. Le case cominciano più tardi. Ciò che si vede è ciò che si vedeva diecimila anni fa, ed è anche un annuncio di quella che, uscendo da Reykjavík, è la parte più memorabile di ogni esperienza islandese: ci si trova spesso da soli. […] E la solitudine si sente, anche: densità di 3 abitanti per chilometro quadrato significa che l’unico rumore che si avverte, arrivando nei villaggi lungo la costa, è il ticchettio degli stralli che sbattono contro gli alberi delle poche barche a vela attraccate nel porto».

Leggete qui alcune recensioni di Tutta la solitudine che meritate.

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I consigli dei Serpenti per l’estate 2014

Anche noi andiamo in vacanza e ci rivedremo a settembre. Anche noi abbiamo qualche libro da consigliare. Buone letture!

I consigli di Anna Castellari

Orecchiette Christmas stori di Raffaello Ferrante (Round Midnight edizioni, 2013).
Ok, non è una storia estiva. Come suggerisce il titolo, è ambientato il giorno di Natale. E infatti questo volume è uscito a dicembre 2013. È un viaggio dal sapore pulp nell’Italietta medio-bassa, i protagonisti sono tutti sporchi, brutti, cattivi ma soprattutto annoiati da una vita di provincia che sta loro sempre più stretta, gravitano attorno alla Sala Bingo Omero che è a Bari ma potrebbe essere a Pordenone o a Cinisello Balsamo. La bassezza di ambizioni dei protagonisti li porta a compiere azioni squallide, in un crescendo di drammi psicologici tra droga, prostituzione e alcolismo à la Bukovski (è allo scrittore americano che spesso in questo libro Ferrante strizza l’occhio). Lascia un sapore amaro, questa storia che sa di Puglia ma che ritrae impietosamente i vizi e nessuna virtù dei personaggi, tranne dell’unico che, schifato da tutti gli altri non riesce però ad andarsene mai da quel posto come in fondo dovrebbe fare; Ferrante li descrive attraverso una scrittura rapida, incisiva, secca, incalzante. Adatta a una lettura estiva (apparentemente) poco impegnativa.

munchbeforemunchMunch before Munch di Giorgia Marras (Tuss edizioni, 2014).
Chi era Edvard Munch prima di diventare l’artista norvegese che tutti conosciamo? Giorgia Marras, illustratrice ligure, ne ha fatto un ritratto tutto a fumetti, azzurro, bianco e nero. Ne è uscito un romanzo a fumetti, pubblicato quest’anno come primo titolo della casa editrice Tuss, che trae il suo nome dall’inchiostro di china. Questo libro affascina perché Marras, oltre a mettere in gioco la propria penna in maniera personale e riconoscibile, non tralascia dettagli storici che ha esaminato grazie alla produzione scritta del pittore, quali diari e pensieri annotati occasionalmente. Che mostrano un giovane Munch alle prese con le difficoltà della vita professionale, tra lutti e il desiderio di dedicarsi all’arte: un ritratto senza filtri, attuale ed estremamente umano. Non manca uno studio dei paesaggi, punto preminente della pittura nordica.

Cadorna non è una fermata di Alessandra Giordano (solo in ePub/-mobi, Baccarinboox, 2013).
Una serie di racconti, che fanno commuovere o riflettere, ambientati ciascuno in una fermata della metropolitana “rossa” milanese. Perché, se come dice il titolo, Cadorna non è (solo) una fermata, ma un non luogo in cui si intrecciano storie, nascono amori, nascondono complotti, disvelano paure, questo volume (in solo formato eBook) è un invito a riflettere sulla figura dell’homo contemporaneus, quel milanese – ma anche quel romano, quel parigino, quel londinese – che si perde il senso del viaggiare inseguendo soltanto una meta. Già pubblicato anni fa per i tipi di Viennepierre, questo libro, che raccoglie anche testimonianze di milanesi eccellenti di ogni tipo, da don Colmegna a Sergio Escobar, passando per Giulio Iacchetti, Vivian Lamarque e altri, tenta di dare uno sguardo tra il sociologico e il divertente agli abitanti di una città che si vuole multietnica ed europea ma che, forse, si sta perdendo sempre più.

I consigli di Emanuela D’Alessio

Stalin+Bianca di Iacopo Barison (Tunué, 2014) è una delicata storia d’amore in un mondo congelato, dove non ci sono più gli arcobaleni e il presente è un continuo instabile movimento, un viaggio dalla meta imprecisata attraverso gli occhi senza luce di Bianca e la rabbia fuori controllo di Stalin. Sono loro i due adolescenti protagonisti del romanzo di Barison e scelgono la fuga per scoprire la forza dell’amore. La voce del giovanissimo autore è interessante e lancia un grido di dolore cui si dovrebbe prestare attenzione.

slocumSolo, intorno al mondo di Joshua Slocum (traduzione di Amilcare Carpi de Resmini, Nutrimenti, 2014), un diario di viaggio, di navigazione in solitaria a bordo dello Spray, una piccola barca a vela in disuso rimessa a nuovo dal mitico Joshua Slocum che per primo, dal 1895 al 1897, navigò per quarantaseimila miglia attorno al mondo. Mitico perché quando si avventurò nell’impresa aveva già cinquant’anni, perché è riuscito con abilità, determinazione e coraggio a superare le innumerevoli tempeste e avversità senza mai vantarsene, perché la sua non è stata solo un’eccellente prova di sopravvivenza, ma soprattutto un’occasione per sconfiggere la solitudine e trasformarla in una straordinaria opportunità di conoscenza interiore. Bella l’introduzione di Björn Larsson scritta espressamente per questa nuova edizione.

L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio di Haruki Murakami (traduzione di Antonella Pastore, Einaudi, 2014). Questo è il consiglio di lettura che do a me. Perché è stato annunciato come un viaggio alla ricerca di sé stessi, e di questi viaggi non se ne fanno mai abbastanza. E poi perché Haruki Murakami è l’unico scrittore giapponese che riesce a trattenermi tra le pagine con un misto di stupore, commozione e ammirazione.

 I consigli di Rossella Gaudenzi

Il teatro di Sabbath di Philip Roth (traduzione di Stefania Bertola, Einaudi, 2006). Qualche mese fa ho avuto l’occasione di ascoltare la scrittrice Chiara Gamberale raccontare i romanzi d’amore che hanno segnato in qualche modo la sua vita. Senza negare di aver appuntato i titoli che mancano nella mia libreria, ho focalizzato l’attenzione su questo romanzo di Roth, che ho appena comprato e mi accingo a leggere. Innanzitutto ho nostalgia della prosa e delle storie di Philip Roth; aggiungo che la già seducente arte del burattinaio che qui aderisce alla figura controversa – come potrebbe essere altrimenti? – di Sabbath ha avuto la meglio sugli altri titoli. Il sessantaquattrenne burattinaio ebreo Morris “Mickey” Sabbath perde l’amante Drenka e ripercorre a ritroso le tappe amorali e scabrose della propria esistenza. Sarcasmo e stordimento, queste le aspettative.

volandRomanzo naturale di Georgi Gospodinov (traduzione di Daniela Di Sora e Irina Stoilova, Voland, 2007). Prima dell’assegnazione del Premio Strega Europeo 2014 (poi vinto dallo spagnolo Marcos Giralt Torrente con Il tempo della vita, Elliot, 2014) ho sfogliato le prime pagine di un autore a me ancora sconosciuto, il giovane e celebre scrittore bulgaro Georgi Gospodinov, entrato nella cinquina dei finalisti con Fisica della malinconia (a cura di Giuseppe dell’Agata, Voland, 2013). Romanzo naturale, suo primo romanzo tradotto da Voland, non smentisce le attese: eleganza, ricercatezza, colori sfumati, giochi di parole in equilibrio tra il tangibile e il nonsense. Ironia (sinonimo di acume). Un piccolo gioiello letterario, come un abito fresco che non dovrebbe mancare nella valigia per l’estate.

I consigli di Sabina Terziani

D’estate, per approfondire lo spaesamento e la distanza, anche dal luogo già distante in cui mi trovo, aggiungo sempre una narrazione di viaggio alla pila di libri che mi porto in vacanza. Quest’anno porterò con me Un altro viaggio in Etiopia di Vincenzo Latronico (con fotografie di Armin Linke, Quodlibet Humboldt, 2013). La terra che è stata l’altrove definitivo di Rimbaud, teatro di una sgangherata farsa fascista e, oggi, obiettivo di conquista cinese fa da sfondo a un viaggio in cui Latronico, tra le altre cose, cerca di ritrovare certi ricordi famigliari insieme a un fotografo che esprime in modo sublime il silenzio e, qui, l’immobilità perlacea di certi paesaggi velati dall’afa.

destino_coattoDestino coatto di Goliarda Sapienza (Einaudi, 2011). Niente a che vedere con L’arte della gioia, il romanzo-caso letterario che qualche anno fa ha riportato Sapienza sulla scena europea. In questo smilzo libretto troverete situazioni, narrazioni in poche righe, teatrini della crudeltà che ricordano i Delitti esemplari di Max Aub. Un po’di rinfrescante cattiveria, di ironica disperazione, di comica psicosi.

A proposito di psicosi imbozzolata nelle persone cosiddette normali, se vi è piaciuta l’aria che tira in Carnage di Yasmina Reza/Roman Polanski, La cena di Herman Koch (traduzione di G.Testa, Neri Pozza/Beat, 2010) è il vostro romanzo. Una molla che si carica pagina dopo pagina fino alla rivelazione finale. Molta violenza, la famiglia perfetta, l’amore di un padre per il figlio. Delirio.