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Le librerie indipendenti sono librerie vincenti? A volte può succedere

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

 di Emanuela D’Alessio

Nel giorno di chiusura della fiera romana Più Libri Più Liberi 2016, l’11 dicembre, si è svolto un incontro che ci piace segnalare,  quello organizzato dall’editore Sandro Ferri di e/o con i librai Marco Guerra della libreria Pagina 348 di Roma, Giorgio Gizzi della libreria Arcadia (con una sede a Roma, a Casal Palocco, e una a Rovereto), Gianmario Pilo della Galleria del Libro di Ivrea e Christian Westermann, il responsabile marketing di Europa Editions, casa editrice americana fondata da Sandro Ferri e Sandra Ozzola nel 2005.

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Il tema era Librerie vincenti tra Italia e Stati Uniti: esperienze e idee a confronto.
Dall’incontro è emersa, tra le altre cose, la necessità di rinnovare il dialogo tra editori e librai. Negli Stati Uniti l’American Booksellers Association svolge un ruolo fondamentale in tal senso. Grazie al Winter Institute, ha spiegato Christian Westermann, editori e librai si riuniscono una volta l’anno  per scambiare informazioni, discutere ed elaborare proposte.
Anche in Italia si sta pensando di replicare questa interessante iniziativa. A febbraio si terrà la prima edizione di una tre giorni in cui 80 librai e 30 editori si incontreranno per discutere dei titoli e soprattutto dei contenuti.

Per saperne di più c’è l’esaudiente articolo di 2righe, noi abbiamo rivolto qualche domanda a Marco Guerra, di Pagina 348.

È la prima volta, se non sbaglio, che partecipi a Più Libri Più Liberi. Come è andato l’esordio?
Con gli amici di e/o mi trovo sempre bene, ho accettato volentieri il loro invito e l’incontro è stato molto interessante, ho conosciuto colleghi davvero in gamba. Noi librai abbiamo cercato di rispondere alle domande che ci venivano fatte raccontando le esperienze delle nostre librerie, parlando delle idee messe in campo per sconfiggere la crisi e descrivendo la grande passione che ci porta a cercare sempre nuovi modi di coinvolgere i lettori. Quando si ascoltano esperienze diverse dalla propria e conosci persone nuove, gli stimoli sono sempre in agguato.
Gli editori presenti ci hanno parlato della loro volontà di battersi per una legge che regolamenti una volta per tutte il prezzo di vendita dei libri e che dia a tutti le stesse opportunità contro i predoni delle vendite online che, a colpi di evasione fiscale, dumping e strage dei diritti dei lavoratori, minacciano il nostro settore.
Per quanto riguarda la Fiera io mancavo da qualche anno, ma ho visto gli stessi difetti di sempre.

A quali difetti ti riferisci?
Ne dico uno: nello stesso corridoio trovi il piccolo editore che rischia i propri soldi e quello che campa di sovvenzioni, trovi quello che paga la gente che lavora per lui e quello inseguito dai creditori, trovi quello che con i libri ci lavora e quello che con i libri ci gioca. Per non parlare dell’obbrobrio degli editori a pagamento.

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Quali erano le tue aspettative e sono state soddisfatte?
Mi interessava molto saperne di più sula situazione negli Stati Uniti  e il contributo di Christian Westermann è stato utilissimo. Mi ha fatto piacere sapere che anche negli Stati Uniti sono tanti i librai che riescono a tenere le proprie librerie, nonostante tutte le disgrazie che oggi succedono alle librerie indipendenti.

Che cosa hanno in comune Marco Guerra, Giorgio Gizzi, Gianmario Pilo e Christian Westermann?
Il fatto di vivere a contatto con i libri ci permette di capirci al volo. Abbiamo in comune il fatto di essere diventati importanti per le comunità in cui operiamo, andando spesso a sostituire con il nostro lavoro le inefficienze e le incapacità della cultura istituzionale, quella che il cittadino paga anche se non visita i monumenti e non va mai al museo, al teatro o al cinema.

Che cosa significa essere vincenti oggi nel vostro settore?
In un momento in cui moltissime città italiane, anche importanti, si ritrovano senza librerie, significa restare aperti, innanzitutto. Aggiungo il fatto che le librerie indipendenti sono quelle in cui germogliano le idee, quelle in cui muovono i primi passi gli autori che arriveranno in classifica, quelle da cui parte il successo dei libri più importanti del panorama letterario. Più cose del genere si verificano nella tua libreria e più chances avrai di restare in piedi.

Dal confronto, per quanto parziale, tra Italia e Stati Uniti che cosa è emerso?
Che anche nel paese che ha partorito la tigre che vuole divorarci c’è ancora spazio per chi resiste.

È tempo di bilanci. Come è andato il 2016 per Pagina 348?
Non male nel complesso, siamo riusciti a confermare le cose che vanno bene e abbiamo trovato il modo di recuperare qualcosa di quello che è andato perduto.

Antonio Manzini da Pagina 348 il 26 novembre 2016

Antonio Manzini da Pagina 348 il 26 novembre 2016

Puoi farci un esempio delle cose che non vanno bene?
Ne dico due. La prima è che molte persone che conoscono e frequentano la nostra libreria credono che noi saremo qui in eterno, come se fossimo la cultura istituzionale di cui parlavo sopra. In realtà la nostra è un’impresa privata e può andare avanti continuando a offrire tutto quello che offriamo ogni anno, solo se la gente spende i soldi da noi. E quindi se molte persone partecipano alle nostre attività e parlano bene di noi ma poi i libri li comprano online o al centro commerciale, noi abbiamo l’esigenza di cercare da qualche altra parte i soldi che mancano all’appello.
La seconda è che ci manca una sponda nelle istituzioni, qualcuno o qualcosa che sappia valorizzare la nostra presenza nel Municipio. Invece ogni volta i politici che eleggiamo sono peggiori di quelli precedenti e passano gli anni senza che ci siamo manifestazioni in cui i cittadini possano avvicinarsi ai libri e alla cultura. Senza parlare del fatto che il teatro pubblico del quartiere, quello del Centro culturale Elsa Morante dove organizzavamo spesso iniziative che riscuotevano grande successo, è addirittura chiuso.

Auspici e desideri per il 2017?
Vendere tanti libri, organizzare tanti appuntamenti stimolanti, incontrare autori interessanti, aprire la porta della libreria a tanti nuovi lettori.

Juvenilia, la nuova collana di albi illustrati targata IFIX

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Emanuela D’Alessio

pinocchioTra le molte novità di quest’anno alla fiera della piccola e media editoria Più Libri, Più Liberi, conclusa l’11 dicembre, ne raccontiamo una in particolare.
Si chiama Juvenilia ed è la nuova collana di albi illustrati per bambini e realizzati dai bambini stessi, edita da IFIX di Maurizio Ceccato e Lina Monaco.

Non è l’ennesima serie di libri di favole illustrate, ma molto di più e di diverso.
Se la fiaba resta sempre il punto di partenza, è l’arrivo a stravolgere completamente la prospettiva. Juvenilia, infatti, utilizza i personaggi delle favole contemporanee già divenute classici, per poter raccontare con un linguaggio moderno, ma mai esplicito, i tempi della nostra contemporaneità.

Il primo ciclo prevede la riscrittura di tre favole, Pinocchio, La Sirenetta e Il brutto anatroccolo, tre favole che parlano di trasformazione.
Il risultato è il frutto di un lavoro di squadra e di competenze differenti: Eugenia Cassandra, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ha messo a disposizione i suoi strumenti per comprendere i sottotesti presenti nelle favole; tre scrittori hanno rielaborato i testi cercando spiragli narrativi inaspettati per rendere le storie più vicine ai bambini del nostro tempo; infine i bambini, che hanno realizzato le immagini durante sei incontri, presso la libreria Scripta Manent, sotto la guida dell’illustratrice Cecilia Campironi.

Il primo libro in uscita è Pinocchio, narrato dallo scrittore e musicista Alberto Fiori. Un lento viaggio, attraverso i suoni e i rumori, in cui la trasformazione avviene nella notte. Mettendo su pagina ciò che Collodi non ci ha mai raccontato. Una voce narrante in prima persona che scandaglia, con curiosità e timore, i cambiamenti del suo corpo, materici e sensoriali. Il testo breve ma con ritmo incalzante, scandisce le ore che passano fino al risveglio. Le immagini illustrano un percorso inedito di un Pinocchio che sembra essere il protagonista della storia, fino a comprendere che quel personaggio, altro non era che un giocattolo col quale il bambino attraversa la notte, luogo simbolico in cui risiedono tutte le paure ancestrali e adolescenziali e, una volta fattasi luce, il giocattolo può essere riposto in una scatola perché il bambino è pronto per affrontare la sua giornata… o la vita.

pinocchio_juvenilia_02Ne abbiamo parlato meglio con Lina Monaco, responsabile editoriale di Juvenilia.

Riscrivere favole, e di quelle più celebri come Pinocchio, La Sirenetta o Il brutto anatroccolo, affidare a bambini il compito di illustrarle, e infine decidere di pubblicare “in casa”. Insomma, la sfida sembra un vero salto triplo mortale. Che cosa ne pensi?
Penso che sarebbe inopportuno disturbare i “monumenti” della nostra cultura fiabesca se non ne valesse davvero la pena. Il progetto è ambizioso e si fa carico di restituire al lettore una proposta inedita ma di cui, probabilmente, si sente già la necessità.

Come è nato il progetto? Dalle favole, dai bambini, da urgenze personali?
Era da un po’ che io e Maurizio Ceccato ci interrogavamo sulle favole di recente scrittura, quali fossero i contenuti che veicolavano e quali ingredienti utilizzassero per raccontare la modernità. Alcune di queste nuove favole riescono a fare breccia, nei genitori, nei bambini, ma molte restano nell’oblio. Cioè non raggiungono il lettore. E così ci siamo domandati cos’è che potesse tenere legati i genitori e i figli a una stessa lettura. E la risposta è stata immediata: un personaggio della nostra infanzia che parlasse con il cuore in mano delle proprie emozioni. Vicino alla mamma e al papà che leggono, ma con un linguaggio vicino ai figli.

Chi sono gli autori coinvolti e come si è svolta l’operazione di riscrittura?
Pinocchio è stato riletto da Alberto Fiori, musicista e paroliere. Un autore con una spiccata sensibilità e un gran senso del ritmo. Con lui c’è stata un’alchimia perfetta. Io gli ho esposto cos’è che sentivo come urgenza, e lui ha intercettato uno spiraglio narrativo inedito, ma soprattutto inaspettato. Il ritmo del cuore che inizia a battere in un corpo di legno segna l’inizio della trasformazione. Un viaggio fatto di rumori che Pinocchio non conosce e che lo riportano a vecchie paure passate. Non a caso questa trasformazione avviene di notte che è il luogo archetipico delle paure. Il luogo dove non esiste la ragione, ma solo la percezione. E il viaggio si conclude con l’arrivo della piena consapevolezza di sé stessi.

pinocchio_juvenilia_03Parliamo dei bambini “illustratori”. Quanti sono, che età hanno, come hanno lavorato, erano al corrente del fatto che le loro illustrazioni sarebbero finite in un libro?
I bambini, dai cinque ai dieci anni, sono arrivati in libreria da Scripta Manent grazie a una call fatta tra i nostri lettori affezionati, ma poi si è sparsa la voce col semplice passa parola tra genitori. Quello offerto era un laboratorio finalizzato all’insegnamento di una tecnica di illustrazione: il collage. Cecilia Campironi è una professionista. L’idea che quelle tavole potessero diventare le illustrazioni del libro ha costretto tutti i partecipanti a prendere sul serio il lavoro proposto. Sei appuntamenti e quasi quindici ore di lavoro. I bambini erano stanchi ma l’entusiasmo li ha tenuti sempre attentissimi.

Perché la decisione di pubblicare come IFIX invece di affidare un progetto così innovativo a un editore, magari specializzato in albi illustrati e letteratura per ragazzi?
IFIX è sempre stato un laboratorio, un’opportunità per le idee e per le persone di creare alchimie. Lavorare a un libro come questo richiede di guardare al pubblico bambino con le dovute precauzioni. Fare un libro per bambini è una sfida che va portata avanti con tutti i necessari supporti professionali. Non basta un disegno o una filastrocca per accontentare un pubblico così esigente e ci siamo voluti misurare in questa prospettiva. Abituati, in fondo, a offrire già la massima cura sia nei contenuti che nei dettagli estetici e grafici. E poi perché rientra nelle prerogative IFIX lavorare con le narrazioni per immagini.

Come si svilupperà la collana? Quante uscite sono previste e con quale cadenza? Insomma qual è il piano editoriale di Juvenilia?
Le prossime uscite arriveranno in maggio con La Sirenetta e Il brutto anatroccolo. I tempi non potranno essere rigidissimi perché i laboratori sono itineranti e devono produrre immagini di qualità. Il lavoro di post-produzione è davvero minimo e quindi produrre le tavole richiede molto tempo e cura. E poi ci sono le storie da riscrivere, gli appuntamenti con la dottoressa Eugenia Cassandra, psicologa dell’età evolutiva, ci aiutano, a noi della redazione e agli autori, in un mondo di argomenti che non si evincono da una lettura superficiale delle favole stesse.

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Chi vorresti come lettore ideale di questa collana?
Il pubblico a cui ci rivolgiamo è sicuramente quello dei bambini di età tra i cinque e i dieci anni. Se da una parte la semplicità del testo, infatti, sembra rivolgersi ai primi, la forza delle immagini e l’indagine dentro sé stessi e le proprie paure, avvicina alla lettura anche i più grandi. E poi ci sono i genitori ai quali destiniamo uno strumento per poter affrontare attraverso la lettura, i temi più cogenti all’età dei figli. La collana Juvenilia è stata pensata per realizzare libri fatti dai bambini per i bambini.