«Il dolore di Júlio non somiglia a nulla di quanto ha provato finora. È un dolore talmente nuovo da rendere il suo corpo incapace di affrontarlo. L’apprendimento è un atto contro natura per i corpi, sempre impreparati alle novità. Il corpo di Júlio cerca qualche vecchio dolore a cui paragonare questo. Invano. È un dolore tale da lasciarlo menomato, incapace di comprendere. Ha perso una coscienza chiara di quanto gli accade. Guarda Sofia seduta di fronte a lui senza capire come riesca a essere ancora tanto bella dopo avergli raccontato quelle cose, come faccia la sua voce a restare la stessa. Vorrebbe sentire il suo profumo, ma il vagone è invaso da un’aria solida e inodore. Vorrebbe non avere la bocca così amara, è un gesto più asciutto della carta, non esiste il gusto di asciutto, Júlio non riesce nemmeno a pensare, muove le mani per assicurarsi di tenerle ancora accanto a Sofia, il suo è un movimentato talmente lento che Sofia nemmeno se ne accorge.»
(da Il compleanno di Dulce Maria Cardoso, Voland, 2011)