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Tribook: l’innovazione (made in Milano) per le librerie indie

Tribook_logoINDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Anche in Italia i librai indipendenti si stanno organizzando contro la crisi e la spietata concorrenza di Amazon. Ecco come.

di Anna Castellari

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di una iniziativa dei librai indie francesi, che si sono costituiti in associazione e hanno creato un motore di ricerca dei titoli desiderati dagli utenti, che vengono individuati nelle librerie della città.

Ebbene, qualcosa di simile sta arrivando anche in Italia. Con un pizzico di ritardo rispetto ai cugini d’Oltralpe, ma con il vantaggio di conoscere i limiti delle esperienze pregresse e la capacità tutta italiana di creare un oggetto di grande charme, nel senso propriamente estetico.

Sì, perché il sito Tribook, con la sua grafica leggera e leggibile, ma anche con il plus della consegna a domicilio in bicicletta, proposta molto in linea con l’ecologismo dei nostri tempi, promette di essere bello, efficace e… responsabile: perché si cerca di “responsabilizzare” e di educare il lettore a sostenere la libreria del proprio quartiere, a non lasciarla morire in nome di una presunta comodità di ricevere la merce a casa anziché recarsi di persona. Si legge sul sito: “In questo modo sosterrai il negozio del tuo quartiere e potrai entrare nella tribù dei lettori, che ti darà accesso a molti servizi esclusivi.”

In attesa di vederlo operativo sul suolo milanese – coinvolge infatti le librerie del capoluogo lombardo, e in particolare le LIM, Librerie Indipendenti di Milano – abbiamo fatto qualche domanda a Michela Gualtieri, CEO e manager della start up, che ha creato questo prodotto digitale assieme all’altro CEO Brian Suarez, sviluppatore e “smanettone”.

Prima di cominciare a parlarci di Tribook, come è nata la collaborazione con LIM, i Librai Indipendenti di Milano?
Sono stata io a contattare l’associazione LIM. Avevo da alcuni mesi l’idea di sviluppare una piattaforma che consentisse di individuare la libreria che dispone del libro che ti interessa e da poco avevo cominciato a pensare concretamente a come realizzarla, anche grazie a un corso per start-upper che stavo frequentando. La possibilità di avere un interlocutore unico come un’associazione mi sembrava preferibile a quella di presentarmi singolarmente a ogni libraio senza niente in mano e con la testa piena di idee. Dopo i primi incontri collettivi, utili per esporre il progetto, che nel frattempo aveva preso corpo e diventava Tribook, i librai più interessati ci hanno incontrati singolarmente, spiegandoci le loro esigenze e seguendo lo sviluppo del progetto.

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In Francia l’avvio del motore di ricerca Paris Libraries, di cui si è parlato sul nostro sito qualche giorno fa, è scattato da due constatazioni di minima: che i parigini avessero un gran numero di librerie in città, ma che al contempo fossero i primi ad acquistare online su suolo francese. Si può dire che a Milano ci sia una situazione simile?
Milano non ha una concentrazione di librerie paragonabile a quella di Parigi, ma è la città italiana in cui si vendono più libri, sia online che nei canali fisici. È anche, come Parigi, una città dai ritmi di vita serrati, in cui i lettori hanno sempre meno tempo per andare a girovagare tra gli scaffali del libraio. Ci sembra quindi un buon mercato per lanciare il servizio, ma abbiamo intenzione di esportare il modello anche in altri contesti, pur mantenendo una dimensione urbana. 

Immagino che abbiate svolto un’indagine di mercato prima di avviare il progetto…
Certo. I dati per noi rilevanti sono quelli relativi alla grande crescita dell’e-commerce nel settore editoriale: in pochi anni è passato da poco più del 5% (2010) a oltre il 12% (2013), al netto delle vendite effettuate da Amazon, che non divulga i propri dati di vendita. Il lettore è sempre più abituato ad acquistare online o a informarsi online prima di effettuare un acquisto in un negozio fisico (il cosiddetto info-commerce è praticato da oltre il 70% degli internauti). In questo mercato pensiamo che ci sia spazio anche per formule diverse da quelle della grande libreria online, formule che puntino su valori di sostenibilità e prossimità, integrando il negozio online con i negozi fisici. Il nostro obiettivo è sfruttare la crescita dell’e-commerce per riportare parte delle vendite sulle librerie indipendenti.

Come avete ottenuto i finanziamenti per lo sviluppo del progetto?
Al momento il progetto è autofinanziato, ma stiamo partecipando a vari concorsi per start-up.

Avete un sito per smartphone e tablet o anche una app?
Il servizio sarà lanciato per il primo periodo solo tramite il sito, che comunque è responsive e quindi navigabile anche da dispositivi mobili. L’applicazione arriverà dopo qualche mese.

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Chi è l’autore della grafica, che vedo light e piuttosto accattivante?
Il logo è opera di un nostro collaboratore, mentre il resto della grafica è per lo più opera di Brian, il co-founder responsabile della parte tecnica e dello sviluppo del sito. Il risultato finale lo concordiamo insieme, perché per noi è importante mettere in atto una strategia comunicativa coerente: grafica e testi vanno a braccetto.

Quando sarà effettivamente operativo il sito?
Lo sviluppo della piattaforma sarà concluso entro fine anno 2014, i tempi per andare sul mercato dipenderanno dalla durata del testing.

Per informazioni: www.tribook.it

Paris s’organise: ovvero, quando le librerie indipendenti fanno rete (sul serio)

INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti

Oltre confine, in Francia, i librai indipendenti si sono organizzati. Ecco che cosa succede a Parigi, ad esempio.

di Anna Castellari

affiche_paris_librairies1Non è soltanto una presa di posizione, del tipo “siamo librai, siamo indipendenti, ci piace l’editoria indipendente, andiamo ai festival e organizziamo eventi”. No: le librerie francesi hanno fatto molto di più. In un Paese in cui il digital divide è certamente molto più ridotto rispetto al nostro, in una città – Parigi – in cui da sempre, storicamente si è sentita l’esigenza di catalogare online e di rendere accessibile tutto a qualsiasi cittadino, che abitasse a Montmartre o nella periferia più lontana di Saint-Denis, anche le librerie si sono unite in un’associazione, Paris Librairies. E hanno voluto creare un “motore di ricerca”, che aiuti gli affezionati clienti a servirsi di loro, degli indie librai, per trovare in tempi più rapidi di Amazon un titolo altrimenti difficilmente reperibile.

Succede a Parigi, ma crediamo che tutta la Francia aderirà in tempi non troppo lontani; e noi, dal canto nostro, non per esterofilia ma per senso pratico, ci auguriamo che l’iniziativa francese venga imitata anche dagli indie librai nostrani.

Paris-Librairies-IDBOOXAbbiamo intervistato i responsabili di ParisLibrairies.fr, il sito che è anche un’associazione in cui si possono trovare i titoli dei libri che ci interessano in libreria, attraverso la geolocalizzazione e il collegamento ai database di tutte le librerie aderenti.

Chi siete? Avete costituito un’associazione? Le istituzioni hanno partecipato a questo progetto? Qual è il loro ruolo rispetto al sostegno alla cultura, in particolare all’editoria?
Siamo un’associazione, secondo la legge 1901, creata nel luglio 2012 su iniziativa di quattro librerie parigine: Isabelle Leclerc de “L’imagigraphe”, Laura de Heredia de “L’arbre à lettres”, Philippe Touron di “Le Divan”, Xavier Moni di “Comme un roman”.
Raggruppiamo oggi settanta librerie e abbiamo un consiglio di amministrazione di tredici membri. Abbiamo goduto dei finanziamenti della Regione Ile de France, del Centre National du Livre, della DRAC (Directions Régionales des Affaires Culturelles) oltre che del Comune di Parigi e della Sofia (Société Française des Intérêts des Auteurs de l’Ecrit).

In Francia le librerie cominciano certamente a soffrire la concorrenza di Amazon, forse meno rispetto al resto d’Europa, ma anche lì quel mondo sta cambiando. Il tipo di servizio che offrite è una risposta a questa crisi. Quali sono le caratteristiche di tale offerta?
Paris Librairies è stata fondata a partire dalla constatazione dell’infinita ricchezza di librerie a Parigi, e del fatto che, allo stesso tempo, i lettori dell’Ile de France (la regione parigina) erano i maggiori consumatori di libri acquistati in Internet. Sì, è un’alternativa: quando si cerca un libro, Paris Librairies permette di trovarlo nella libreria più vicina a casa, o sulla strada verso il lavoro, o, ancora, vicina al luogo in cui si lavora… l’accesso al libro sarà più semplice di un acquisto online che arriva in meno di 48 ore, e inoltre andare in libreria permette uno scambio e un confronto.

Qual è il meccanismo del servizio? Quali sono le tariffe per le librerie? E per i lettori?
È un servizio gratuito per gli utenti. D’altronde, Paris Librairies è un’associazione. Il costo per le librerie è modico. Inoltre, in questo momento le principali fonti di finanziamento sono pubbliche.

Quante librerie indipendenti esistono a Parigi? Quante hanno aderito all’associazione e al servizio che offrite?
Attualmente, abbiamo 70 librerie aderenti. Il numero di librerie “a marchio LIR” a Parigi (Librairies Indepéndante de Référance, ndr), è di 84. Ma siamo aperti anche ad altre librerie, se la loro adesione viene approvata dal consiglio di amministrazione dell’associazione. Ci siamo aperti anche a librerie della prima periferia.

Ci sono stati buoni feedback dai clienti?
Abbiamo avuto e abbiamo ogni giorno molte reazioni positive tra i clienti. Questo servizio risponde perfettamente alle loro esigenze e dà alle librerie una immagine di solidarietà reciproca.

Questo servizio è attivo anche in altre città della Francia? Ho visto che esiste un altro sito analogo, www.placedeslibraires.fr…
Paris Librairies riguarda Parigi e la prima periferia. Esistono altre iniziative simili, soprattutto nella Provence Alpes Côte d’Azur.

Che cosa ne pensano gli editori? Quali sono i vantaggi aderendo a questo sistema di distribuzione, rispetto ad altri distributori?
Gli editori sono molto favorevoli a questa iniziativa. Però non si tratta di un sistema di distribuzione, ma bensì di una messa in luce della ricchezza dei fondi librari di Parigi e della prima periferia.

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Versione originale

Qui êtes-vous ? Avez-vous institué une association ? Est-ce que les institutions ont participé à ce projet ? Quel est le leur rôle par rapport au soutien à la culture, en particulier dans le secteur éditorial ?
Nous sommes une association de loi 1901 créée en juillet 2012 par 4 libraires parisiens Isabelle Leclerc de L’imagigraphe, Laura de Heredia de L’Arbre à Lettres, Philippe Touron de Le Divan, Xavier Moni de Comme un roman. Nous regroupons aujourd’hui 70 librairies et avons un conseil d’administration de 13 membres. Nous avons bénéficié des financements de la région Ile de France, du Centre national du livre, de la DRAC ainsi que de la Mairie de Paris et de la Sofia.

En France, les librairies commencent sûrement à souffrir la concurrence d’Amazon, probablement moins par rapport au reste d’Europe, mais cela est arrivé. Le type de service que vous offrez est une réponse à cette crise. Quelles sont les caractéristiques de cette offre ?
Paris librairies a été fondé sur le constat qu’il y avait une infinie richesse de librairies à Paris mais que néanmoins, le public d’Ile de France était celui qui consommait le plus de livres sur Internet. Oui, il s’agit bien d’offrir une alternative : lorsque l’on cherche un livre, Paris Librairies permet de le trouver dans une librairie qui peut être près de chez soi, sur son trajet  professionnel, proche de son lieu de travail… L’accès au livre sera plus aisé qu’une commande en ligne sous 48h et de surcroit, le déplacement en librairie permet l’échange et les découvertes.

Quel est le mécanisme du service ? Quels sont les tarifs pour les libraires ? Et pour les lecteurs ?
Il s’agit d’un service gratuit pour les utilisateurs. Par ailleurs, Paris librairies est une association. La cotisation des libraires est modique. Les principales sources de financement à ce stade sont des financements publics.

Combien de librairies indépendants existent à Paris ? Et combien de librairies ont adhéré à l’association et au service que vous offrez ?
Nous avons actuellement 70 libraires adhérents. Le nombre de librairies « labellisées LIR » à Paris est de 84, mais nous ouvrons aussi à d’autres librairies si leur adhésion est validée par le conseil d’administration de l’association. Nous ouvrons aussi aux librairies de proche banlieue.

Est-ce que vous avez eu des bonnes réactions de la part des clients ?
Nous avons eu et avons au quotidien de nombreuses réactions très positives de clients. Ce service répond parfaitement à leurs attentes et leur donne une bonne image de solidarité des libraires indépendants entre eux.

Est-ce que ce service est actif aussi dans les autres villes du Pays ? J’ai vu qu’il y a un autre site, www.placedeslibraires.fr
Paris librairies concerne Paris et la proche banlieue. Il existe d’autres initiatives, notamment libraires en PACA.

Qu’est-ce qu’en pensent les éditeurs ? Quels sont les avantages, en adhérant à ce système de distribution, par rapport aux autres distributeurs ?
Les éditeurs sont très favorables à cette initiative. Il ne s’agit pas en revanche d’un mode de distribution, mais bien d’une mise en valeur de la richesse du fonds des librairies de Paris et de proche banlieue.