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Altre voci, altre stanze – Truman Capote

UNA STAGIONE DA LEGGERE  Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.

di Rossella Gaudenzi

ESTATE – Altre voci, altre stanze di Truman Capote

In una torrida giornata dei primi di giugno il conducente della Turpentine Company, Sam Radcliff, un pezzo d’uomo alto sei piedi, dal rude viso maschio e dalla calvizie incipiente, stava bevendo una birra al Caffè Stella Mattutina di Paradise Chapel quando il proprietario si fece avanti cingendo con un braccio quel fanciullo straniero.

«Ehi, Sam,» disse il proprietario, che rispondeva al nome  di Sidney Katz, «questo ragazzo ti sarebbe molto grato se tu lo conducessi fino a Noon City. È da ieri sera che sta cercando il modo di arrivarci. Puoi fare qualcosa per lui?»

La bimba dai capelli rossi e il suo seguito chiassoso non si vedevano più, e il bianco pomeriggio maturava la tranquilla ora del giorno in cui il cielo estivo stende il suo tenero colore sulla terra riarsa.

Il viso pallido del pomeriggio prese forma nel cielo; il suo nemico, pensò Joel, era là, proprio dentro quelle nuvole vitree, caliginose; chiunque fosse, qualunque cosa fosse il suo nemico, suo era il volto là ritratto, vuoto e splendente.

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Nel 1948, edito dalla casa editrice statunitense Random House, esce Altre voci, altre stanze, il primo romanzo di Truman Capote. Per lo scrittore di New Orleans è la consacrazione al successo.

Celebre lo scatto di Harold Halma, che ritrae l’autore, scelto per la quarta di copertina.

«È insolito, ma qualche volta succede, a quasi tutti gli scrittori, che la stesura di una particolare storia risulti facile, esterna a noi, come se stessimo scrivendo le parole di una voce da una nube». Truman Capote

Sul ritmo sinuoso di una torrida estate il tredicenne Joel Harrison Konx, orfano di madre, si trasferisce dalla città di New Orleans nelle lande solitarie, deserte e acquitrinose di Noon City, presso la fatiscente dimora paterna. Un’età contraddittoria, tutt’altro che limpida e trasparente, che deve fare i conti con realtà, sentimenti e personaggi altrettanto torbidi e ambigui.
Un potente, a tratti allucinatorio, romanzo di formazione.

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