Titolo?
Otto anni di editoria indipendente. Le interviste di Via dei Serpenti
Editore?
Via dei Serpenti
Uscita?
Settembre 2019
L’assaggio di oggi è a base di racconti e “follia” ponderata, con l’editore di Racconti edizioni Stefano Friani.
La casa editrice, nata nel 2016 da un’idea di Stefano Friani ed Emanuele Giammarco, è dedicata esclusivamente ai racconti perché “un nuovo editore deve rendere disponibile qualcosa che prima non c’era”. Il ventesimo titolo della casa editrice, A casa quando è buio di James Purdy, è uscito nel febbraio 2019.
La prima intervista è di dicembre 2016. La nuova è di maggio 2019. Qui uno stralcio.
L’intuizione originaria
L’intuizione [rendere disponibile qualcosa che non c’è] è stata per certi versi fin troppo valida e spesso ha finito per oscurare molte cose buone che abbiamo fatto: dobbiamo constatare come si sia sempre riluttanti a parlare di bei libri di racconti e a immergersi nelle pagine di autori pazzeschi, perché fare il piagnisteo sul racconto è un riflesso automatico e tutto sommato confortante che ci esime dal vedere effettivamente come sono questi libri. Certo, in questi anni in molti hanno letto e apprezzato le nostre raccolte e quelle pubblicate da altri, ma permane una difficoltà, quasi stessimo in una riserva indiana, e varcarla costituisse chissà quale strano passo. Esiste anche una disabitudine al racconto che va piano piano eradicandosi ma che è dura a morire.
La ricerca di nuove voci letterarie
Il segreto continua a essere la curiosità, il lasciarsi stupire, farsi prendere per mano da una voce e finire a fare un’offerta per l’opera omnia dimenticandoti di budget e bazzecole simili. Un orizzonte di ricerca che ci interessa sempre molto e dove ci saranno delle novità a breve è quello dei neri americani e della letteratura africana. Ad aprile è uscito un libro pazzesco, storie di donne divise a metà tra Nigeria e Stati Uniti: La felicità è come l’acqua di Chinelo Okparanta.
I libri più amati
Credo che sia io sia Emanuele siamo più affezionati ai libri che abbiamo tradotto personalmente curando davvero ogni minimo dettaglio della loro produzione; e quindi per me Appunti da un bordello turco e il nuovo La mia guerra segreta di Philip Ó Ceallaigh, mentre per Emanuele Bere caffè da un’altra parte di ZZ Packer. Dovessi dire i miei figliocci preferiti però, oltre ai due di Philip, citerei Viviamo in acqua di Jess Walter, coi suoi racconti al fulmicotone, Albero di carne di Stephen Graham Jones, una bomba weird, e Famiglie ombra di Mia Alvar, che è proprio quello che vorrei leggere quando entro in libreria.
Il futuro
È appena uscito il primo numero della nostra nuova collana, gli Scarafaggi, dedicata precipuamente alle novellas, il racconto lungo o se preferite le cento pagine calviniane. Il primo titolo è La Casa della fame di Dambudzo Marechera, un autore maledetto morto a 35 anni di Aids, alcolizzato e senza un soldo, dopo un breve periodo sulla cresta dell’onda. Il Guardian lo definisce «il Joyce africano».
A giugno, invece, faremo la nostra prima incursione nel territorio delle antologie. Questo sconfinamento sarà un vero e proprio viaggio spaziale perché si intitolerà Viaggi sulla Luna e uscirà in concomitanza o in prossimità con il cinquantennale del primo allunaggio.
Per l’autunno invece torneranno le novellas, con La parabola dei ciechi di Gert Hofmann, con una appassionata postfazione di Luciano Funetta, che ci ha consigliato il testo in prima battuta, e la prima di una trilogia di novellas di John O’Hara, lo scrittore del New Yorker per antonomasia assieme a John Cheever. Faremo anche il terzo libro di racconti di Eudora Welty, il suo capolavoro Le mele d’oro e in più ci sarà una bellissima riscoperta in cui c’è lo zampino di Vittorio Giacopini.
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