Archivi tag: Mauro Tetti

A pietre rovesciate – Mauro Tetti

di Anna Castellari

A pietre rovesciate, più che un romanzo, è un viaggio nella storia ancestrale che si mescola a quella di un bambino, di un adolescente, di un ragazzo, di un adulto, e a quella di Giana “l’innamorata mia”.

La voce narrante è esattamente quella di un cantastorie, il tono favolistico riecheggia nella mente del lettore ben oltre il momento della lettura. Il suo ritmo incessante e inesorabile ricorda quello dei racconti orali, e infatti il narratore è nonna Dora, come nella migliore tradizione fiabesca.

Ciò che colpisce in questo libro è il continuo riassemblarsi delle storie antiche con quelle che vivono i due protagonisti, che abitano un luogo dal nome tanto mitico quanto evocativo: Nur, con evidenti relazioni con i nuraghi.

Il vero narratore dice ma non dice, o meglio: dice attraverso la voce di storie dal colore locale che diventano storie universali, comuni a tutti gli uomini. Il romanzo esce quindi dal semplice riportare le storie locali per diventare un veicolo consapevole del concetto che le fiabe, le più crudeli – perché le vere fiabe sono sempre crudeli, se si vuole considerarle tali, mai edulcorate – sono quelle che raccontano la verità.

Nell’introduzione alle sue Fiabe italiane, anche Calvino sostiene la verità delle fiabe. Sarebbero un «catalogo dei destini che possono darsi ad un uomo e ad una donna» durante la loro vita, «dalla nascita che sovente porta con sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano». Pur volendo classificare le fiabe, differenziarle tra loro per tipo (fiaba popolare, classica, d’autore, contemporanea) a fini meramente pratici e utili a chi le studia, la caratteristica di verità è comune a tutte, che vi siano o no elementi di fantasia, mitologici o leggendari.

E questo libro ne è la chiara dimostrazione. La crudeltà arriva dall’osservazione quasi di sguincio delle caratteristiche dell’altra protagonista, Giana, che da bambina innocente, in un paese isolato e degradato diventa una donna vittima di soprusi e violenze, sovrappeso, alcolizzata, della quale intuiamo il destino terribile a cui sta andando incontro.

Tra gli elementi stilistici possiamo reperire una certa musicalità delle parole, nella quale si può leggere però, sempre, il filo rosso della storia, senza mai perderlo realmente di vista. Non c’è vaghezza, c’è solo lo sguardo sul mondo con gli occhiali dell’infanzia, forse di un bambino che si rifugia nelle storie della storia del mondo per sfuggire a quella del presente. Ma in fondo, rifugiarsi in quelle storie non è una vera fuga, semmai è un riconoscimento delle proprie vicende in quelle di altri, è un modo di sentirsi meno solo.

Che è il fine ultimo, poi, di tutte le fiabe, che siano destinate ad adulti o a bambini: affrontare dolore, paura, risentimento attraverso una narrazione, per non sentirsi da soli con i propri momenti di difficoltà.

A-PIETRE-ROVESCIATENota sull’autore
Mauro Tetti. È nato nel 1986 e vive a Cagliari. Ha pubblicato racconti su FlaneríInchiostro e altre riviste. Nel 2011 ha vinto il Premio Masala con il monologo Adynaton. A pietre rovesciate, vincitore del Premio Gramsci per inediti, è il suo primo romanzo.

A pietre rovesciate Mauro Tetti Tunué 2016 pp. 96, €9,90.