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Otto anni nei boschi narrativi #10 Andrea Bergamini – Playground

 

Titolo?
Otto anni di editoria indipendente. Le interviste di Via dei Serpenti
Introduzione?
Leonardo G. Luccone
Editore?
Via dei Serpenti
Uscita?
Settembre 2019

 

Realizzare Otto anni di editoria indipendente. Le interviste di Via dei Serpenti ci ha dato l’occasione di tornare a parlare con Andrea Bergamini, editore di Playground. La nostra prima intervista, nel settembre 2011, avvenne pochi mesi dopo la partecipazione allo Strega del romanzo di Gilberto Severini, A cosa servono gli amori infelici, e l’ingresso della casa editrice nel gruppo Fandango. Qui uno stralcio della nuova intervista, realizzata a luglio 2019.

Il nuovo percorso editoriale
Credo si possa dire, con la parzialità dello sguardo di chi è direttamente, quotidianamente e ossessivamente coinvolto, che ci troviamo di fronte a un’assoluta continuità rispetto alle direzioni intraprese a partire dal 2007, tre anni dopo la nascita della casa editrice. Playground resta una casa editrice di sola narrativa, con una preferenza per la letteratura nordamericana, e con l’impegno a valorizzare gli autori proponendo l’insieme della loro opera. Anche il numero dei titoli, per anno, è rimasto lo stesso. Molto ridotto.
A partire dal 2014 il logo dichiara anche l’appartenenza al gruppo Fandango Editore, tanto che oggi il nome è Fandango/Playground. Ma soprattutto la scelta di un nuovo art director, Maurizio Ceccato, ha comportato un ritorno alle copertine illustrate e d’autore. Progressivamente è scomparsa la nostra fascia caratteristica e ora le copertine sono a griglia aperta, con uno sforzo da parte dell’art director di rendere creativi e illustrati anche titolo e autore.

La letteratura targata Playground
La produzione di Playground ha mantenuto una sua continuità nel proporre letteratura nordamericana d’autore, a cominciare da Edmund White, Allan Gurganus, Helen Humphreys e Richard Bausch, e completandola, credo, attraverso figure, per così dire ‘eccentriche’, come Sam Shepard e Rudolph Wurlitzer, che sono state da sempre personalità di spicco nel proporre segmenti della vita americana più periferica, meno metropolitana, anche più sofferta e autentica. Con l’aggiunta di scelte originali, come il romanzo post apocalittico ed ecologista di Jean Hegland, Nella foresta, titolo cult dell’editoria indipendente americana e due anni best seller in Francia.
Si è continuato anche un lavoro sulla letteratura europea più giovane, penso all’autore francese Sébastien Marnier con il suo ‘Mimì’ (tra l’altro è ormai un regista cinematografico molto affermato in patria), ma soprattutto all’autore irlandese Karl Geary e al suo romanzo d’esordio Montpelier Parade, che considero tra i romanzi più belli che abbiamo pubblicato negli ultimi anni.
Anche per gli italiani vale il discorso fatto in precedenza per gli autori stranieri. Contano le dimensioni, le risorse, i rapporti. Detto questo, è vero che svolgiamo un lavoro molto ridotto sugli esordienti, e anche questa è una scelta editoriale, ma anche una necessità legata alla struttura, all’organico, al tempo e a molte altre variabili.
È vero che Playground ha pubblicato due soli esordi nella collana principale, ma tutti e due significativi. Sandro Campani, nel 2004 (il primo anno di vita della casa editrice) con È dolcissimo non appartenerti più. E proprio di recente abbiamo pubblicato una seconda esordiente, Francesca Capossele, con due romanzi molto belli, 1972 e Nel caso non mi riconoscessi. Aggiungo che abbiamo pubblicato il toccante secondo romanzo di Davide Martini e stiamo per ripubblicare tutta l’opera di Gilberto Severini, a mio parere uno degli autori di narrativa italiana più interessanti.

Il progetto Syncro/Europa
Sono felicissimo di questo progetto e marchio editoriale che, tra l’altro, non è più solo letterario, coinvolgendo anche l’illustrazione e l’audiovisivo. Credo sia la mia iniziativa più originale in quindici anni di attività di editore. L’ambizione (da incalliti e ostinati federalisti europei) è quella di raccontare e dimostrare come una “patria europea” esista già nella vita, nel quotidiano, nelle scelte libere, innanzitutto sul piano sentimentale, dei suoi giovani. Per farlo pubblicheremo trenta romanzi, ambientati nelle diverse città europee (sia capitali sia città più periferiche) e che hanno per protagonisti giovani europei gay (per giovani, in questo caso si intendono giovani uomini, ossia si va dai diciotto ai trentacinque anni). Ai romanzi, però, accompagniamo anche un racconto per immagini, attraverso stampe d’autore di trenta giovani artisti e illustratori europei e attraverso ritratti video di giovani europei. I primi romanzi usciti sono ambientati a Bilbao, Bucarest, Venezia e Goteborg. I prossimi a Parigi, Zagabria e Kalgenfurt. È un progetto che mi piace e mi diverte moltissimo.

Qualche novità
Mi concentro su un titolo che uscirà a settembre, Il gioco di De Niro, dell’autore libanese (naturalizzato canadese) Rawi Hage. Vincitore dell’Internazional Impac Dublin Literary Award, tra i più importanti e ricchi premi per la letteratura di lingua inglese nel mondo. Racconta dell’amicizia tra George e Bassam, amici d’infanzia, nella Beirut devastata dalla guerra civile a cavallo degli anni Settanta e Ottanta. Un romanzo ricco di ironia amara, di un originale realismo magico, di toni noir, che sfociano in una denuncia, dal tono mai banale, della guerra, della violenza.