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INDILIBR(A)I – Da Scripta Manent poesie e disegni con ISOLA

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma

 

Andrea Bruno

Un evento insolito quello organizzato da Scripta Manent il 21 maggio con la presentazione di ISOLA, una collana di piccoli libri dove ci sono poesie e disegni. Alessio Trabacchini (editor per Castelvecchi) ha introdotto la serata.
Di connubi tra parole e illustrazioni ne conosciamo molti e ci piace ricordare il fortunato esperimento di WATT, la rivista-libro di Oblique e Ifix studio (ma quando uscirà il prossimo numero?) dove la scrittura si accompagna all’illustrazione e viceversa.

Mariagiorgia Ulbar e Alessio Trabacchini

ISOLA, un progetto di Mariagiorgia Ulbar (nata a Teramo nel 1981, è traduttrice dal tedesco e dall’inglese e insegnante, scrive poesie), è qualcosa di nuovo, diverso. Non solo perché i protagonisti sono poeti e illustratori, ma anche perché i disegni non commentano il testo, non lo interpretano, ma semplicemente traducono “suoni”, quelli che arrivano all’orecchio di chi “ascolta” una poesia.

È accaduto, ad esempio, a Elena Guidolin che ha illustrato Cosa

Elena Guidolin

inutile di Dina Basso. Del testo in dialetto siciliano, a lei incomprensibile, non ha voluto decifrare il senso, preferendo ascoltarne il suono. Lei non legge poesie, ma le ascolta, lasciandosi avvolgere dalla loro musicalità. Da qui sono usciti i suoi disegni.
Anche Paolo Parisi, illustratore di Sei Lucia di Alessandra Carnaroli, si è concentrato sui segni che la successione serrata, violenta e drammatica di parole (così è la poesia di Carnaroli) gli ha ispirato.

È questa dunque la cifra di ISOLA, una coerenza tra testi e immagini che supera le parole e trova nella libera trasfigurazione emotiva dell’illustratore il suo unico  senso.

Michelangelo Setola

I protagonisti di ISOLA: Mariagiorgia Ulbar illustrata da Andrea Bruno, Fabio Donalisio illustrato da Marco Corona, Dina Basso illustrata da Elena Guidolin, Alessandra Carnaroli illustrata da Paolo ParisiYari Bernasconi illustrato da Guido Volpi, Azzurra D’Agostino illustrata da Michelangelo Setola, Sergio Rotino illustrato da Davide Catania, Carlo Bordini illustrato da Silvia Rocchi, Jaroslaw Mikolajeweski, tradotto da Silvano De Fanti, illustrato da Francesco Balsamo.

La collana è autoprodotta in 50 copie.

Il 18 giugno Mariagiorgia Ulbar e Andrea Bruno saranno a Milano per presentare due nuovi esemplari della collezione!

Paolo Parisi

Presentazione di Altre Storie Brevi e Senza Pietà di Marco Taddei e Simone Angelini

Sabato 12 aprile  Marco Taddei e Simone Angelini presenteranno il loro ultimo libro a fumetti Altre Storie Brevi e Senza Pietà (Bel-Ami Edizioni, 2013).
Con loro ci saranno Maurizio Ceccato, illustratore e grafico di Ifix e la giornalista e scrittrice Elena Paparelli.

L’appuntamento è al KINO in via Perugia 34 (Roma).

Una presentazione imprevedibile, a base di chiacchiere, disegni estemporanei e fumettoterapia, un gioco che vedrà coinvolto il pubblico in una grande confessione collettiva a fumetti.

Protagonisti del libro: un’eredità agghiacciante, l’opportunismo di un piccolo insetto, una collezione di soprammobili inquietanti, strani discorsi al bar, una casupola in mezzo a un campo, l’ecatombe nucleare, l’Inferno, Satana, la Morte, la Follia, i Manicomi, i B52.
A un anno esatto dal primo volume di Storie Brevi e Senza Pietà ecco la seconda raccolta di racconti del duo Taddei-Angelini, per descrivere l’assurdo carosello delle nostre vite attraverso un linguaggio affilato e illustrazioni a metà tra il comico e il grottesco.

Marco Taddei. Classe 1979. Scrive, legge e sghignazza. Tra le pubblicazioni: In DOSI MInime (2009, Firenze libri), La possibilità di morire per un motivo ridicolo (2013, autoproduzione). Scrive un racconto al mese su STRA nella rubrica Neftalì. A volte è anche un fotografo. lamiaesperienzaeconclusa.tumblr.com

Simone Angelini. Nato nel 1980. Disegna. Tra le autoproduzioni la serie a fumetti Unknown Species (2011), La possibilità di morire per un motivo ridicolo (2013). Artefice del Canale delle Mazzate, il fight club di fumettisti e illustratori. Il suo blog è Peli di Naso .

Leggi la recensione su Frizzifrizzi

Altre storie brevi e senza pietà
Storie di Marco Taddei
Disegni di Simone Angelini
Copertina di Simone Angelini
Prefazione di Ratigher
Bel-Ami, 2013
pp. 116,  € 10,00

INDILIBR(A)I – Pagina 348: Fabio Stassi presenta Come un respiro interrotto

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Pagina 348
Viale Cesare Pavese, 348  (Eur-Ferratella) – Roma
tel. 06-5013604

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Sabato 22 marzo (17:30) alla libreria Pagina 348, appuntamento con Fabio Stassi e il suo ultimo romanzo Come un respiro interrotto (Sellerio).

Raccontare una vita è un gesto romanzesco. Perché solo nella finzione di un romanzo si può tentare di comporre quasi senza ombre e silenzi il ritratto di un uomo o di una donna, e chiamare a raccolta i testimoni dei fatti come in un’inchiesta, mettendo insieme frammenti e ricordi, pareri e illazioni.
Questa è la sfida del romanzo di Fabio Stassi: narrare la vita intera di una donna radunando le prove, gli sguardi e le parole di chi l’ha conosciuta, di chi l’ha amata, di quelli che hanno lavorato o sognato con lei, oppure di chi l’ha vista anche per un momento, ma quel momento l’ha serbato nella memoria. Sole, Soledad, è la donna di questa storia, un’artista, una bambina silenziosa, una ragazza che fa emozionare, una signora che molto ha vissuto, e soprattutto, almeno agli occhi del mondo, una cantante. E Sole non ha mai inciso un disco, perché niente di lei poteva essere registrato.

Fabio Stassi è nato a Roma nel 1962, vive a Viterbo ed è Direttore della Biblioteca di Studi Orientali dell’Università La Sapienza di Roma. Ha esordito nel 2006 con Fumisteria. Da allora ha pubblicato con case editrici quali Sellerio e minimum fax, ha scritto racconti, collaborato con vari quotidiani e riviste, e realizzato testi per la cantante e compositrice romana Pilar. Alcuni dei suoi elaborati sono stati tradotti in tedesco; L’ultimo ballo di Charlot, divenuto un caso editoriale al Salone di Francoforte, verrà divulgato in 14 lingue. Vincitore di numerosi e importanti riconoscimenti, è stato recentemente curatore dell’edizione italiana di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno (Sellerio).

Un’ intervista a Fabio Stassi (dicembre 2013)

Leggi le prime pagine

Come un respiro interrotto
Fabio Stassi
Sellerio, 2014
pp. 316, € 16,00

Più libri, più liberi 2013 – Al via la XII edizione

Inizia oggi e fino all’8 dicembre la XII edizione di Più libri più liberi,  la fiera della piccola e media editoria libraria che è ormai appuntamento tradizionale del dicembre romano. Il titolo di quest’anno è Parti da un libro.

«Per fatturato librario Roma è la seconda città d’Italia dopo Milano. Se con Book City Milano è tornata a essere la capitale dell’editoria, perché Roma non assume il suo ruolo di capitale del libro con più coerenza e responsabilità?». Se lo chiede il presidente di Più libri più liberi Fabio Del Giudice. Il presidente dell’AIE Marco Polillo ricorda invece i costi della Fiera, 1 milione e 300mila euro l’anno a fronte di un contributo pubblico all’iniziativa  di circa  500mila euro, contro i 680 mila di tre anni fa.

La nostra selezione di appuntamenti per oggi, 5 dicembre:

Con Mila Venturini (Qui la nostra intervista)
Presentazione del libro Detective al mare di Mila Venturini e Sara Gavioli
interviene l’autrice Mila Venturini
a cura di biancoenero edizioni
11:00 – Sala Ametista

Con l’illustratore Gud (qui la nostra intervista)
Laboratorio di fumetto La creazione di una storia a fumetti
di Gud
a cura di Tunué
11:30 – Spazio ragazzi – Sala Incontri

Con e/o
La funzione editoriale
Intervengono Riccardo Cavallero e Sandro Ferri
Coordina Cristina Mussinelli
a cura di AIE
16:00 – Sala Rubino

Con Exòrma
Incontro con Monica Di Bernardo e Francesca Colombini, curatrici del volume Matriarché
16:30 –  stand P06

Con Voland
Presentazione del libro Guida alla Roma ribelle di Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro
intervengono gli autori e Alessandro Portelli
a cura di Voland
18:00 – Sala Smeraldo

INDILIBR(A)I – Scripta Manent e La solitudine del riporto di Daniele Zito

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Libreria Scripta Manent
Via Pietro Fedele, 54 – Roma

Arriva a Scripta Manent La solitudine del riporto, l’esordio di Daniele Zito per Hacca edizioni.

Presentazione da Scripta Manent con l’autore e Mauro Maraschi.

Sabato 30 novembre alle 19:00

Brutto, solo e devastato da un riporto agghiacciante, Antonio Torrecamonica si ritrova a condurre, suo malgrado, una vita che gli altri hanno scelto per lui. Carceriere di se stesso, trascorre tutte le sue giornate rinchiuso in una piccola libreria di provincia, tra  clienti che lo tormentano e ricordi che lo soffocano. Unico svago, ogni tanto, far saltare in aria qualcuno dei concorrenti, meglio se grandi, meglio ancora se Feltrinelli.
Un’intensa riflessione sulla libertà, un omaggio stravagante alla Letteratura, uno scherzo infinito.

Intervista a Daniele Zito

Daniele Zito è nato a Sircausa nel 1980 e vive a Catania. Ricercatore precario all’Università di Catania, si occupa di sistemi distribuiti, cloud e sistemi complessi tempo varianti. Collabora con «l’Indice dei Libri del mese», dedicandosi prevalentemente al teatro e alla narrativa italiana. Dal 2008 mantiene un blog giornaliero segnalato, tra gli altri, da «la Repubblica » e «il Corriere del mezzogiorno». Sinora ha pubblicato per lo più articoli di carattere scientifico per riviste internazionali e racconti per riviste letterarie on line. La solitudine del riporto è il suo esordio narrativo. Questo il suo sito.

Mauro Maraschi, insieme a Rossano Astemo, ha curato l’antologia ESC – Quando tutto finisce (Hacca, 2013). Qui la nostra intervista.

Mauro Maraschi è anche uno dei protagonisti, insieme  a Filippo Nicosia, Serena Casini e Maura Romeo, di Pianissimo – Libri sulla strada che dal 1° al 22 dicembre tornerà in Sicilia con il furgoncino pieno di libri.

La solitudine del riporto – Daniele Zito
Hacca, 2013
pp. 352, € 15,00

Presentazione di L’investitore americano – Jan Peter Bremer

di Emanuela D’Alessio

«L’investitore americano è un romanzo su Berlino, tipicamente berlinese, ma anche sulla fine della vita berlinese, messa in pericolo dalla speculazione edilizia e dalle trasformazioni urbanistiche. È un romanzo sulla pigrizia e l’indolenza, sull’impotenza. È un romanzo sulla creatività e sull’immaginazione come rivolta».
Lo descrive così Davide Orecchio, autore di Città distrutte (Gaffi) in occasione della presentazione che si è svolta il 21 novembre alla Feltrinelli International di Roma, insieme allo scrittore tedesco Jan Peter Bremer e al suo traduttore ed editore Marco Federici Solari (L’orma).
Jan Peter Bremer, nato ad Amburgo nel 1965, appare rilassato, con una capigliatura afro, orecchini e anelli. Ha all’attivo sette romanzi e ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, tra i quali l’Ingeborg Bachman Preis nel 1996 e il Premio Döblin nel 2011. Vive a Berlino,  in un appartamento di Kreuzberg di cui tanto si parla in questo libro.
L’investitore americano è il suo primo romanzo tradotto in Italia grazie a Marco Federici Solari. Abbiamo così avuto l’opportunità di conoscere un nuovo autore tedesco e scoprire, come ha scritto Davide Orecchio di recente, «che, se per gli italiani la crisi l’hanno forse causata (e peggiorata) i tedeschi, per uno scrittore tedesco, invece, il colpevole è un milionario senza volto allo stato liquido e gassoso che si aggira sul proprio jet per i cieli del mondo. Un milionario senza terra la cui felicità non dipende dalla felicità degli altri, ma dal mangiare cioccolata in solitudine nell’alto dei cieli».
Il milionario del libro, l’investitore americano che ha acquistato il palazzo dove vive lo scrittore, esiste veramente, è Nicolas Berggruen, figlio del collezionista e fondatore del Museo Berggruen  di Berlino. Una storia autobiografica quella che Bremer ha deciso di raccontare, trasformandola in una pregevole opera letteraria sull’impotenza e l’impossibilità di reagire ma anche sulla straordinaria forza della fantasia e dell’immaginazione, sul potere della creatività.

«La notte prima il litigio era stato violento e la mattina era rimasto a letto come anestetizzato. Non aveva sentito neppure i passi pesanti della moglie che usciva di casa. Probabilmente lo stremava l’afa che durava da settimane. O era stata quella lite a provarlo più di quanto non credesse?
Guardò la parete bianca dietro al tavolo. Il diverbio non era stato poi così pesante e in nessun caso quello scontro gli avrebbe impedito di raccogliere le forze e gettarsi a testa bassa nel lavoro.
Annuì e chiuse gli occhi. Col capo risolutamente proteso in avanti, i piedi abbronzati quasi icnollati alla tavola, quel giorno avrebbe cavalcato con la penna per le pagine del suo taccuino, facendo surf con azzurri occhi d’acciaio in un vorticare continuo tra cielo e mare.
Abbassò lo sguardo sul taccuino. Ma quel giorno sarebbe stato diverso. Quel giorno gli era già rimbalzata per la testa una frase che doveva assolytamente annotare. Una frase chiara che gli aveva lasciato un’impressione profonda. Ma cosa gli stava ribollendo dentro, quando l’aveva pensata? E dove era finita ora quella frase? L’aveva composta lui, con le proprie forze, o l’aveva colta dalla bocca di un altro?»

Protagonista del romanzo di Bremer è uno scrittore in  crisi creativa e matrimoniale. Uno sconosicuto e misterioso investitore, un magnate americano che vive su un jet privato, sempre in viaggio, ha comprato l’intero complesso edilizio dove vive lo scrittore insieme alla moglie, due figli e il cane, e li vuole convincere a traslocare. Lo scrittore decide di scrivere una lettera all’investitore americano, ma non riesce a trovare un incipit e mentre cerca invano una chiave di scrittura la sua mente diventa uno strordinario laboratorio della fantasia.

«Guardò la lampadina. Da dove traeva la sua forza distruttrice l’investitore americano? Il suo ingresso nelle loro vite aveva provocato solo sventure. Quell’uomo incombeva sulle loro teste come un destino, un mostro che succhiava gioia ed energia da ogni giorno, da ogni ora. Ma chi era? E cosa faceva lassù? passava il tempo a godersi il suo potere, guardando la terra dai suoi oblò, oppure il suo aereo era un luogo di orrori, spaventoso al di là di ogni immaginazione, con donne e bambini che giacevano piangenti, nudi e incatenati, disponibili a goni abuso in quella carlinga fredda e buia? E lui cosa avrebbe potuto scrivere a un uomo del genere, un uomo che guardava giù dalle finestre tonde del suo velivolo solo per bearsi della visione dei suoi affittuari che, derubati della loro felicità, si dimenavano in aria in caduta libera dopo il crollo di un pavimento?».

La scrittura di Bremer è lieve e particolare. Orecchio ne ha messo in evidenza le soluzioni stilistiche originali come quella di iniziare ogni capoverso con un gesto, un movimento del corpo, «tirò fuori la mano dalla tasca dei pantaloni», «spostò il proprio peso da un piede all’altro», «aprì gli occhi e guardò il soffitto», «si girò con un balzo e battè le mani». Bremer ha spiegato che la gestualità in questo libro ha una funzione precisa, è un principio ordinativo come anche quello di chiudere moltissime frasi con una domanda.

«Si voltò verso la scrivania, afferrò la penna e scrisse piegato sul taccuino: La notte prima avevo litigato con mia moglie. Fissò a lungo quelle parole. Poi guardò di nuovo fuori dalla finestra. Era un uomo come tanti, e quanto fu esaltante, in quel momento, sentirsi proprio come l’uomo comune. Quante storie si potevano creare a partire da quella frase?
Si guardò le mani e all’improvviso sentì un sorriso aprirglisi sul volto. Era un uomo qualunque, sì, ma non era incredibile che proprio per questo fosse anche un uomo davvero rappresentativo, un uomo come tutti? Due figli, una moglie, molte felicità piccole, poca felicità vera e propria, una taglia di vestiti per cui a volte non trovava capi che gli stessero perchè troppi prima di lui l’avevano richiesta. Non poteva bastare anche solo questa straordinaria medietà a dare validità al suo libro?»

L’investitore americano – Jan Peter Bremer
Traduzione dal tedesco di Marco Federici Solari
L’orma, 2013 (Kreuzville)
pp. 137, € 15,00