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#6 – La nuova legge sulla lettura: il commento della libraia Giorgia Sallusti, Bookish

di Emanuela D’Alessio

Le nuove norme sulla promozione e diffusione della lettura sono state definitivamente approvate il 5 febbraio scorso dal Senato, dopo un lungo iter parlamentare.

Molte le novità che possiamo riassumere così (qui il testo integrale): un piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, patti locali per la lettura con Regioni, Comuni, istituzioni scolastiche e culturali e privati, 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per il finanziamento di poli di biblioteche scolastiche, 500mila euro alla Capitale italiana del libro, una carta della cultura del valore di 100 euro l’anno per le famiglie economicamente disagiate, un albo delle librerie di qualità, l’aumento del credito fiscale per le librerie fino a 3,25 milioni di spesa, la possibilità di donare libri a soggetti pubblici e privati a scopi solidaristici e, infine, una nuova politica degli sconti e delle promozioni con un tetto massimo del 5% sugli sconti (15% per i libri scolastici).
Il Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL) mantiene e rafforza i propri ambiti di gestione e indirizzo con una dotazione finanziaria annua di 4,3 milioni di euro.
La legge “vale” complessivamente  10,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e 9,25 dal 2022.

La principale reazione negativa alla nuova legge viene dal presidente dell’AIE (Associazione Italiana Editori) Riccardo Franco Levi, nonché promotore della “legge Levi” che fino ad oggi aveva regolato la controversa politica degli sconti. «Imponendo la riduzione degli sconti sui prezzi di vendita – ha sottolineato il presidente dell’AIE – questa legge peserà sulle tasche delle famiglie e dei consumatori per 75 milioni di euro, mettendo a rischio 2mila posti di lavoro».

Via dei Serpenti ha raccolto i commenti di alcuni editori e librai indipendenti: Sandro Ferri (editore di e/o), Marco Guerra (libraio di Pagina 348), Alberto Ibba (editore di NN), Barbara Facchini e Alessandro Fratini (librai di Risvolti), Stefano Friani (editore di Racconti edizioni), Giorgia Sallusti (libraia di Bookish), Federico Cenci (editore di Cliquot). Isabella Ferretti (editrice di 66thand2nd).

Giorgia Sallusti

GIORGIA SALLUSTI, libreria Bookish

Io la ritengo una buona legge considerandola come un primo passo per tutta la filiera editoriale, anche se i risultati si vedranno sulla lunga distanza.

Non sono sicura che la persona che acquista online lo faccia solo per gli sconti – la comodità di ricevere tutto a casa in breve tempo è allettante – ma certamente lo sconto controllato aiuta le librerie al di fuori del circuito di catena. Una libreria indie, come Bookish, fa i conti con la distribuzione a cui deve lasciare circa il 73% del prezzo di copertina. Ecco perché con un margine del 27% non è competitiva con Amazon o simili.

Ma andiamo al punto fondamentale: perché aiutare le librerie indipendenti? Perché la libraia ha una professionalità di alto livello, con la quale, stavolta davvero, l’algoritmo di Amazon non può competere; sostenere questa professionalità significa anche lavorare affinché aumenti la qualità dei libri e la quantità di editori indipendenti in circolazione.
Ho seguito le polemiche sul disegno di legge, e molti lettori (dove per molti intendo quasi tutti) s’interrogavano sul perché si fosse deciso di penalizzarli così fortemente a favore di quella che viene invece percepita come la parte forte dell’equazione, solo perché è seduta dalla parte delle vendite. Ma quanto siamo disposti a pagare un libro? Perché un libro a tredici euro è troppo caro rispetto a un maglione da sessanta?

La legge, se accompagnata da progetti a sostegno della cultura libraria, aiuta a potenziare librerie e quindi editoria di qualità, e alla lunga ne gioveranno i fruitori. Non è lo sconto che crea il lettore forte (la cui definizione in Italia è una persona che legge circa dodici libri all’anno), ma la cultura sul libro che si costruisce dietro e intorno.

Non dovremmo dimenticare poi che l’abbattimento dei prezzi sulla produzione significa un peggioramento della qualità e soprattutto di contratti e retribuzione: parliamo di persone, non soltanto di libri. E qui arriviamo a una questione nodale della filiera del libro, non ancora toccata dagli interventi culturali: i costi di distribuzione che gravano con un peso schiacciante sia sulle librerie sia sugli editori.

Nelle disposizioni si legge che uno degli obiettivi è «diffondere l’abitudine alla lettura, come strumento per la crescita individuale e per lo sviluppo civile, sociale ed economico», e io ci aggiungo anche per il piacere dell’intrattenimento; la lettura amplia le parole a disposizione, e senza parole non c’è pensiero.

Mi auguro che sarà come diceva Tullio De Mauro, «salire in uno spazio dove parole, cifre, formule aleggiano leggere e sono quasi sempre, quasi tutte, a portata di intelligenze che hanno imparato a muoversi sempre più speditamente».

#4 – La nuova legge sulla lettura: il commento dei librai di Risvolti

di Emanuela D’Alessio

Le nuove norme sulla promozione e diffusione della lettura sono state definitivamente approvate il 5 febbraio scorso dal Senato, dopo un lungo iter parlamentare.

Molte le novità che possiamo riassumere così (qui il testo integrale): un piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, patti locali per la lettura con Regioni, Comuni, istituzioni scolastiche e culturali e privati, 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per il finanziamento di poli di biblioteche scolastiche, 500mila euro alla Capitale italiana del libro, una carta della cultura del valore di 100 euro l’anno per le famiglie economicamente disagiate, un albo delle librerie di qualità, l’aumento del credito fiscale per le librerie fino a 3,25 milioni di spesa, la possibilità di donare libri a soggetti pubblici e privati a scopi solidaristici e, infine, una nuova politica degli sconti e delle promozioni con un tetto massimo del 5% sugli sconti (15% per i libri scolastici).
Il Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL) mantiene e rafforza i propri ambiti di gestione e indirizzo con una dotazione finanziaria annua di 4,3 milioni di euro.
La legge “vale” complessivamente  10,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e 9,25 dal 2022.

La principale reazione negativa alla nuova legge viene dal presidente dell’AIE (Associazione Italiana Editori) Riccardo Franco Levi, nonché promotore della “legge Levi” che fino ad oggi aveva regolato la controversa politica degli sconti. «Imponendo la riduzione degli sconti sui prezzi di vendita – ha sottolineato il presidente dell’AIE -, questa legge peserà sulle tasche delle famiglie e dei consumatori per 75 milioni di euro, mettendo a rischio 2mila posti di lavoro».

Via dei Serpenti ha raccolto i commenti di alcuni editori e librai indipendenti.
Sandro Ferri (editore di e/o), Marco Guerra (libraio di Pagina 348), Alberto Ibba (editore di NN), Barbara Facchini e Alessandro Fratini (librai di Risvolti), Stefano Friani (editore di Racconti edizioni), Giorgia Sallusti (libraia di Bookish), Federico Cenci (editore di Cliquot). Isabella Ferretti (editrice di 66thand2nd).

BARBARA FACCHINI, ALESSANDRO FRATINI
Libreria Risvolti, Roma

La legge sul libro rappresenta un primo passo importante per riequilibrare le dinamiche di un settore su cui c’è sicuramente ancora molto da lavorare. Aver fissato un tetto agli sconti era secondo noi un tassello irrinunciabile da cui partire. D’ora in poi ogni libro verrà venduto allo stesso prezzo (al massimo con un 5% di sconto) in una libreria indipendente, in una di catena o sulle piattaforme online.

Spetterà adesso agli editori, gradualmente, rimodulare il prezzo finale dei libri che fino ad oggi veniva “gonfiato” della parte percentuale di sconto (il 15% o addirittura il 25%) con cui le librerie di catena e le piattaforme online vendevano i libri appena usciti, sconto insostenibile per le librerie indipendenti. Se ciò avverrà, nel giro di qualche tempo avremo prezzi di copertina più bassi di quelli attuali e un maggiore equilibrio tra i diversi soggetti che si occupano delle vendite di libri.

La battaglia più dura per tutti rimane sempre quella di aumentare il numero dei lettori. I dati ci mostrano impietosamente come siamo molto indietro rispetto alle altre nazioni europee. La legge si muove anche in questa direzione, ma solo il tempo ci saprà dire se la volontà legislativa si tradurrà in azioni concrete che possano far invertire tale tendenza.

Una nota stonata della nuova legge secondo noi riguarda gli sconti sui testi scolastici. In questo caso il tetto di sconto applicabile rimane al 15%, relegando sempre più ai margini le librerie indipendenti che non possono permettersi di applicare sconti all’utente finale e che assistono impotenti allo spostamento dei loro clienti verso altre realtà come piattaforme online e supermercati.

#2 – La nuova legge sulla lettura: il commento del libraio Marco Guerra, Pagina 348

di Emanuela D’Alessio

Le nuove norme sulla promozione e diffusione della lettura sono state definitivamente approvate il 5 febbraio scorso dal Senato, dopo un lungo iter parlamentare.

Molte le novità che possiamo riassumere così (qui il testo integrale): un piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, patti locali per la lettura con Regioni, Comuni, istituzioni scolastiche e culturali e privati, 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per il finanziamento di poli di biblioteche scolastiche, 500mila euro alla Capitale italiana del libro, una carta della cultura del valore di 100 euro l’anno per le famiglie economicamente disagiate, un albo delle librerie di qualità, l’aumento del credito fiscale per le librerie fino a 3,25 milioni di spesa, la possibilità di donare libri a soggetti pubblici e privati a scopi solidaristici e, infine, una nuova politica degli sconti e delle promozioni con un tetto massimo del 5% sugli sconti (15% per i libri scolastici).
Il Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL) mantiene e rafforza i propri ambiti di gestione e indirizzo con una dotazione finanziaria annua di 4,3 milioni di euro.
La legge “vale” complessivamente  10,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e 9,25 dal 2022.

La principale reazione negativa alla nuova legge viene dal presidente dell’AIE (Associazione Italiana Editori) Riccardo Franco Levi, nonché promotore della “legge Levi” che fino ad oggi aveva regolato la controversa politica degli sconti. «Imponendo la riduzione degli sconti sui prezzi di vendita – ha sottolineato il presidente dell’AIE -, questa legge peserà sulle tasche delle famiglie e dei consumatori per 75 milioni di euro, mettendo a rischio 2mila posti di lavoro».

Via dei Serpenti ha raccolto i commenti di alcuni editori e librai indipendenti.

Sandro Ferri (editore di e/o), Marco Guerra (libraio di Pagina 348), Alberto Ibba (editore di NN), Barbara Facchini e Alessandro Fratini (librai di Risvolti), Stefano Friani (editore di Racconti edizioni), Giorgia Sallusti (libraia di Bookish), Federico Cenci (editore di Cliquot). Isabella Ferretti (editrice di 66thand2nd).

MARCO GUERRA, libreria Pagina 348, Roma

La nuova “legge per il libro” va a nostro avviso nella giusta direzione. Tre gli aspetti che ci convincono di più.

Il primo è l’intervento sul prezzo di vendita e sulle campagne di sconto (di cui parleremo in libreria con Sandro Ferri, editore e/o sabato 21 marzo) che da un lato pone un freno alla deregulation che stava distruggendo la bibliodiversità (non è un termine che amiamo ma non ne abbiamo trovati di migliori) e dall’altro permetterà agli editori di mettere prezzi più bassi ai libri, poiché non ci saranno più prezzi alti in presenza di sconti ormai fissi e lunghissime campagne di sconto.

Il secondo è la conferma del tax-credit – anche se i soldi impegnati non saranno sufficienti per tutti – che permetterà di aiutare le librerie concretamente e non solo a parole, come accade troppo spesso.

Il terzo è la card cultura riservata alle famiglie disagiate, che potrebbe far arrivare libri dove altrimenti non arriverebbero.

Aspettiamo di saperne di più sull’albo delle librerie di qualità, stiamo alla finestra per quanto riguarda l’istituzione della Capitale italiana del libro e ci fanno piacere i Patti locali per la lettura e ancor di più il milione di euro – anche se non basterà – per formare il personale scolastico.

La perplessità riguarda il fatto che sempre maggior peso viene dato al CEPELL (Centro per il libro e la lettura), un istituto che ha già dato prova di essere l’ennesima costosa struttura burocratica pubblica, utile più a sistemare personale che a favorire lo sviluppo e la crescita dell’attività di cui si occupa.

365 Storie, una storia al giorno

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Rossella Gaudenzi

Libreria 365 Storie
Via San Biagio 53 – Matera
0835 339057 – 365storie@gmail.com
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Ho conosciuto Iolanda Nardandrea più di dieci anni fa a Roma, una cara amica di amici cari. Non sono state molte le occasioni in cui abbiamo condiviso del tempo e fatto due chiacchiere ma ho sempre pensato a lei come a una persona di grande sensibilità e delicatezza. Sapere che, insieme al marito e alle sorelle ha deciso, qualche anno fa, di tornare a casa, ossia lasciare Roma per la sua Basilicata, mi è sembrata una scelta coraggiosa e allo stesso tempo invidiabile. Scoprire poi che ha aperto a Matera 365 Storie, una libreria indipendente per bambini e ragazzi, è stata una meravigliosa sorpresa.

La libreria per bambini e ragazzi 365 Storie è una realtà nuova (sbirciando on-line troviamo un sito in costruzione), una libreria per bambini e ragazzi che nasce poco più di un anno fa nella città di Matera. Quando, come e perché avete deciso di intraprendere questa coraggiosa avventura?
La libreria 365 Storie è il progetto di due persone, Anna Felicia e Iolanda. Donne e sorelle.
Un’idea maturata nel tempo necessario a incrociare due “esistenze” e un progetto di ritorno a Sud, in Basilicata, dove siamo nate. Pur essendo lucane, abbiamo vissuto nella amata-odiata Roma per oltre vent’anni. In un’altra vita.
La libreria 365 Storie, aperta a Matera il 17 dicembre 2016, è la nostra piccola “rivoluzione”, in direzione ostinata e contraria. Una rischiosissima impresa in cui ci siamo avventurate per realizzare un’idea che, a distanza di poco più di un anno, ci pare ancora un’idea felice. Un libro è un bel luogo dove incontrarsi, una libreria per bambini e ragazzi è il posto giusto per provare a immaginare mondi oltre i confini della pagina, per costruire nuovi percorsi di crescita nella lettura e con la lettura. Ci stiamo provando. Appassionatamente. Con l’impegno e il desiderio di condividere le cose belle per Ognidove e con ogni bambino, a Matera e in provincia.

Cosa significa, ai giorni nostri, aprire una libreria per bambini e ragazzi nel centro storico di Matera e mantenerla in vita? Quante librerie indipendenti e librerie per ragazzi ci sono attualmente nella vostra città?
365 Storie è nel Rione San Biagio del Sasso Barisano, un quartiere storico della città abitato da residenti, i nostri “buoni vicini”, e attraversato da “turisti”, le tante belle persone di passaggio che sono entrate in libreria, vi hanno sostato a lungo, sono andate via con un libro da regalare, parole incoraggianti, sorrisi rassicuranti. Un quartiere dove ci siamo sentite a casa e nello stesso tempo nel mondo.
Come rendere la libreria uno spazio culturale sempre più accessibile e un’impresa commerciale sostenibile? Sono le domande con cui abbiamo inaugurato il nostro secondo anno di vita. 365 Storie è la prima e attualmente unica libreria indipendente per bambini e ragazzi a Matera e in provincia. Dare alla nostra pioniera “impresa” una identità riconoscibile è stato il primo passo. Intercettare il bisogno di quanti considerano necessaria, nel tessuto sociale e culturale di una comunità, l’esistenza e la sopravvivenza di una libreria indipendente è stato il successivo.
Matera non è la nostra città e la Basilicata, avendo vissuto altrove, è stata a lungo solo una terra in cui ritornare e da cui ripartire. Le nostre radici sono più profonde che estese. Aprire una libreria qui ha significato per noi riscoprire un intero territorio, ricostruire una rete di relazioni umane e professionali. E la prima relazione da creare e di cui avere cura è, naturalmente, quella con i bambini, che sanno comprendere, prima e più degli adulti, il valore di una libreria come la nostra. La gioia di leggere un libro, ascoltare una storia si diffonde per contagio. E loro ce lo ricordano.
Mantenere in vita questa nostra creatura richiede di indossare contemporaneamente i panni del libraio competente e quelli del piccolo imprenditore capace di scegliere senza derogare alla qualità dei titoli che si possono trovare in una libreria di proposta. Saperli proporre però non basta, non senza un reciproco riconoscimento, non senza il sostegno di chi oggi sceglie – scelta etica e politica – di acquistare un libro, tanti libri, in una libreria indipendente.

Da quale formazione provengono le libraie di 365 Storie? Esiste una divisione dei ruoli?
Abbiamo una formazione umanistica, una passione per le belle storie, per bambini e per tutti, un’attenzione verso l’infanzia, e l’infanzia negata, che appartiene al nostro vissuto professionale e umano. E soprattutto una naturale attitudine alla condivisione, all’incontro, allo scambio.
Le librerie sono luoghi in cui si coltivano relazioni, spesso all’insegna della gentilezza, della fiducia, del rispetto dell’altro. Abbiamo sotto gli occhi tanta bellezza e tra le mani un mestiere che stiamo imparando a conoscere, proprio come i libri che non abbiamo ancora letto o studiato. Un percorso di crescita e di formazione continua per affrontare un lavoro nuovo, tanto faticoso quanto fantasmagorico.
Nella gestione della libreria non abbiamo ancora una netta divisione dei ruoli. Per il momento, ognuno fa al meglio ciò che, per attitudine e formazione, sa fare meglio o è necessario fare.

Chi sono e cosa cercano i frequentatori e clienti della vostra libreria?
La libreria è frequentata da adulti alla ricerca di un libro da regalare a un bambino oppure adulti che in compagnia dei propri bambini scelgono insieme un libro da portare a casa. Clienti già affezionati e persone del posto che scoprono la nostra realtà di giorno in giorno. Ma anche appassionati e curiosi di ogni età e da ognidove.
Con l’arrivo della primavera la libreria si apre a intere scolaresche di bambini delle scuole di Matera e della provincia. Tra i nostri piccoli e giovani lettori-ascoltatori, da 0 a 16 anni, gli adolescenti e i cosiddetti “giovani adulti” sono i più difficili da attrarre e coinvolgere. La prima volta in libreria di un quindicenne la ricordiamo ancora con stupore e commozione.
L’incontro con educatrici, insegnanti, responsabili delle sempre troppo poche (o sempre meno attive) biblioteche ci dà l’opportunità di trasferire e scambiare conoscenze e competenze. Finora, e fortunatamente, sono rari i lettori che, comprendendo il valore aggiunto di una libreria a portata di mano e di libraie prodighe di consigli, se ne avvalgono solo per futuri acquisti online. Molto più spesso un nostro consiglio di lettura è l’occasione di guardare, sfogliare e scoprire un libro insieme a un bambino. Aver allestito lo spazio a misura e altezza di piccolo lettore per noi significa anche ricordare agli adulti la speciale relazione che una scoperta condivisa consente di stabilire, ai bambini la necessità di aver cura dell’oggetto libro – complice la responsabilità e la collaborazione dei più grandi.

365 Storie presenta una selezione di libri di settore di grande qualità, dai quali si evincono conoscenza, passione, aggiornamento costante. Come avviene la selezione dei titoli scelti e quali sono i progetti editoriali, le case editrici maggiormente in sintonia con lo “spirito 365 Storie”?
La curiosità è il primo motore, quello che ci muove alla scoperta di titoli da proporre in libreria. I libri ci piace sceglierli anche se molti libri si lasciano facilmente scegliere. La ricerca in cataloghi, blog, riviste specializzate e la partecipazione a convegni, corsi e fiere aprono scenari nuovi da esplorare per arricchire la conoscenza di un mondo di altissima qualità e di grande bellezza, dinamico e prolifico. Con un crescente interesse verso i nuovi o meno conosciuti progetti editoriali. Difficile scegliere quali fra i tanti che amiamo siano più in sintonia con il nostro spirito. Apprezziamo i libri che sanno restituire lo sguardo del bambino, rispondere alle sue domande e porne di nuove, sempre sorprendenti, stupite, mai banali.


Come per molte librerie di settore, si può affermare anche per 365 Storie che l’aspetto ludico-laboratoriale rappresenti, sempre più, un fondamentale e indispensabile valore aggiunto?
Non trascuriamo l’importanza dell’aspetto ludico-laboratoriale ma non lo consideriamo un valore da aggiungere necessariamente all’atto della lettura in sé. Preferiamo i laboratori che nascono dal libro e ritornano al libro attraverso le infinite possibilità di sperimentazione e di gioco racchiuse fra le sue pagine. La promozione della lettura è il nostro obiettivo. Crediamo fermamente che si possa raggiungerlo attraverso la lettura condivisa, o meglio, “donata” reciprocamente. Tra adulti e bambini, tra bambini e bambini, tra giovani e anziani, tra italiani e stranieri. È l’unico strumento che può riportarci all’ascolto di sé e degli altri. Non a caso 365 Storie è anche il titolo di uno dei nostri primi libri ascoltati e letti, una storia al giorno illustrata da Richard Scarry in una tanto sfogliata e amata edizione del 1976.
Concretamente, proponiamo di leggere insieme durante le visite delle scuole in libreria, in nostri progetti di lettura in classe, all’aperto con partecipanti “volontari” di tutte le età, attraverso un programma di letture, ogni mercoledì, in libreria.

Di che cosa hanno bisogno i librai in Italia (iniziative di promozione, legislazione ad hoc, sostegni finanziari, associazionismo di categoria)?
Certamente di politiche culturali che restituiscano senso al libro e misure di sostegno economico per la nascita e la sostenibilità d’impresa – il credito d’imposta su Imu, Tasi, Tari e sulle spese di affitto introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 è un primo intervento a favore delle librerie indipendenti con cui fare conti e riflessioni. Una legislazione attenta e un Paese che investe nella cultura anche attraverso efficaci programmi di promozione della lettura potrebbero contribuire alla sopravvivenza delle librerie in Italia. L’associazionismo di categoria è uno strumento da considerare positivamente se riuscisse a operare per tutelare interessi, cogliere opportunità, determinare le politiche culturali, favorire la circolazione delle informazioni.
Altrettanto vitale è la necessità che il libro e la lettura siano avvertiti come pratiche culturali non marginali per una comunità, nel riconoscimento della funzione che le librerie svolgono nei centri storici e nelle periferie dei nostri territori.

A vostro avviso com’è e come dovrebbe essere il rapporto tra librai e editori?
Bisognerebbe lavorare insieme e fare fronte comune per rendere davvero sostenibile l’intera filiera del libro, per il riconoscimento del suo valore culturale ed economico. Come libraie abbiamo la fortuna di creare ogni giorno relazioni professionali e umane con editori che comprendono e riconoscono il nostro ruolo.

Perché, a vostro parere, si legge così poco in Italia? La vostra esperienza di librai conferma i dati allarmanti sullo stato della lettura nel nostro Paese?
Perché si legge così poco? Vivendo in un Paese impoverito e in una regione fra le più povere, certamente si legge meno perché i libri non si possono comprare anche quando si vorrebbe. E però, riportando un solo esempio, se fossero previsti maggiori fondi per il patrimonio di biblioteche comunali e scolastiche, si creerebbero alcune condizioni materiali di accesso al mondo del libro per gli adulti e per i bambini. La sopravvivenza di una libreria è legata a quella dei lettori, specie poco protetta e sempre minacciata dal rischio di una sciagurata estinzione. Se questo è vero, è altrettanto vero che l’esistenza stessa di una libreria può contribuire a ritardarne la scomparsa.

Quali libri vi attendono sul comodino?
Un fumetto, sempre e da sempre.

Il semaforo è blu tra i libri di Ponte Ponente

SCARABOCCHI – La rubrica dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi 

di Rossella Gaudenzi

Ponte Ponente
Via Mondovì, 19 – 00183 Roma (Appio)
06 45426682

www.libreriaponteponente.it

Intervista a Giulia Caputi, libraia di Ponte Ponente, specializzata nella letteratura per l’infanzia.

La libreria Ponte Ponente, specializzata in letteratura per l’infanzia, si trova nel quartiere Appio, a Roma, dal 2008. Un anno fa c’è stato un cambio di guardia e oggi a gestire la libreria è la cooperativa sociale Il Semaforo Blu, di cui fai parte. Ci racconti come è andata?
Sì, certo. Essendo una cooperativa che si occupa da molto tempo di educazione al libro e alla lettura conoscevamo bene le ex libraie di Ponte Ponente, Anna Rita Marchetti  e Chiara Mattone, con le quali avevamo collaborato in passato per cicli di lettura, manifestazioni (mi viene in mente la Tribù dei lettori e La Città in tasca), feste letterarie. Sono state direttamente loro a segnalarci la volontà di vendere. Inizialmente eravamo titubanti, l’occasione era buona, ma naturalmente si trattava di una nuova attività che dovevamo progettare, considerare, e sulla quale dovevamo investire economicamente. Chi ci conosce sa, però, che siamo fedeli al nostro semaforo blu che indica il cielo, che ci piace guardare oltre, crescere, e questo era il momento per farlo. Così ci siamo armate di coraggio e abbiamo provato a spiccare il volo!

Chi sono le libraie di Ponte Ponente e da quale formazione provengono? Esiste una divisione dei ruoli?
Le libraie di Ponte Ponente sono le quattro socie della Cooperativa Il Semaforo Blu: Chiara, Francesca, Giulia e Mariella (in rigoroso ordine alfabetico. Chiara è l’arredatrice, che cura il verde e le piante, costruisce tavoli o lampadari con il pallet, è quella che vive meno la libreria perché è impegnata nella gestione amministrativa della cooperativa e a fare quadrare fatture e conti. Francesca è la maga del gestionale, cioè il sistema operativo della libreria, si occupa degli ordini dei libri e dei giochi, delle letture del mercoledì e dei laboratori creativi ed è la segreteria della cooperativa, ha sempre le idee per le vetrine e gli allestimenti. Giulia è quella che si potrebbe definire l’addetta stampa, gestisce informazioni e newsletter, locandine e facebook, inventa giochi mattinieri per bambini più piccoli e ha uno sguardo per scuole e territorio. Mariella, in qualità di presidente della Cooperativa, ha tutti gli impegni e gli oneri del suo ruolo, gestisce i pagamenti ai fornitori e cura gli incontri per bambini più grandi, dai 4 anni in su. Naturalmente ci confrontiamo sempre tra noi, ci sosteniamo nei vari ruoli e condividiamo le scelte di ogni settore.

Chi sono i clienti di Ponte Ponente e quale testimonianza offrono sullo stato della lettura per bambini e ragazzi di questo popoloso quartiere romano?
I clienti sono prevalentemente donne e mamme: ci sono le clienti inossidabili, quasi amiche, che sono sempre informate sulle ultime novità, con le quali ci si confronta sui figli e si condividono aspetti più personali; ci sono le clienti sostenitrici, che ci fanno pubblicità, fanno ordini per le classi dei figli, ci mandano amici e parenti; ci sono le clienti che vivono la libreria come un luogo dove portare i figli per svolgere attività interessanti; ci sono  nonne e zie che vengono per i regali di Natale ai nipoti; c’è qualche maestra di asilo nido o materna che quindi sceglie i libri per lavoro. Complessivamente si tratta di una nicchia di lettrici forti o comunque fortemente motivate, che scelgono con convinzione un certo tipo di educazione meno commerciale e più attenta.

Che cosa trovano i lettori che mettono piede nella vostra libreria?
Un semaforo veramente blu, tante sedie, tavoli, panche e cuscini, un grande tappeto e una credenza blu, libri a portata di mano da leggere liberamente, riviste di settore consultabili e saggi per adulti, il meglio della produzione editoriale per ragazzi di piccole e medie case editrici italiane, una accurata selezione di libri in inglese e spagnolo. Abbiamo anche la nostra piccola biblioteca interna, si stratta di libri acquistati negli anni  e che utilizziamo per altre attività, non è previsto il prestito in modo formale, ma talvolta lo facciamo a chi ce lo chiede.

Come avviene la selezione dei libri da mettere sugli scaffali e in vetrina? Quali sono i progetti editoriali, le case editrici maggiormente in sintonia con lo spirito che anima Ponte Ponente?
La selezione avviene grazie a un aggiornamento costante navigando in rete e ricevendo informazioni direttamente dalle case editrici. I progetti editoriali che si sposano meglio con noi sono quelli con cui abbiamo costruito negli anni, ancor prima di avere una libreria, una relazione solida, di scambio e confronto. Abbiamo rapporti consolidati in particolare con case editrici romane. Ad esempio con Sinnos, con cui da diversi anni organizziamo un corso di formazione per lettori-animatori e di cui condividiamo l’aspetto fortemente sociale e militante nella lettura. Con Beisler, che pubblica una narrativa per giovani lettori fuori dagli schemi, scanzonata e a volte irriverente come solo gli autori nordici sanno essere. Siamo in ottima sintonia anche con Bohem press, adoriamo i libri di Minibombo per i più piccoli, e non ci facciamo scappare i più importanti titoli di Orecchio Acerbo, Topipittori, Babalibri, Terre di mezzo e Camelozampa.

Ponte Ponente è una libreria estremamente attiva dal punto di vista dell’organizzazione di laboratori educativi per bambini. Si può affermare che l’aspetto ludico-laboratoriale rappresenti, sempre più, un fondamentale e indispensabile valore aggiunto per le librerie di settore come la vostra?
Si, pensiamo di sì. Non è solo l’idea che facendo entrare persone per l’attività si venda di più, ma è anche perché la libreria possa essere sempre più vissuta come luogo e meno come un negozio. Un luogo dove incontrarsi, fare amicizie, imparare cose nuove, tornare, curiosare. Un luogo aperto al territorio circostante, ad esempio ci troviamo vicino a una scuola e spesso invitiamo le classi in libreria o mettiamo a disposizione dei genitori i nostri spazi per lasciare i loro figli nei giorni delle riunioni. Un luogo di scambio, di confronto con altre realtà, un centro culturale, dove ricostruire uno spirito di comunità, un tessuto sociale che in una grande città sappiamo bene come sia importante, un luogo dove costruire reti, rapporti reali, non virtuali.

Di che cosa hanno bisogno i librai in Italia (iniziative di promozione, legislazione ad hoc, sostegni finanziari, associazionismo di categoria)?
La domanda è per noi difficilissima, perché siamo appena arrivate nel settore delle librerie, siamo ancora all’inizio. Però mi viene in mente quello di cui non abbiamo bisogno: eventi spot, iniziative che si aprono e si chiudono solo grazie all’impegno dei volontari, sostegni finanziari una tantum. C’è bisogno di un lavoro “politico” sulla lettura in Italia, inteso come investimento economico e formativo, c’è bisogno di un lavoro integrato tra scuola, famiglia, librerie, biblioteche. Bisogna fare rete, è molto faticoso ma è l’unica possibilità di crescita. Adesso sembra esserci qualche spiraglio per le librerie, vedremo.

È appena iniziata la 16ma edizione di PiùLibriPiùLiberi, la celebre fiera romana della piccola e media editoria. Considerate utili fiere come questa? I librai come categoria in realtà entrano casualmente e sporadicamente in contesti di questo genere. Che cosa ne pensate?
Sicuramente sì, sono occasioni per incontrare gli editori, gli autori, partecipare a conferenze o presentazioni di libri nell’arco di cinque giorni, continuare a formarsi, a volte avere incontri con altri librai. Credo siano utili a chi è già un lettore forte, non credo allarghino l’interesse degli astemi di lettura.

Quali libri consiglierete da mettere sotto l’albero?
I libri sono davvero tantissimi, le nuove uscite sono continue, io consiglierei di scegliere senza fretta, osservando il gusto personale e le passioni dei bambini. I nostri best seller dell’anno li trovate sulla pagina Facebook dove stiamo facendo un gioco “Ogni libro alla sua libraia”.

Che cosa c’è da leggere sul vostro comodino?
Sul mio c’è Primo venne il Verme di Nicola Cinquetti e Meraviglie Mute di Marcella Terrusi, ma a volte anche Topolino. Le altre libraie stanno leggendo: Quando eravamo in tre di Aidan Chambers, Gli ottimisti muoiono prima di Susin Nielsen, Leggende e fiabe della Sardegna di Grazia Deledda, Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra di Roald Dahl.