Inizia da oggi uno speciale di Via di Serpenti dedicato a WATT, la nuova rivista creata da Oblique, l’agenzia letteraria di Leonardo Luccone, Elvira Grassi e Giuliano Boraso e dallo studio grafico Ifix di Maurizio Ceccato.
Prima di recensire i racconti del numero O, cominciamo con una descrizione del progetto editoriale e le interviste a Luccone e Ceccato.
Ricordiamo, inoltre, che questa sera alle 21, al Circolo degli artisti, in Via Casilina Vecchia 42, ci sarà la presentazione di WATT. Interverranno, oltre a Oblique e Ifix, gli autori Paolo Piccirillo, Athos Zontini, Camilla Corsellini, Marianna Garofalo, Luciano Funetta, Marilena Pasini.
Recensione di Alessandra De Cristofaro
Presentato ufficialmente due mesi fa al festival del libro di Torino, Watt è il nuovo prodotto editoriale frutto della collaborazione tra lo studio grafico Ifix e l’agenzia letteraria Oblique di Roma.
WATT: ecco come si presenta il volume 0
Watt fa subito pensare all’unità di misura della potenza e infatti prende il nome da James Watt, scienziato e inventore di un congegno fondamentale nella storia della tecnica: la valvola di regolazione per mantenere costante la velocità della macchina a vapore. Il “regolatore di Watt”, noto anche con l’affascinante nome di governor, è il capostipite di una numerosissima famiglia di apparecchi automatici di controllo, tutti indispensabili per il corretto funzionamento degli impianti. La suggestione di questo congegno d’altri tempi trova la sua espressione nelle risguardie, dove viene riprodotto graficamente un corto circuito. Tra un elemento e un altro troviamo i nomi degli autori e degli illustratori coinvolti in questo volume zero, che si presenta così: 112 pagine, 33,5 x23,6 cm, brossura in cartone grigio con grammatura molto spessa e un pallino rosso in copertina. La carta utilizzata per gli interni è la pregiata Revive Pure da 170 gr, che assorbe bene il colore e restituisce al tatto una sensazione spesso perduta tra l’inconsistenza dei bit.
Watt invita a riscoprire la ruvidezza della carta e si pone come elemento di intrattenimento, giocando con la scrittura, coi segni, con la grafica: un rimedio contro la noia. L’immaginario che sottende a questo impianto grafico ha sapore retro-futurista e si avvale di una vasta simbologia, che va dall’uguale matematico a un prontuario di dimenticati strumenti elettronici come il dictafono o l’elettrometro di Edelmann.
Sfogliando Watt possiamo ritrovare gli echi grafici dei feuilleton francesi, dei pulp magazine, di collane come Urania, i gialli Mondadori e della Selezione dei Reader’s Digest. Sono tredici gli illustratori messi al lavoro su questo numero zero, in un’atmosfera variegata di stili resa compatta e ordinata dalla rigorosa impostazione grafica, attenta e asciutta, che valorizza i testi e lascia respiro e autonomia alle immagini. Non c’è infatti un limite o una linea guida nelle illustrazioni, come non c’è nei racconti, le cui voci sono tutte diverse.
Troviamo segni più legati al mondo del fumetto, come quelli di Stefano Guerriero e Armin Barducci, il primo più essenziale e intimo, con un forte uso degli spazi bianchi nella composizione, il secondo dal tratto più pieno e barocco. Sempre legati al panorama del fumetto spiccano Ciro Fanelli e Rocco Lombardi, quest’ultimo con lavori realizzati su scraperboard, una tavola nera su cui per disegnare bisogna raschiare, appunto, per far emergere il segno bianco. Troviamo segni insoliti e violenti, come quelli di Claudio Parentela, con immagini che guardano all’art-brut, e quelli più eterei e figurativi del pittore Maurizio L’Altrella. Troviamo l’ironia dissacrante di Laura Giardino e l’essenzialità di Carlo Emilio Zummo, con l’utilizzo di texture e figure geometriche. Più grafico nel segno e nei tagli delle immagini il lavoro di Giovanni Di Modica e ancora le evanescenti atmosfere da fiaba di Marilena Pasini, le composizioni naif di Elena Miele, le imprevedibili e graffianti immagini di Maurizio Ceccato e il segno ruvido e acerbo di Flavia Barbera.
In questo numero zero i colori sono tre – il bianco, il nero e il rosso – e le illustrazioni sono sempre a tutta pagina, senza sovrapposizione di testo.
Watt è un prodotto pulito, leggibile, appassionato e di qualità. Watt è un prodotto artigianale, nel senso più alto del termine e una parte del merito va a Futura Grafica, che ha curato l’allestimento e la stampa in modo impeccabile.
Con questo bellissimo formato extra-large, Watt sarà per voi lettura piacevole, sorpresa, avventura, finestra sul mondo e telo da mare.
Interviste a Leonardo Luccone e Maurizio Ceccato
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