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Scrivere per ragazzi, un corso di scrittura e molto altro

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Emanuela D’Alessio

Inizia oggi Scrivere per ragazzi, un insolito corso dedicato alla letteratura per ragazzi, organizzato dalla Scuola del libro, laboratorio permanente ideato da Marco Cassini (fondatore delle case editrici minimum fax e SUR).

Nei dieci incontri, previsti fino a marzo 2017, le scrittrici Carola Susani e Nadia Terranova accompagneranno i loro studenti in un interessante viaggio nella tradizione letteraria per ragazzi, dai capolavori come Alice nel paese delle meraviglie, Pinocchio e Pippi Calzelunghe ai classici contemporanei come Harun e il mar delle storie di Salman Rushdie, passando per la non-fiction per ragazzi, gli albi illustrati, i romanzi per adolescenti, fino ai libri usciti e premiati negli ultimi anni, con uno sguardo al panorama internazionale.

Abbiamo chiesto a Carola Susani e Nadia Terranova di raccontarci meglio di che cosa si tratta.

Nel panorama dell’offerta formativa per i mestieri della filiera editoriale, il corso Scrivere per ragazzi risalta per la sua originalità. Come è nata l’idea?
CS – I corsi per insegnare a scrivere ai ragazzi sono pochissimi, e invece la scrittura per ragazzi è molto forte, sia dal punto di vista delle vendite, sia della qualità letterarie. Valeva la pena, così abbiamo pensato, di offrire uno spazio (e del tempo) dove imparare e ragionare.
NT– Io sono stata molto felice quando Carola e Marco Cassini mi hanno contattata per propormi di lavorare insieme, porterò nel corso tutta la mia esperienza di insegnamento precedente, soprattutto per quello che riguarda l’albo illustrato.

volantino_susani_terranova_interoA chi si rivolge e con quali obiettivi?
NT – A tutti quelli che vogliono scrivere per un pubblico di bambini o adolescenti, principianti assoluti o scrittori in cerca di un confronto. A quelli che hanno già scritto qualcosa ma sentono di poter migliorare. Agli illustratori che hanno le immagini ma non la storia.

Carola Susani, oltre a una lunga carriera di scrittrice per adulti e ragazzi, hai una consolidata esperienza anche come docente di scrittura narrativa nelle scuole medie e superiori e nelle case editrici. Nei tuoi incontri parlerai di classici per ragazzi, riscrittura e divulgazione narrativa. Puoi anticipare qualche dettaglio?
Proverò a fare un po’ di storia della letteratura per l’infanzia, ma si tratterà di storia che provoca. Leggeremo i classici per l’infanzia per rubare segreti, imparare da loro. Poi giocheremo a riscrivere classici per grandi o anche semplicemente libri dedicati a un altro pubblico: ci domanderemo come cambia la struttura e la lingua se cambiano i lettori. Ci interrogheremo poi sulla non-fiction per ragazzi, che comprende anche la divulgazione ma è un campo molto vasto, proveremo a orientarci all’interno di quel campo, sempre alla ricerca di modelli e possibilità.

Nadia Terranova

Nadia Terranova

Nadia Terranova, vincitrice di numerosi premi tra cui ci piace ricordare quello per Bruno il bambino che imparò a volare (orecchio acerbo, 2012), ti soffermerai sugli albi illustrati, i romanzi per preadolescenti e per giovani adulti. Quali sono le differenze tra un romanzo per preadolescente e uno per giovane adulto?
Nei romanzi per ragazzi delle scuole medie, in genere sono ancora abbastanza presenti genitori,  insegnanti, zii. I rapporti con gli adulti, conflittuali o problematici, sono parte della tematica affrontata. E ci si può ancora concedere un po’ di fiabesco, mentre si affrontano temi adulti come la sessualità e la morte: mi piace molto quella fascia perché mi permette di stare nell’età di mezzo, in quell’incertezza-ponte fra il doloroso ma necessario distacco da un’infanzia appena lasciata e la promessa di un futuro ignoto quanto attraente e spaventoso. Lì in mezzo succede di tutto. Poi si diventa più grandi, e cadono molti tabù: i romanzi per giovani adulti hanno un altro livello di interesse, in fondo anche Il giovane Holden fa parte di quella categoria. Sono i romanzi di formazione per eccellenza, e nelle letture di un ragazzo devono starci sia i classici sia i contemporanei, anche i più commerciali, perché chi legge possa sentire che parlino proprio a lui.

Che cosa si intende per albo illustrato e chi sono i principali fruitori di questo prodotto?
NT – L’albo illustrato è un libro in cui le illustrazioni e il testo dialogano fra loro in maniera creativa e sorprendente. Non è un semplice libro con dei disegni, non è un semplice album con delle didascalie: è una terza forma di letteratura in cui le due forme espressive hanno pari forza. L’albo è destinato a tutti, non solo ai bambini, per i quali comunque costituisce una prima importante forma di educazione artistica e di lettura attiva.

Si parla genericamente di letteratura per ragazzi, ma è un settore della narrativa molto articolato cui le case editrici, anche quelle più generaliste, mostrano una crescente attenzione. Volendo tracciare un quadro, per quanto sintetico, dell’offerta editoriale italiana in questo campo, chi sono gli editori di riferimento dal punto di vista qualitativo?
CS – Da Mondadori a Salani, da Rizzoli a Bompiani, da Feltrinelli a Einaudi, le grandi realtà editoriali più o meno parenti fra loro, hanno le loro collane per ragazzi. Io amo molto il lavoro che fa la casa editrice di dimensioni medie Donzelli. Ma anche e/o. Ci sono poi case editrici più piccole che trovano uno spazio specifico, Sinnos ad esempio è una casa editrice che ragiona di diritti, questioni psicologiche. O case editrici più grandi come Laterza che affrontano il mondo dei ragazzi dalla propria prospettiva, che è quella della storia sociale e scientifica interpretata in chiave narrativa. C’è la Nuova frontiera Junior che ha attratto l’attenzione con la bella collana Classici (ci siamo anche Nadia e io). Ci sono le raffinatissime Orecchio acerbo e Topipittori, che fanno albi opere d’arte, sia per quel che riguarda la parte illustrata che quella narrata. Ma il panorama è molto vasto.
NT – Impossibile fare dei nomi, ne resterebbero fuori troppi altri! Diciamo che fanno un ottimo lavoro soprattutto i grandi gruppi editoriali con i romanzi e i piccoli con gli albi illustrati; ma ci sono tante eccezioni positive alla regola.

Esiste poi un’editoria “specializzata” in libri illustrati e letteratura per ragazzi. Una scelta apparentemente più difficile e coraggiosa, ma che sembra essere premiata dalle cifre di vendita. Chi sono i principali protagonisti?
NT – Vale quello che ho detto nella risposta precedente, aggiungo solo che l’editoria illustrata ha dimostrato di resistere anche alla crisi del cartaceo.

Esiste un gap tra Italia e resto del mondo in questo settore? Quali sono le maggiori differenze, qualitative, di contenuti, di risposta da parte dei lettori?
NT – In Italia abbiamo bravissimi autori e bravissimi illustratori. Peccato che non sempre abbiano da noi lo stesso riconoscimento retributivo e professionale che altrove. Per questo motivo per molti illustratori, per vivere, l’unica è lavorare all’estero, soprattutto in Francia. Ovviamente, essendo l’illustrazione un linguaggio universale che non necessita di traduzioni, per loro è più facile rispetto agli scrittori.

Carola Susani

Carola Susani

Quando è iniziato il vostro viaggio nella lettura e con quale libro?
CS – Il primo libro che ho letto, all’inizio della II elementare, è stato il Diario di Anna Frank. Ho cominciato con un libro non-fiction e mi sono appassionata alla lettura di narrativa d’invenzione. Anna e il suo diario, a dispetto dei nazisti, mi sono sembrati fortissimi, erano in grado di vincere la morte e di arrivare fino a me. Credo che questo mi abbia fatto innamorare della letteratura. Più tardi, dopo un’infanzia segnata da letture da grandi, attorno ai dodici anni, mi sono ritrovata a leggere letteratura per ragazzi. Polly Anna mi ha incantato: ho scoperto che si poteva scrivere anche “del bene” e la cosa mi ha commosso.
NTI bambini che vivevano dentro una scarpa è il primo albo illustrato che ho adorato, ce l’ho ancora, tutto scarabocchiato e con una pagina mancante: è la storia di una vecchina che si prende cura di una tribù di bambini e insegna a ognuno a coltivare le proprie specialità per vivere tutti insieme. Poi Violetta la timida di Giana Anguissola, Professione spia di Louise Fotzhough, Speciale Violante e Principessa Laurentina di Bianca Pitzorno, Il giardino di mezzanotte di Philippa Pearce, Le streghe di Roald Dahl.

Quale libro consigliereste a un bambino e a un ragazzo che deve iniziare a leggere?
CS – Dipende dal bambino e dal ragazzo. Dovrei conoscerli a uno a uno. Di sicuro, a un bambino e a una bambina darei da “leggere” Munari. A un ragazzo metterei in mano Martin Eden. Il prima possibile suggerirei di spazzolarsi i classici, i meravigliosi classici per ragazzi, realistici attraverso eccessi di nonsense e assurdità, da Alice a Pinocchio. Ma anche le storie d’avventura, Salgari, Verne. A un bambino o una bambina regalerei le poesie di Scialoja (e anche di Folco Maraini), e potrei andare avanti.
NT – In questo momento a un bambino regalerei Una strana creatura nell’armadio di Mercer Mayer, Camelozampa, sulla paura del buio; a un ragazzo delle medie Oh, boy! della mia adorata Marie-Aude Murail (Giunti); a un adolescente Melody di Sharon M. Draper (Feltrinelli), che racconta la testa di una ragazza disabile attraverso tutte le parole che non dice.

Una domanda di rito per Via dei Serpenti: che cosa c’è da leggere sul vostro comodino in questo momento?
CS – Il libro di Cristina Durastanti, Cleopatra va in carcere.
NT – Il mio comodino, come al solito, soccombe; i libri sono molti di più di quelli che nominerò (e anche purtroppo di quelli che riuscirò a leggere da qui a Natale), comunque fra gli altri due romanzi di cui sono curiosissima: Prima di sparire di Tommaso Giagni (Einaudi) e Tutto il nostro sangue di Sara Taylor (minimum fax). Poi ho Zagazoo di Quentin Blake, Camelozampa come ultimo acquisto di albo illustrato, l’ho letto immediatamente, ma lo tengo un po’ vicino prima di riporlo in libreria (è un capolavoro!), e Per sempre di Judy Blume (Rizzoli), un classico per adolescenti degli anni Settanta, sono a metà ed è ancora attualissimo. E poi tutto Kafka: sto rileggendo tutti i racconti e gli aforismi per un incontro su di lui che devo fare a breve, e sto leggendo anche diversi suoi scritti che ancora mi mancavano.