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Il silenzio inconcepibile delle parole – L’esordio letterario di Leonardo G. Luccone

di Emanuela D’Alessio

Le parole possono nutrirsi della vita, dei sentimenti cattivi e di quelli buoni, come spiegava Natalia Ginzburg del suo mestiere, ma può accadere che sia la vita stessa a nutrirsi delle parole o, per dirla col titolo dell’esordio letterario di Leonardo G. Luccone, può accadere che sia “la casa a mangiare le parole”, lasciando intendere che questo nutrimento sia indigesto, al punto da rivelarsi fatale.

Per rappresentare «il silenzio inconcepibile» delle parole Luccone ha messo in campo tutti gli strumenti di cui dispone, grazie anche alla lunga esperienza come editor e traduttore (solo per citare alcune delle sue molteplici abilità in campo editoriale). Ha costruito una metanarrazione senza regole temporali e narrative, consentendo alla realtà di irrompere continuamente nella fiction, e utilizzando al meglio il potente sostegno che la letteratura mette a disposizione di chi avverte un’urgenza, di chi dalla scrittura ricava un salvifico effetto.

La casa mangia le parole (Ponte alle Grazie, 2019) è una sofisticata e ambiziosa finzione letteraria, dalla forte connotazione metaforica, per denunciare una malattia fin troppo reale del mondo contemporaneo, che riguarda tutti e alla quale, sembra suggerire l’autore, non dovremmo più sottrarci.
Una malattia, in questi tempi “social”, che ha ferito a morte la comunicazione, ossessionati come siamo dal compulsare i nostri i-phone per non ascoltare il silenzio dell’attesa, il tempo che scorre, le parole da pronunciare. Una malattia che sta distruggendo il Pianeta, dopo aver soffocato le voci di chi ha provato a ribellarsi.
Luccone fa della metafora la sua cifra per indagare le conseguenze devastanti, forse irreversibili, del silenzio delle parole e delle coscienze.

La “casa” famelica è quella dei coniugi De Stefano (vittime e carnefici di sé stessi, immeritevoli anche di essere chiamati per nome), una coppia che non trova più le parole, non quelle necessarie ad alimentare l’amore, ma nemmeno quelle per decretarne la fine. La casa/matrimonio va in pezzi, sprofonda in un silenzio doloroso e rancoroso, resta imprigionata nella retorica delle apparenze, immobilizzata dal terrore della verità.
La dislessia che affligge Emanuele, l’unico figlio dei De Stefano, è la lente di ingrandimento con cui l’autore mette a fuoco il male del mondo, il non sapere leggere quello che sta succedendo agli uomini. Emanuele però non permette alle parole di fuggire, perché «vuole che tutti si ricordino di lui per quello che è riuscito a fare».
La società romana di ingegneria ambientale dove lavora De Stefano è il nucleo incandescente del disastro in atto. La Bioambiente è una comunità di uomini e donne (quattordici in tutto) con la missione ardita di «gettare le basi per un mondo migliore». Ma l’ardore si spegne in fretta, nessuno riesce a puntellare lo smottamento delle proprie motivazioni, non De Stefano e nemmeno il suo collega e amico Moses Sabatini, l’italoamericano ecologista militante, «una specie di Ulisse con il temperamento di Don Chisciotte e la fregola di Pier delle Vigne». Luccone ci avverte che Moses esiste veramente, ha scritto e pubblicato un libro che diventa parte integrante della narrazione.
Ingegnoso espediente narrativo per dare voce ai demoni “gretisti” dell’autore, o emblematico esempio di come la realtà possa insinuarsi nella finzione? Il dubbio, però, è destinato a restare irrisolto.

La storia di Luccone, perturbante e disordinata, è un affollato baule da cui escono alla rinfusa ricordi più o meno dolorosi, fatti di cronaca antica e recente, rari momenti di felicità ma, ci viene ricordato, «la felicità non ha mai energia propria, è un riflesso, una sottrazione di infelicità che si comprende solo dopo la stagione del dolore».

Leonardo G. Luccone

Nel corso della lettura si può seguire una trama o l’altra delle tante offerte, indagare il significato delle metafore, o semplicemente abbandonarsi al flusso delle parole. Il risultato però è sempre lo stesso: si resta saturi di dolore, turbati e incerti, e desiderosi di immaginare, con le parole di Julian Barnes, che «comunque il dolore è passato. Come ho detto, ho una certa abitudine all’autoconservazione».

La casa mangia le parole
Leonardo G. Luccone
Ponte alle Grazie, 2019
pp. 544

Leonardo G. Luccone vive e lavora a Roma. Ha tradotto e curato volumi di scrittori angloamericani come John Cheever e F. Scott Fitzgerald. Ha diretto la narrativa delle edizioni Nutrimenti e la casa editrice 66thand2nd. Nel 2005 ha fondato lo studio editoriale e agenzia letteraria Oblique. Il suo ultimo volume è Questione di virgole – Punteggiare rapido e accorto (Laterza, 2018), vincitore del premio Giancarlo Dosi per la divulgazione scientifica.

Otto anni di editoria indipendente – Leonardo G. Luccone

«Ho iniziato a lavorare in editoria nel 1998 perché un’amica di un amico aveva sentito dire che mi piaceva leggere. Le serviva un volontario – o un gonzo – che correggesse le bozze di un testo periferico e noiosissimo».

 «Per fortuna i libri buoni restituiscono ogni cosa, con gli interessi».

In attesa del secondo appuntamento con Otto anni di editoria indipendente. Le interviste di Via dei Serpenti, il nostro “quaderno” con le migliori interviste a editori e autori realizzate dal 2011 a oggi, proponiamo uno stralcio di Laboratori di periferia, l’introduzione di Leonardo G. Luccone, Oblique Studio.

«Non ho avuto maestri, e un po’ mi dispiace. Non ho avuto maestri perché noi romani non ne avevamo. Se escludiamo Astrolabio, e/o, Theoria e pochi altri l’editoria romana che vediamo oggi è nata tutta insieme nel fulgore spaesato degli anni Novanta. Eravamo una banda di giovanotti che colavano entusiasmo. Pochi mezzi, poca pianificazione, ma tanta voglia di buttarsi nel fitto dell’inesplorato. Dal 2007 o giù di lì la quantità di editori romani attivi equipara – solo in numero! – quelli milanesi. Il fatto è che non abbiamo imparato a capitalizzare, a stilare un conto economico come si deve, a miscelare follia, creatività e impostazione, e questo continua a essere il nostro difetto più grave. La spinta degli anni Novanta è andata via via scemando».

«C’era coraggio, talento. Dov’è finito quello spirito? Credo che le nuove, promettenti case editrici siano nate industrializzate nel modo sbagliato: vedo il pericolo e il trauma di una ricerca in pantofole, con la sensazione che si stia tutti a inseguire la parte più corrosa della grande editoria. Scimmiottiamo. Gli editori romani non si parlano, non fanno blocco, non aprono fronti di crescita comuni. Non abbiamo imparato dalla storia di questa città dispersiva e sprecona».

«Esattamente otto anni fa nasceva Via dei Serpenti, un osservatorio che sotto la guida di Emanuela D’Alessio si è dato il compito di studiare il flusso energetico di questa baraonda di editori. Via dei Serpenti indaga senza voltarsi davanti alle contraddizioni, alle varianti sbiadite di un passato dietro l’angolo. Il loro lavoro è lì, on line, dovete andarlo a vedere. Sono stati tra i primi a cogliere certe derive o a battezzare scrittori incisivi come Malaj, Bartolomei, Funetta. Via dei Serpenti è la fotografia di una disillusione. Via dei Serpenti è lì a ricordarci che l’editoria è una magia insana che si prende tutto, ma proprio tutto».

Leonardo G. Luccone, nella poliedrica veste di editor, agente letterario, scrittore, traduttore, editore, sarà tra i protagonisti, con Luciano Funetta e Vanni Santoni, dell’incontro “Quando l’editore incontra l’autore: TUNUÉ, organizzato da Via dei Serpenti.

Mercoledì 9 ottobre, libreria Tomo, Roma
Ingresso gratuito!

 

Otto anni di editoria indipendente. Le interviste di Via dei Serpenti
A cura di Emanuela D’Alessio, Rossella Gaudenzi e Sabina Terziani
Edito da Via dei Serpenti, settembre 2019
Introduzione di Leonardo G. Luccone
Progetto grafico di Cristina Barone

Il libro è disponibile alla libreria Tomo, a offerta libera.
Per sfogliarlo si veda qui

 

Un libro si pubblica. La parola all’artigiano dell’editoria. Leonardo Luccone (2)

locandina_11dic_webCOSA SI FA CON UN LIBRO? prima edizione Roma
di
Lorena Bruno

Successo di pubblico al secondo incontro di Cosa si fa con un libro? con Leonardo Luccone di Oblique.

«Dietro il libro c’è un lavoro che non muta da cinquecento anni, è un vero e proprio manufatto e richiede molto impegno, in ogni caso». è partito da qui Luccone per spiegare l’attività di Oblique, studio fondato diversi anni fa con Elvira Grassi e Giuliano Boraso, per raccontare il dietro le quinte dei libri, tutto quello che accade dalla mente dell’autore alla vetrina del libraio. Dopo aver ascoltato un brano del Notiziario Einaudi, un periodico d’informazione che Italo Calvino curò per anni per far conoscere le attività della casa editrice, si è entrati nel vivo dell’attività, un lavoro che viene fatto a mano, e per questo lo si può ancora definire una forma di artigianato.

«Noi costruiamo il libro», dice Luccone. In una prima fase si riceve un file via mail. Con l’avvento della posta elettronica è tutto molto più semplice per chi si vuole proporre a una casa editrice o a un’agenzia letteraria. Aumenta però a dismisura il materiale ricevuto al punto che diventa quasi impossibile leggerlo e valutarlo tutto, sia perché ci sono sempre meno persone dentro una casa editrice, sia perché la qualità dei libri proposti il più delle volte è molto scarsa. Una volta scelto il testo sui cui lavorare si mettono in campo altre competenze, prima fra tutte  quella dell’editor che interviene sui contenuti e la struttura narrativa, ma anche sugli aspetti grammaticali, sintattici, ortografici.

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«L’editor prende in carico il libro e lo rende consono alla pubblicazione – spiega Luccone – è molto raro che un testo venga pubblicato esattamente com’è. L’editor si confronta con l’autore, cercando di fare il suo bene, ma anche quello del libro». Italo Calvino, oltre a essere uno scrittore era un redattore di Einaudi, e di lui si sono apprezzate moltissimo tali capacità: quando interveniva su un libro che non era il suo, non interveniva pesantemente sul testo ma si limitava a dare suggerimenti. È così che un editor dovrebbe svolgere il proprio lavoro.

Un’altra attività di Oblique molto significativa è quella di scouting, di scoprire nuovi talenti letterari. Per questo ci vuole intuito e forse anche un po’ di fortuna, oltre a qualche idea. Proprio per creare maggiori opportunità di scoperta Luccone e soci si sono inventati un concorso letterario particolare, 8×8, dove i concorrenti sono invitati a scrivere un racconto di 8000 battute. Se superano la prima selezione dovranno leggere ad alta voce davanti al pubblico e alla giuria. Da questo concorso sono usciti molti autori che poi Oblique ha seguito come agenzia letteraria. Valga per tutti l’esempio di Paolo Piccirillo, che ha esordito con Zoo col semaforo per Nutrimenti, diventando un piccolo caso editoriale (circa 2500 copie vendute, che per una piccola casa editrice e un autore sconosciuto sono numeri straordinari), ed è arrivato al Premio Strega 2014 come finalista con La terra del sacerdote, per Neri Pozza. In questo secondo caso i numeri sono stati diversi.

luccone_meMa di cosa ha bisogno un libro per essere valido? Per Luccone un buon libro è quello che tra vent’anni, o anche subito, sarà riconosciuto come un capolavoro. In passato le case editrici puntavano molto a progettare libri di qualità, che resistessero al tempo, oggi invece si preoccupano di vendere quelli che salvano il bilancio. La crisi ha causato un aumento di libri pubblicati nella speranza di riuscire a vendere di più, una scelta che ha penalizzato la qualità.

La serata si conclude con uno sguardo alla rivista Watt, il progetto editoriale che Oblique ha curato con Ifix di Maurizio Ceccato (che sarà protagonista del terzo appuntamento in programma il 15 gennaio 2015), una rivista-libro dove autori e illustratori hanno lavorato in stretta collaborazione.

«La cosa bella di questo lavoro è la sensazione di non stare lavorando», chiude Luccone e non possiamo che augurargli di  sentirsi così ancora a lungo.

Un libro si pubblica. La parola all’artigiano dell’editoria. Leonardo Luccone (1)

 

locandina_11dic_webCOSA SI FA CON UN LIBRO? prima edizione Roma

Cosa si fa con un libro? Un libro si pubblica. La parola all’artigiano dell’editoria.
Giovedì 11 dicembre alle 21 – Leonardo Luccone di Oblique Studio

Leonardo Luccone di Oblique sarà il prossimo ospite di Cosa si fa con un libro?  In attesa di conoscerlo, ecco qualche anticipazione

 «Il primo consiglio che do a un mio corsista è di non partire pensando che sarà “impossibile”. Mentre il secondo e il terzo sono: “Ora devi dimostrarci che vuoi davvero fare questo mestiere”.

«La prima e più radicata falsa convinzione che tentiamo di sradicare è quella che non basta una generica passione (“l’amore per i libri”) e una presunta competenza linguistica (“mi sono laureata in lettere con il massimo dei voti”) per fare questo mestiere. Serve un amore viscerale, un’abnegazione, una passione più forte che in altre professioni. Un vero e proprio attaccamento alla causa che non ripaga quasi mai in termini monetari – i compensi se parametrati al numero di ore lavorate o all’anzianità sono, credo, tra i più bassi – ma, questo sì, dà una soddisfazione impagabile, l’idea di aver contribuito a qualcosa che rimane nel tempo».

Oblique Studio è uno studio editoriale e un’agenzia letteraria che collabora con molte case editrici italiane. Oblique Studio ha ideato e diretto le collane “Greenwich” e “Gog” per l’editore Nutrimenti. Oblique Studio, insieme a Ifix, da editore, ha dato vita a «Watt», una rivista-libro che riflette sul binomio narrazione-illustrazione. Oblique Studio organizza ormai da anni iniziative pubbliche per la diffusione della cultura editoriale (il concorso letterario 8×8, l’editoria nelle scuole e gli incontri di sensibilizzazione all’editoria). Oblique Studio è Leonardo Luccone, Elvira Grassi, Giuliano Boraso.

Per Leonardo Luccone l’editoria non si sogna e non si teme, ma semplicemente si fa. Il suo laboratorio artigianale ogni anno forma e avvia a un percorso professionale decine di allievi: molti di loro, oggi, sono redattori, editor, correttori di bozze, addetti all’ufficio stampa, traduttori, grafici e impaginatori.

Via dei Serpenti è nato dall’iniziativa di alcuni corsisti di Oblique. Ne abbiamo conosciuti altri, ad esempio: Filippo Nicosia, ideatore di Pianissimo – Libri sulla strada e oggi libraio di  Colapesce a Messina. Mauro Maraschi, editor di Hacca e di Caravan edizioni. Matteo Alfonsi, editor di Indiana (casa editrice milanese). Mara Bevilacqua, editrice di Armillaria, traduttrice e agente letteraria (MaBel Agency). Massimiliano Borelli, editor free lance e redattore de L’Orma editore. Massimiliano sarà l’ospite di Cosa fa con un libro? La parola all’editor il 6 marzo 2015.

 

Cosa si fa con un libro? La parola ai protagonisti

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COSA SI FA CON UN LIBRO? prima edizione Roma

Via dei Serpenti organizza il ciclo di incontri  COSA SI FA CON UN LIBRO? La parola ai protagonisti: dallo scrittore al lettore.

Dal 7 novembre 2014 al 7 maggio 2015, presso la sede di Altrevie, a Garbatella (Roma).

Dopo tre anni di attività sul web, nei quali abbiamo parlato e fatto parlare di libri scrivendo recensioni, intervistando autori, editori, illustratori, librai, abbiamo deciso di uscire dall’invisibilità della rete e di provare a parlare di libri dal vivo.

Ci serviva una sede: ed ecco che l’associazione culturale Altrevie, da oltre quindici anni attiva sul territorio romano, ci ha offerto la sua, nel cuore di Garbatella.
Ci serviva un’idea, e quella di organizzare un ciclo di incontri con i protagonisti della filiera libro, è diventata Cosa si fa con un libro? La parola ai protagonisti: dallo scrittore al lettore.

Un libro si scrive, si traduce, si progetta, si corregge e si trasforma, si vende, e alla fine si legge.
Per ogni fase del processo abbiamo scelto un protagonista che spiegherà a un pubblico non specializzato in che cosa consiste il suo lavoro.

Qual è lo scopo di questi incontri? Far conoscere il prodotto libro, senza alcuna intenzione didattica o promozionale, senza alcuna velleità di fornire una nuova ricetta contro la crisi dell’editoria e della lettura, contro la chiusura delle librerie e l’assenza di politiche nazionali a tutela della cultura in generale.

Il programma prevede sette incontri, dal 7 novembre 2014 al 7 maggio 2015, con altrettanti interlocutori che racconteranno le loro esperienze, risponderanno alle domande del pubblico, stimoleranno qualche riflessione e soddisferanno qualche curiosità.

Il programma

Marco Guerra e Fabio Bartolomei

Marco Guerra e Fabio Bartolomei

Venerdì 7 novembre – Un libro si vende – La parola al libraioMarco Guerra
Marco Guerra è il libraio di Pagina 348, libreria indipendente a gestione famigliare attiva dal 1992 nel quartiere Eur-Ferratella, a sud di Roma. Pagina 348 è tra le librerie di INDILIBRAI, la nostra rubrica dedicata alle librerie indipendenti romane e non solo.

Leonardo Luccone

Leonardo Luccone

Giovedì 11 dicembreUn libro si pubblica – La parola all’artigiano dell’editoriaLeonardo Luccone.
Leonardo Luccone si definisce un artigiano dell’editoria. Ha fondato Oblique insieme a Elvira Grassi e Giuliano Boraso e la rivista «Watt • Senza alternativa» con Maurizio Ceccato di Ifix. È traduttore, editor, agente letterario. È stato responsabile delle collane Greenwich e Gog della casa editrice Nutrimenti e direttore editoriale della casa editrice 66thand2nd. Ha rappresentato autori come Paolo Piccirillo, Emanuele Tonon, Raffaele Riba.

Giovedì 15 gennaio 2015Un libro si progetta – La parola alle ideeMaurizio Ceccato
Art director e graphic designer, Maurizio Ceccato ha fondato lo studio di progettazione grafica Ifix. Come editore pubblica e cura il libro/rivista «Watt • Senza alternativa» in collaborazione con Oblique. Nel 2012 con Lina Monaco apre il bookshop Scripta Manent. Collabora come illustratore per «Il Fatto Quotidiano» e, in veste di art director, ha curato case editrici quali Fazi, Hacca, Del Vecchio, Gaffi e Playground. «B comics • Fucilate a strisce» è il nuovo volume curato da Ifix dedicato al fumetto italiano.

WATT

Davide Orecchio

Davide Orecchio

Venerdì 6 febbraio 2015 – Un libro si scrive – La parola all’autore – Davide Orecchio
Nato a Roma nel 1969, ha esordito nel 2012 con Città distrutte. Sei biografie infedeli (Gaffi) con cui ha vinto il premio Mondello e SuperMondello, il premio Volponi. Storico di formazione e giornalista professionista, ho pubblicato racconti, testi, articoli e saggi sul blog letterario «Nazione Indiana» «Nuovi Argomenti», «Watt», «pagina99», «il manifesto», «The American Reader». A febbraio è uscito per Il Saggiatore il suo nuovo romanzo Stati di grazia. Il suo blog.

Massimiliano Borelli

Massimiliano Borelli

Venerdì 6 marzo 2015 – Un libro si pubblica – La parola all’editor – Massimiliano Borelli ANNULLATO
Redattore e editor, in particolare con L’Orma editore e West Egg, Massimiliano Borelli ha un dottorato, una copia del Giovane Holden con il disegno di Ben Shahn in copertina, la prima edizione dell’Oblò di Adriano Spatola, delle biglie. Ha pubblicato un libro sulle Prose dal dissesto degli anni Sessanta e uno su Manganelli. Lo abbiamo ospitato nella nostra rubrica Il comodino dei Serpenti.

Giovedì 9 aprile 2015 – Un libro si pubblica e si traduce – La parola all’editore – Ponte33.
Felicetta Ferraro e Bianca Maria Filippini hanno fondato Ponte33 nel Ponte33_logo2009, una realtà editoriale piccola e coraggiosa, impegnata a diffondere la letteratura persiana contemporanea prodotta in Iran, Afghanistan e Tagikistan in Italia e all’estero, principalmente Stati Uniti e Europa. L’intento è quello di presentare «una produzione culturale autentica, molto diversa dagli stereotipi infarciti di chador e di veli che ormai hanno invaso il mercato editoriale».

 

Paolo Di Paolo

Paolo Di Paolo

Giovedì 7 maggio 2015Un libro si scrive  – Paolo Di Paolo
Nell’incontro finale lo scrittore Paolo Di Paolo, classe 1983, finalista allo Strega 2013 con il suo Mandami tanta vita (Feltrinelli), ha esordito nel 2004 con i racconti Nuovi cieli, nuove carte (Empirìa). Nel 2008 ha pubblicato per Giulio Perrone Raccontami la notte in cui sono nato e nel 2011 Dove eravate tutti per Feltrinelli. Nel 2014 è uscito il suo primo libro per bambini La mucca volante, per Bompiani. 

Tutti gli incontri si terranno in Via Caffaro, 10 (Garbatella) alle 21.

L’ingresso è libero!