Per quanto meschini ho i miei interessi
Racconto di Athos Zontini
Illustrazioni di Claudio Parentella
Recensione di Emanuela D’Alessio
Non c’è compassione ma rabbia nella partita di calcio tra ciechi e i loro accompagnatori, organizzata dalla parrocchia «per farli svagare un po’» in un campo in Via Epomeo a Napoli, «uno spiazzo di terra smossa dietro Soccavo con due porte improvvisate, nemmeno una di fronte all’altra». «Nei campi a pagamento non ci vogliono» dice Silvano all’amico di una vita al quale ha chiesto di accompagnarlo. «Non si fidano, dicono che se poi qualcuno si fa male non vogliono rogne. Questo posto invece, qui nessuno ci dice niente».
La partita si trasforma ben presto in una rissa sfrenata e liberatoria, perché «per giocare a pallone ci devi vedere, qui si tratta solo di tirare calci». Uno finisce in ospedale, un altro esce dal campo con una gamba fuori uso, tutti gli altri si travolgono, cadono uno sull’altro ma non si fermano, insistono a tirare calci dove capita «appagati solo dai loro stessi lamenti». Ne escono tutti a pezzi, doloranti e gonfi, con la bocca piena di sangue e la schiena rotta, non ci sono né vincitori né vinti, soltanto il silenzio dopo la furia e il mezzo sorriso di Silvano, soddisfatto di «aver menato botte da pazzo», di aver «rotto il culo a quei quattro storpi».
Anche lui è cieco, ma di quelli «che ci gode a fare incazzare il genere umano, attraversa col rosso, solo perché è cieco pretende di fare tutto quello che gli passa per la testa senza che nessuno gli dica niente». Un racconto senza pietas e comprensione questo di Athos Zontini, che con scrittura densa e tagliente sembra sorvolare la superficie dell’esistenza per poi abbandonarla e sprofondare nei suoi abissi più raccapriccianti.
Il registro colloquiale e scarno, «mi apre in calzini e maglietta, l’uccello gli pende raggrinzito sotto la pancia gonfia, in faccia è pieno di lividi che stanno cominciando a guarire», non impedisce uno sguardo attento e acuto della realtà, che si fa di volta in volta ironico e sarcastico, drammatico e grottesco, comunque in grado di suscitare stupore, sconcerto, anche orrore e repulsione. In nessun caso si resta indifferenti, mai ci si consola, riuscendo a provare solo vergogna o dolore per la straordinaria varietà delle miserie dell’umanità.
Nota sull’autore
Athos Zontini, napoletano di 38 anni, è autore radiofonico e sceneggiatore della serie televisiva Un posto al sole. Ha partecipato nel maggio 2010 alla finale del concorso letterario 8X8 con il racconto Due minuti in Messico. Ha scritto numerosi racconti e sta lavorando al suo primo romanzo.
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