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Book Box, la libreria come terapia

di Emanuela D’Alessio

logo_book_boxI libri fanno bene alla salute e non è uno slogan. Il 30 novembre è stata la giornata mondiale della disabilità e tra le tante notizie sull’argomento una ci ha particolarmente incuriositi: è nata a Milano la prima Book Box, libreria comunale itinerante gestita da ragazzi con disturbi autistici.
Il progetto prevede che luoghi pubblici di attesa siano dotati di scaffali di libri e riviste gestiti e aggiornati periodicamente dagli utenti delle associazioni del tavolo per l’autismo di Milano. La rete di queste librerie diffuse sarà coordinata dall’associazione Fabula onlus. In realtà l’iniziativa milanese è una nuova tappa di un progetto avviato a Firenze e proseguito a Piacenza.

Per saperne di più abbiamo parlato con Paola Rossi, educatrice professionale presso l’Unità Psichiatria di Collegamento del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Piacenza. Dal 2011 è impegnata nel Programma autismo 0-30, seguendo i percorsi di ragazzi e giovani adulti dai 16 ai 30 anni.

Leggendo un commento alla notizia, apprendiamo che il progetto è partito in via sperimentale qualche anno fa a Firenze e poi è stato avviato da parte dell’Azienda USL e del Comune a Piacenza. Ci può spiegare meglio quando è nato il progetto e come si è sviluppato?
Book Box è un progetto pilota nato da un’idea di Marilena Zacchini, educatrice professionale che svolge attività di formazione e supervisione nell’ambito dell’intervento psicoeducativo con persone con disturbo dello spettro autistico. Ha contribuito in Italia alla creazione di servizi per persone autistiche e alla formazione di operatori, educatori, volontari e famiglie.
Il progetto è stato avviato a Firenze dall’Associazione Autismo Firenze Onlus in collaborazione con l’ASL 10 di Firenze. Nel 2015 è stato avviato anche a Piacenza, grazie alla collaborazione di una rete di soggetti (Associazione Oltre l’Autismo, Comune e Azienda USL di Piacenza), con l’obiettivo di promuovere un percorso sperimentale di avviamento al lavoro dei ragazzi con disturbo dello spettro autistico (a basso e ad alto funzionamento), offrendo loro la possibilità di accedere al mondo del lavoro, garantendo al tempo stesso un servizio alle famiglie e al territorio.
Le fasi d’avvio a Piacenza hanno riguardato: la selezione e la formazione di un gruppo di dodici ragazzi autistici per acquisire competenze relative a catalogazione, archiviazione, distribuzione e aggiornamento periodico dei volumi; la raccolta dei libri con il coinvolgimento delle case editrici, delle librerie e di tutta la cittadinanza; la promozione del servizio a specifici target; l’avvio del servizio nelle sale d’attesa di abbonati che hanno aderito all’iniziativa.
Il servizio consiste nella creazione di una piccola libreria con ricambio periodico dei libri, assicurando una buona scelta a chi ritorna più volte nello stesso luogo.

Come funzionano i Book Box e quanti ce ne sono attualmente in funzione?
A Piacenza attualmente ci sono circa quindici postazioni Book Box
. I ragazzi autistici che hanno frequentato un corso di formazione, catalogano ed etichettano i libri donati dalla cittadinanza e dalle case editrici. Una volta posizionati i Book Box presso le sale d’attesa dei luoghi che hanno aderito al progetto con un abbonamento annuale, i ragazzi coinvolti garantiscono il ricambio periodico dei libri. Attualmente il ricambio avviene ogni quindici giorni. Alcune squadre si spostano in pulmino, con l’affiancamento di educatori, altre si muovono in modo autonomo con i mezzi pubblici.

book boxChi sono i soggetti coinvolti?
Oltre ai ragazzi autistici, ci sono l’Associazione Oltre l’autismo, il Dipartimento di Salute Mentale, il Servizio Promozione Sociale del Comune di Piacenza, enti di formazione, case editrici, librerie, comunità, cittadini abbonati, scuole, aziende.

Ci può spiegare quale tipo di disturbi hanno i ragazzi coinvolti nel progetto, quanti sono e quanti anni hanno?
Il progetto nasce dall’esigenza di individuare opportunità professionali per giovani con Disturbo dello Spettro Autistico, a medio-basso e ad alto funzionamento, in età compresa tra i 18 e i 30 anni, di Piacenza. I disturbi dello spettro autistico variano da forme molto gravi a lievi, ma con caratteristiche comuni: il disturbo è biologicamente determinato, consiste in un disordine dello sviluppo e si manifesta nei primi anni di vita. Presenta una compromissione qualitativa dell’interazione sociale e della comunicazione e una modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati a cui spesso si associano difficoltà cognitive, comportamentali e percettive.

C’è molta ignoranza e confusione su questa malattia. Siamo abituati a conoscere l’autismo attraverso i numerosi film sull’argomento, dal celebre Rain Man a Pulce non c’è, dove i protagonisti sono affetti da autismo, sebbene in forme diverse, e risultano incapaci di condurre una vita “normale”, svolgere attività autonome. I ragazzi del progetto Book Box sembrano smentire questa rappresentazione. Che cosa ne pensa?
Credo che questa rappresentazione possa essere smentita solo se intorno ai ragazzi e alle loro famiglie si riesce a creare una solida rete di comunicazione tra gli enti territoriali (nel caso di Piacenza possiamo fare riferimento al Programma autismo 0-30). Un altro aspetto importante è la condivisione della stessa cornice di riferimento, della formazione, delle metodologie, del medesimo linguaggio, di obiettivi e di un comune orizzonte verso cui dirigersi.  È fondamentale partire da un’accurata valutazione del funzionamento di ogni ragazzo per individuare i punti di forza al fine di consolidarli e per sviluppare le competenze emergenti.
Book Box è rivolto innanzitutto ai ragazzi più gravi, prevedendo anche mansioni molto semplici come prendere i libri e metterli in una borsa, trasportare la borsa, togliere i libri dalla stessa per riporli su uno scaffale. Parte anche dalla loro passione per i libri che per consistenza, profumo, forma o contenuto rientrano nei loro interessi speciali.
Le mansioni proposte sono diverse in base alle competenze di ognuno, ma tutte collegate per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Nel progetto di vita di questi ragazzi, qualsiasi sia la loro condizione, l’inserimento nel mondo del lavoro è uno degli obiettivi principali da raggiungere per approdare all’età adulta, favorendo il consolidamento della propria identità, il rafforzamento dell’autostima, lo sviluppo dell’autonomia personale, l’indipendenza e l’inclusione sociale.

img-20160224-wa0062Il progetto Book Box  può essere considerato una forma innovatrice di terapia?
L’innovazione del progetto parte dall’ideazione di un servizio per il territorio capace di coniugare la necessità di creare un’opportunità lavorativa per i ragazzi autistici e al tempo stesso il bisogno di integrazione nella comunità.
Il progetto è innovativo dal punto di vista lavorativo: Book Box, come ho già accennato, è stato costruito partendo da una serie di azioni che tutti i ragazzi autistici possono svolgere senza difficoltà, garantendo un’opportunità professionale per tutti.
È innovativo perché offre un’opportunità di integrazione e di partecipazione alla propria comunità di appartenenza. I ragazzi entrano in contatto con nuove persone, quelle che aderiranno al servizio ma anche con le persone che si troveranno all’interno delle sale d’attesa.
Book Box è innovativo anche perché è facilmente replicabile in altre città. La replicabilità in altri territori è resa possibile dai bassi costi di start up, dalla semplicità del progetto e delle azioni proposte e dalla possibilità di individuare anche in altri contesti una rete di soggetti promotori.

I ragazzi scelgono personalmente i libri da gestire?
I ragazzi catalogano, etichettano e archiviano tutti i libri dividendoli per generi. I ragazzi che preparano gli zaini per il ricambio dei libri scelgono accuratamente una quantità di testi prestabilita per ogni genere cercando di variare sempre i titoli. Per questa operazione di selezione utilizzano le competenze informatiche. Al rientro dalle consegne verificano eventuali assenze dei volumi e aggiornano la banca dati informatica.

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Quali sono i riscontri sul campo, soprattutto da parte degli utenti che usufruiscono del servizio?
Attualmente il riscontro è positivo. Gli abbonati hanno una libreria sempre ber fornita e con un frequente ricambio dei titoli. Inoltre le squadre dei ragazzi che si recano nelle sale d’attesa frequentate da adulti e bambini, contribuiscono a creare una cultura dell’inclusione sociale partendo da un’esperienza concreta.
Book Box rappresenta un’occasione per svolgere un’attività professionale adatta a persone adulte, che consente un inserimento nel contesto territoriale. Ogni ragazzo, in base alle sue caratteristiche, svolge le mansioni adatte alle proprie competenze, interessi e capacità.
Le famiglie apprezzano il fatto che i ragazzi possano inserirsi in contesti frequentati regolarmente dalla maggior parte delle persone. Alcuni ragazzi sono accompagnati da educatori esperti, altri hanno iniziato a svolgere in autonomia l’operazione del ricambio dei libri, dimostrando precisione e affidabilità.
Gli operatori hanno l’occasione di sperimentare ulteriori sviluppi creativi, mettendo in relazione gli interessi dei ragazzi con le risorse del territorio.

img-20151109-wa0003Quali sono le prossime tappe in cantiere?
La collaborazione con le scuole e le aziende per la raccolta dei libri, eventi di lettura ad alta voce in alcune classi che ne fanno richiesta, presso case di riposo, nei reparti pediatrici e in collaborazione con altre realtà territoriali. Si prevedono, inoltre, progetti per ragazzi autistici con altre competenze e passioni (ad esempio negli ambiti agricolo e della ristorazione) e soprattutto si sta cercando di inserire il maggior numero possibile di ragazzi che hanno acquisito buone competenze professionali e sociali in aziende e realtà lavorative territoriali tramite tirocini formativi e in alcuni casi con assunzioni.

Concludo con una domanda fuori tema: che cosa c’è da leggere in questo momento sul suo comodino?
Niente di vero tranne gli occhi di Giorgio Faletti