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Versi d’ottobre – Mario Luzi

UNA STAGIONE DA LEGGERE Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

AUTUNNO – Versi d’ottobre di Mario Luzi

Condividiamo questa poesia di Mario Luzi tratta dalla raccolta Onore del vero (Neri Pozza,1957).

Versi d’ottobre

È qui dove vivendo si produce ombra, mistero
per noi, per altri che ha da coglierne e a sua volta
ne getta il seme alle sue spalle, è qui
non altrove che deve farsi luce.
È passata, ne resta appena traccia,
l’età immodesta e leggera
quando s’aspetta che altri,
chiunque sia, diradi queste ombre.
Quel che verrà verrà da questa pena.
Siedo presso il mio fuoco triste, attendo
finché nasca la vampa piena o il guizzo
sul sarmento bagnato della fiamma.

Tu che aspetti da fuori della casa,
della luce domestica, del giorno?
oggi, oggi che il vento
balza, corre nell’allegria dei monti
e a quell’annuncio di vino e di freddi
la furbizia dei vecchi scintilla tra le grinze?
Quel che verrà, verrà da questa pena.
Altra sorte non spero mai, neppure
sotto il cielo di questo mese arcano
che il colore dell’uva si diffonde
e l’autunno ci spinge a viva forza
fino ai Cessati Spiriti o al Domine quo vadis?.

Mario Luzi, (1914-2005)  poeta toscano vissuto a Firenze, è considerato uno dei fondatori dell’ermetismo nonché uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. I suoi esordi letterari risalgono agli anni prima della guerra (la prima raccolta, La barca, è pubblicata nel 1935), quando comincia a frequentare altri giovani poeti della scuola ermetica (Bigongiari, Parronchi, Bo) e collabora a riviste d’avanguardia come «Frontespizio» e «Campo di Marte».
La scelta dell’ermetismo non verrà abbandonata ma ampliata e approfondita negli anni successivi.
Il periodo migliore della poesia di Luzi è, secondo alcuni critici, quello che si apre con la raccolta Primizie del deserto dei primi anni Cinquanta. Ciò che prima era posa, languore forse un po’ snobistico, diventa esperienza esistenziale.
Successivamente Luzi ha modificato lo stile e in parte i contenuti. Il verso è diventato prosastico, il lessico “di nobile estrazione saggistica”; i contenuti, infine, si sono aperti a memorie di adolescenza, ambienti della quotidianità urbana, financo a paesaggi esotici di paesi stranieri. La sua resta comunque una poesia d’elezione, intesa come pratica salvifica da una vita apparentemente priva di senso; in fondo alla quale, tuttavia, resta forse la speranza di una sopravvivenza dell’anima alla morte del corpo. Risposta, questa, essenzialmente religiosa che si rifà a un cristianesimo profondamente sentito, anche se in modo tormentato, che compare nelle liriche del poeta fin dai suoi esordi (da un articolo di Olivia Trioschi, www.club.it).
Il 14 ottobre 2014 fu nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.