Pierluigi Lucadei, l’autore della nostra rubrica Musica per camaleonti, consiglia:
Io sono vivo, voi siete morti, Emmanuel Carrère (Adelphi, 2016)
Esultino gli appassionati di Philip Dick e quelli di Emmanuel Carrère, perché Adelphi ha da poco ripubblicato la biografia del guru della fantascienza firmata dall’autore de L’avversario in una nuova pregevole traduzione (di Federica e Lorenza Di Lella). Attraverso una scrittura chirurgica, (auto)analitica, Carrère disegna una vita ai margini della normalità, facendo leva innanzitutto sui romanzi che Dick ha scritto negli anni e trasformandoli in materia biografica più autentica della biografia stessa. Io sono vivo, voi siete morti è un libro lungo e folle, ma non incompatibile con l’ombrellone.
Sei chiodi storti, Dario Cresto-Dina (66th and 2nd, 2016)
Ci sono pagine di storia che hanno rischiato di non essere scritte. Una di queste è la prima e unica Coppa Davis del nostro tennis, vinta nel 1976 da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, con Nicola Pietrangeli capitano non giocatore. La finale era in programma a Santiago contro il Cile e siccome al potere c’è il dittatore Pinochet e si era nel pieno degli anni Settanta, la politica, la stampa e l’opinione pubblica si misero di traverso per non far giocare l’incontro. Gli azzurri partirono e (con la Rai che oscurò l’evento) si presero ciò che meritavano. Il libro di Cresto-Dina serve per non dimenticare quel trionfo a quarant’anni di distanza.
Trilobiti, Breece D’J Pancake (minimum fax, 2016)
Forse è fin troppo facile la santificazione di uno scrittore morto suicida a ventisei anni, autore di un solo libro, la raccolta di racconti Trilobiti. Eppure chi ha letto le sue storie sa bene che Pancake era uno scrittore di razza, capace di convogliare in un unico spietato rintocco narrativo la forza biblica della natura, la solitudine dell’America rurale, l’odore delle roulotte e la polverosità delle cave di carbone, l’angoscia di una vita misera e di un sesso infelice. Queste pagine sono le uniche che ci restano di uno scrittore nichilista e disperato, e minimum fax le ha appena ripubblicate nella nuova traduzione di Cristiana Mennella, con la prefazione di John Casey e una nota di Joyce Carol Oates.